L'intera atmosfera era strana: siamo appena sfuggiti da una situazione di vita o di morte e ora sto stringendo la mano a questo qui come se fossimo amici.
Non so nemmeno che faccia stia facendo adesso, ma come mi giro verso Courtney e Gerard lo sconosciuto mi lascia andare la mano e inizia a scrutarmi portandosi la mano vicino al mento. Nonostante la maschera sia quella di una volpe il suo modo di fare assomiglia ad un gatto, curioso dinanzi all'oggetto misterioso che ha di fronte.
Nel frattempo continua ad osservarmi, a volte spostandosi di qualche passo e cambiando angolazione; non posso certo dire di sentirmi a mio agio ma nemmeno di sentirmi minacciato.
«Qualcosa non va? Ti sto mettendo a disagio?»
Improvvisamente Arcobaleno mi fa una domanda che mi ha colto assolutamente di sorpresa: forse è solo per rispetto, ma è come se avesse voluto punzecchiarmi con le parole giuste nel momento giusto. Courtney aveva ragione. È vagamente sarcastico nel suo modo di fare.
«Un po' sì. Potresti smetterla di fissarmi in questo modo?»
«Nah. Non sei mai stato con una donna?»
«E come faccio a saperlo?»
«Se fossi stato con una donna me ne ricorderei. Ma immagino che non sia propriamente il tuo caso, dico bene?»
Di nuovo, colto nel segno. È quasi fastidioso sentire simili commenti e non riuscire a tirar fuori una risposta altrettanto saccente.
Durante la mia lamentela interiore Arcobaleno si gira verso Courtney e Gerard.
«Hey! È pulito, sì?»
Con un pollice all'insù Courtney risponde silenziosamente alla domanda. Come sarebbe a dire pulito? Mi ero appena svegliato prima di venire portato fuori dal rifugio, a malapena avevo i vestiti addosso.
«Meglio così. Dunque... Ora che ci siamo presentati devo farti qualche domanda. Preferisci che te le faccia all'aperto o preferisci sederti da qualche parte?»
Prima che potessi formulare un pensiero logico da esprimere vengo interrotto da Gerard.
Dentro. Siamo scoperti qui
«Lo so, ma volevo sapere cosa voleva lui. In ogni caso ha ragione, non avevi molta scelta a proposito. Su, andiamo!»
Con un gesto della mano mi fa segno di camminare. E dove vado?
«Facciamo una passeggiata. Qualcuno potrebbe aver sentito il frastuono che avete fatto. C'era un bel ristorantino appartato non lontano da qui»
Arcobaleno decide la meta con tono fiero e sicuro. Forse è uno del posto, considerando che conosce un posto simile. In ogni caso ci allontaniamo finalmente dal luogo dello scontro e iniziamo a camminare lungo la strada.
Camminiamo per un paio di ore e i punzecchiamenti da parte di Arcobaleno hanno reso la passeggiata meno noiosa, per quanto fastidiosi.
La luna in cielo sta iniziando a farsi largo in mezzo alla luce del tramonto. Quanti giorni sono passati da quando abbiamo lasciato il rifugio? Tre? Qualcosa del genere. Chissà come se la stanno cavando gli altri in loro assenza.
Improvvisamente si ferma in mezzo alla strada e imbocca una via laterale non troppo in vista, e la seguiamo senza troppi commenti. Dopo una ventina di metri ci fermiamo definitivamente davanti a una doppia porta in legno ormai avariato.
«Ecco qui! Prego»
Con un gesto della mano mi invita ad entrare dentro. Provo a spingere una delle ante e con lieve sorpresa mi rendo conto che la porta è aperta.
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Umbra - 1
Science FictionUn uomo si sveglia senza ricordi rinchiuso in una misteriosa stanza senza finestre e l'unica barriera che lo separa dall'esterno è una porta metallica. Tutto quello che possiede è un foglietto di carta con caratteri sconosciuti e una tessera identif...