Scene smut
- mi dispiace y/n, ma non possiamo stare più insieme- mi dice il mio ragazzo, Gabe, mentre siamo in camera mia. Incomincio a sentire le lacrime che premono al bordo degli occhi, ma le ricaccio indietro.
- perché? Perché sono una manticora? Perché secondo te sono un mostro? - urlo, mentre i miei occhi iniziano a cambiare colore, passando dal nero al mio normale colore.
- no... Sono obbligato a entrare nei cacciatori- mi dice.
- non devi farlo per forza- cerco di farlo desistere
- devo invece- mi dice.
- vai via- ringhio. Lui non si muove.
- HO DETTO VATTENE- ruggisco, mentre gli occhi si colorano di nero, e la coda inizia a spuntare. Lui non se lo fa ripetere e corre fuori. Ritiro la coda, e mi appoggio con la schiena alla parete, lasciandomi scivolare a terra. Inizio a piangere incontrollatamente. Poco dopo sento la porta della camera aprirsi. Alzo lo sguardo e vedo mio fratello, Nolan, che mi chiede silenziosamente il permesso di avvicinarsi. Annuisco e lui si siede di fianco a me. Mi appoggio con la testa sulla sua spalla e lascio liberi sfogo alle mie emozioni. Nolan mi stringe le braccia intorno al corpo e mi accarezza la nuca, per calmarmi.
Skip time alla mattina seguente
Mi alzo, dopo una notte passata tra le lacrime. Entro in bagno e mi guardo allo specchio: ho un'aspetto veramente orribile, il trucco colato e le occhiaie tipo panda. Mi faccio una doccia. Mentre l'acqua scorre sul mio viso, sento lentamente una parte del mio dolore scivolare via dal mio corpo. Esco dalla doccia, mi asciugo i capelli e mi trucco: correttore, mascara, eyeliner. Mi lego i capelli in una coda alta e raggiungo Nolan in salotto.
- stai meglio? - mi chiede.
- secondo te? - chiedo retorica. Lui annuisce e usciamo. Saliamo sulla moto e andiamo a scuola. Appena parcheggio mi vengono incontro Lydia e Cora, le mie migliori amiche.
-y/n che succede? Perché non rispondevi alle telefonate? - chiede Lydia, dopo avermi strizzato in un abbraccio.
- io e Gabe ci siamo lasciati- dico, cercando di non piangere.
- oddio... Mi dispiace- mi dice Cora, stringendomi a se.
Entriamo a scuola e vedo ciò che avevo paura di vedere: Gabe, con un'altra ragazza, che si baciavano appassionatamente. Appena li vedo, scoppio a piangere, faccio dietrofront e corro negli spogliatoi dei ragazzi. Lydia, Cora, Liam e Theo mi seguono.
Mi trovano accassciata di fianco agli armadietti, con gli occhi completamente neri, da cui scendono lacrime nere. Sono arrabbiata e triste, un mix di emozioni che può uccidere.
Theo e Liam mi prendono di peso e mi sbattono contro il muro delle docce, mentre Cora apre il getto freddo. Mi di atto, mentre l'acqua mi inonda
- sei calma adesso? - mi chiede Theo dopo un po. Per risposta ruggisco, mentre le lacrime nere continuano a scendere dai miei occhi.
- va bene- dice, rispingendomi sotto il getto freddo. Dopo un paio di minuti, mi accascio a terra, mentre Theo chiude il getto.
- perché sei arrabbiata? - mi chiede Liam, sedendosi accanto a me.
- Gabe- rispondo semplicemente
- posso ammazzarlo se vuoi- mi propone Theo, prima di ricevere una sberla sulla nuca dalla banshee.
- no, voglio solo andarmene da qui e non rivederlo con quella ragazza- rispondo, alzandomi e asciugandomi le guance dalle lacrime nere. I quattro ragazzi mi stringono in un abbraccio. Esco dagli spogliatoi e corro fuori, verso la mia moto. La trovo già occupata. Gabe è seduto con le gambe da una parte, e sembra che mi stia aspettando. Trattengo la voglia di prenderlo a schiaffi e mi avvicino.
- cos'è successo? - mi chiede. Trattengo un basso ringhio e lo spingo via dalla mia moto. Faccio per mettere in moto ma lui si piazza davanti a me, in modo da non farmi passare.
- cosa vuoi? - chiedo esasperata, spegnendo la moto.
- sapere cos'è successo- mi dice, incrociando le braccia al petto.
- mi sono incazzata, I miei amici hanno rischiato la vita per calmarmi e tutto sai perché? Perché tu eri la mia cazzo di ancora, e se ti vedo con un'altra rischio una strage- urlo, sentendo le lacrime che premono di nuovo per uscire. No, non piangerò ancora, non per questo stronzo.
- cos'è un'ancora? - chiede lui
- roba da creature sovrannaturali. Ma tu mi hai rinnegato giusto? Io sarei il mostro? - ringhio. Lui fa un passo verso di me
- l'ancora e quella cosa o persona che non ti fa impazzire giusto? - chiede, prendomi una mano.
- come fai a saperlo? - chiedo, togliendo la mia mano dalla sua
- cose da umani- sorride.
- mi hai stancato- dico, mettendomi il casco, accendendo la moto e facendo retromarcia e poi partendo verso casa. Appena arrivo, salgo in camera mia e mi butto sul letto, incazzata a bestia. Per fortuna che non c'è nessuno in casa. Chiudo gli occhi e mi addormento. Mi risveglio alle 4 del pomeriggio, a causa di un continuo battere. Apro gli occhi e noto che il rumore arriva dalla finestra. Estraggo artigli e zanne e mi avvicino. Guardo fuori e vedo la figura di Gabe, che continua a lanciare sassi contro il vetro. Lui appena mi vede sorride, io mi incazzo ancora di più. Faccio il dito medio e ritorno sul mio letto.
- finché non mi fai salire non me ne vado- lo sento urlare, mentre continua a lanciare sassolini. Ala fine mi rompo e vado di nuovo verso la finestra.
- cosa vuoi? - chiedo, affacciandomi
- essere la tua ancora- risponde secco. Questa sua affermazione mi lascia a bocca aperta. In tempo tre secondi me lo ritrovo all'altezza della finestra. Maledetto albero troppo vicino. Mi sposto per lasciarlo entrare.
- cosa vuol dire? - chiedo, riferendomi alla sua frase.
- non uccidermi- mi dice. Faccio per chiedere spiegazioni, ma mi zittisce nel modo più semplice che io conosca: baciandomi. Mi era mancata la sensazione delle sue labbra sulle mie, le sua mani che mi accarezzavano la pelle, il suo calore, così diverso dal freddo che generavo io. Porto entrambe le braccia dietro al suo collo, infilando le mani tra i suoi capelli e tirando qualche ciocca. Fa avvolgere le mie gambe attorno al suo bacino e mi prende in braccio, facendomi appoggiare alla scrivania. Mi apre leggermente di più le gambe e vi ci sistema in mezzo. Fa scorrere le sue mani sotto la mia maglia, mentre continua a baciarmi. Si stacca e si toglie la maglia, per essere copiato da me. Mi bacia il collo, lasciando dei morsi e dei segni violacei, che sarebbero guariti in poco tempo, mentre io faccio passare le mie mani sul suo corpo scolpito. Mi prende di nuovo in braccio e mi fa stendere di schiena sul letto. Continuando a baciarmi, porta una mano alla cintura dei miei pantaloni, e li sfila rapidamente, nuovamente lo copio, iniziando a giocare con l'elastico dei boxer, e facendo sfiorare la mia intimità con la sua evidente erezione. Mi morde leggermente il labbro inferiore, e mi sfugge un gemito. Si sfila i boxer e sfila le mie mutande. Infila un preservativo e entra in me, prima lentamente, poi sempre più veloce. Veniamo urlando i nostri nomi e lui si accascia a fianco a me, coprendomi con un lenzuolo. Appoggio la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli.
- per favore, non abbandonarmi- lo prego, disegnando con le dita cerchi immaginari sul suo petto.
- mai più, mi dispiace di essere stato un coglione- mi dice.
- sai che Nolan ti ammazzerà vero? - chiedo
- probabile- ride, e ci addormentiamo come se nulla fosse successo
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