𝐟𝐢𝐯𝐞.

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I giorni trascorsero molto velocemente, e il primo giorno di scuola della nera era dunque arrivato. Fu il rumoroso suono della sveglia a far aprire gli occhi assonnati di Francesca. La ragazza in questione si alzò andando a fare una doccia.
Del misterioso lupo? Nemmeno una traccia, questa cosa la rassicurava, magari era solo un po' di stanchezza accumulata che la portò ad avere qualche visione. Sperava fosse così.
Una volta finito di lavarsi, indossò la divisa scolastica. Una gonna a fantasia scozzese alternante tra il rosso ed il nero, una camicia bianca, una cravatta dello stesso identico colore della gonna, accompagnando tutto con una giacca nera.
Raggiunse Junhoe in cucina, era ancora in pigiama, assonnato, mentre faceva colazione.
<buongiorno> disse la nera avvicinandosi a lui rubandogli un biscotto.
<prendi i tuoi> si lamentò il maggiore per il biscotto rubato.
<tranquillo, sto già andando, non voglio arrivare tardi> sbuffò la ragazza sistemando meglio i capelli.
<fai colazione> disse allora lui guardandola un po' preoccupato, doveva mangiare regolarmente. E non a modo suo come ormai faceva sempre.
<comprerò qualcosa da mangiare per strada, non preoccuparti> disse solo la nera mentendo spudoratamente, baciandogli poi una guancia per poi uscire completamente di casa senza aspettare risposta.
Lungo la strada, la ragazza si perse sui soliti pensieri. Ormai erano come una sorta di fissa, e forse ci stava dando anche troppo peso.. forse aveva trovato un modo per pensare ad altro.
Altro che non fosse il suo errore.

Arrivò a scuola in poco tempo, la campanella non era ancora suonata, ma dentro il cortile c'erano già molte persone.
Si incamminò verso il gruppetto dei suoi compagni di classe venendo, subito e come sempre, ignorata ed evitata da tutti.
Si sedette su un muretto dietro di loro, e nonostante le occhiatacce, tirò fuori il libro di storia cercando di ripassare il più possibile.
<posso sedermi?> fu una voce a mormorare questa frase a spezzare il silenzio, Francesca alzò lo sguardo dal libro trovandosi davanti una ragazza. Abbastanza alta, bionda, con due occhi abbastanza piccoli color mondo. Non era coreana.
La nera si sorprese a annuendo solamente. Era troppo strano il fatto che qualcuno le rivolgesse la parola.
<sei qui da tanto?> chiese la ragazza dai capelli biondi guardandola con un dolce sorriso.
Francesca era sempre più sconvolta da tutta quella situazione, chiuse il libro guardando la ragazza mai vista prima.
<da quattro anni, questo è il mio quinto anno> rispose allora la nera un po' titubante.
La bionda sorrise ampiamente.
<io sono arrivata oggi, sono ancora in quarta.. nella vecchia scuola non mi trovavo bene> spiegò in breve la sconosciuta guardando l'altra.
<spero che qui tu stia meglio, è la prima volta che incontro una ragazza della mia stessa nazionalità> sorrise poco la nera.
<io mi chiamo Martina, e tu?> chiese sorridendo felice la ragazza dagli occhi color mondo, guardando la nera.
<io mi chiamo Francesca> rispose stringendo la mano a Martina la nominata.

Le due chiacchierarono un po', riscoprendo nuovamente tante cose dell'Italia. Si trovavano molto in sintonia, avevano molte cose in comune.
Al suono della campanella, Martina e Francesca si diedero appuntamento nel cortile all'intervallo.
E non appena finite le prime ore, si rividero.
<ciao> sorrise la minore salutando Francesca.
<come sono andate le prime ore?> chiese sorridendo poco la maggiore guardandola.
<bene dai, anche se il prof di matematica è una vera lagna> si lamentò sbuffando la bionda.
La nera ridacchiò.
<eddai, non farne così una tragedia...> Francesca si bloccò restando completamente di pietra sotto lo sguardo della nuova compagna di scuola. Era diventata pallida come un lenzuolo.
<che cosa hai visto?> chiese confusa Martina puntando gli occhi sullo stesso punto dove teneva lo sguardo fisso l'altra ragazza.
Un ragazzo dai capelli neri. Teneva le mani in tasca ed avanzava verso di loro con molta calma e tranquillità.
Francesca riconobbe subito quel ragazzo, lo stesso che era alla stazione con lei qualche giorno prima.
Continuava ad avvicinarsi e la nera, ad ogni suo passo, sentiva l'ansia impadronirsi lentamente di lei. Perché era lì? Non lo aveva mai visto prima. Non era mai stato in quella scuola.
Era sempre più vicino, e le sensazioni erano le stesse di quella mattina alla stazione.
L'unica differenza,
Era che in quel momento..
Non poteva scappare.

𝑀𝑂𝑂𝑁𝐹𝐿𝐴𝑆𝐻 [𝓁.𝒿𝒽]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora