L'ora di educazione fisica era già finita, e Francesca era ancora fuori a cercare di riprendere il controllo di se stessa per rientrare nella struttura a riprendere le sue cose. Poco dopo riuscì a calmarsi, rientrando nella, ormai vuota, palestra. Entrò negli spogliatoi controllando prima bene che non ci fosse nessuno, quando fu sicura raccattò velocemente la sua roba uscendo dai camerini ritornando in palestra pronta ad andarsene.
Ma proprio quando sembrava tutto tranquillo, eccolo di nuovo lì.
Il lupo bianco.
Questa volta la nera non rimase lì imbambolata a guardarlo, si voltò correndo via. Ma tutte le porte si chiusero violentemente.
Con tutte le forze che aveva in corpo, Francesca provava ad aprire quelle porte.
<aiuto, aiutatemi> urlava disperata e terrorizzata. Si voltò verso lo spettro che iniziò ad avanzare verso di lei.
La nera iniziò nuovamente a provare le solite sensazioni di dolore, angoscia, ansia, tristezza, rancore, malinconia.. tutto il negativo esistente al mondo adesso si stava impadronendo nuovamente di lei.
Non aveva smesso un attimo di urlare, cadendo poi per terra sul punto di perdere i sensi.
Ed improvvisamente, il dolore svanì.
Ma nonostante questo, Francesca svenne, completamente stremata.
Come era già successo le altre volte.La nera riaprì gli occhi ancora stordita, si tenne la testa cercando i mettere a fuoco e capire dove si trovasse. Non passò molto prima di realizzare che si trovasse tra le braccia del corvino sconosciuto con cui poco prima aveva avuto un imbarazzante incontro nei camerini, lui era completamente rilassato. Teneva gli occhi fissi sulla strada e camminava senza problemi, mentre continuava a tenere la nera saldamente stretta tra le sue braccia.
Francesca non tardò ad entrare nel panico.
<che stai facendo? fammi scendere> disse subito con un nodo alla gola.
Il ragazzo non rispose, continuando a camminare tranquillo.
Non ricevendo risposta la nera iniziò a dimenarsi cercando di scendere da sola, e nonostante questo non ci riuscì.
<si può sapere che vuoi? chi diamine sei? dove mi stai portando?> si lamentò la ragazza con l'ansia che le divorava il petto.
<ti preferivo svenuta> rispose a quel punto il ragazzo senza guardarla continuando a camminare.
La nera sbarrò gli occhi a quelle parole, a quella voce. Incapace di continuare a ribellarsi.
Il ragazzo si fermò poco dopo difronte la casa della ragazza poggiandola a terra e mettendo poi le mani in tasca guardandola.
<come fai a sapere dove abito?> mormorò con il fiato bloccato alla gola Francesca, guardando un po' spaventata il ragazzo difronte a lei.
Quest'ultimo teneva lo sguardo fisso sulla casa della nera, spostandolo poi lentamente su di lei guardandola qualche istante in silenzio.
<perché sei ancora qui? non scappi?> chiese alzando poco un sopracciglio il corvino prima di voltarsi di spalle allontanandosi tranquillamente, completamente calmo e rilassato, e fu in quel momento che la nera sentì ogni parte del suo corpo pietrificarsi.
Rimase lì, imbambolata e confusa per un po'.
Rientrò in casa chiudendo la porta a chiave venendo subito assalita dalla voce affannata e preoccupata di Junhoe.
<come stai? cosa è successo?> domandava controllando la sorella completamente preoccupato.
<sto bene, cosa sarebbe dovuto succedere?> chiese confusa la ragazza guardando il maggiore.
<mi ha chiamato un tuo compagno, mi ha detto che sei svenuta in palestra.. gli ho detto che sarei venuto a prenderti io ma mi ha detto che ti avrebbe portata lui> spiegò brevemente il fratello continuando a controllarla preoccupato.
A Francesca arrivò l'ennesima doccia fredda della giornata, e quest'ultima non era ancora finita.
Cosa era successo nel giro di una mattinata? Si sentiva impazzire.
<lo sapevo, questo è solo perché non mangi regolarmente.. se da oggi non mangi com'è giusto che sia non ti permetterò neanche di tornare a scuola> la rimproverò allora severo il ragazzo, non era da lui. Non aveva mai fatto così.
Ma era preoccupato, non voleva stesse male e si riducesse persino a svenire...
Junhoe era completamente ignaro della verità.
<gli hai dato tu l'indirizzo.. a quel ragazzo?> mormorò Francesca guardandolo ancora scossa.
<certo che sì> rispose il maggiore confuso.
<ma che cosa c'entra adesso?> ribattè ancora più nervoso.
<lascia perdere, sono stanca, a dopo> mormorò la nera lasciando Junhoe spiazzato lì, andando a chiudersi in camera propria.
E non appena sola, decise di stendersi sul letto con una birra in mano fissando fuori dalla finestra che aveva accanto.
E se si sbagliasse sulle sensazioni che le trasmetteva il ragazzo? Fino ad ora aveva solo fatto cose giuste, era sbagliato giudicare un libro dalla copertina.
Ma Francesca era quasi sempre sicura delle sue prime impressioni, perché non erano mai errate.. e non l'avevano mai delusa.
La ragazza in questione scosse poco il capo cercando cacciar via quei pensieri facendo partire anche un po' di musica per distrarsi, era come se tutto riportasse a quel ragazzo e a quell'orrendo lupo fantasma.
Ormai,
Persino lei..
Era sicura di essere pazza.
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𝑀𝑂𝑂𝑁𝐹𝐿𝐴𝑆𝐻 [𝓁.𝒿𝒽]
Fanfiction« sento la sofferenza che ti provoco quando ti guardo negli occhi e vedo il riflesso di me stesso, fa male anche a me. » #2 - leejooheon | 04/08/2020 #1 - junhoe | 04/08/2020