Freddo. Umido.
Mi sveglio da quello che sembra un sonno eterno, o almeno ci provo. Le palpebre non vogliono aprirsi. Ho il corpo tutto intorpidito. Sono confuso, mi fa male la testa, devo aver preso qualche colpo. Sento gocce di qualcosa scorrermi sulla guancia.
Ho già provato questa sensazione, mi ricorda quando mi sono svegliato in quella specie di spogliatoio pieno di piastrelle. Devo essere svenuto mentre ero nella stanza con il computer, non so se è stata una coincidenza causata da quel pane che ho mangiato. Forse non era così sicuro da mangiare come credessi. Forse c'era qualche virus o batterio dentro. Forse il pane non ha nulla a che fare con la mia perdita di sensi. Nuova ipotesi: e se lo svenimento avesse a che fare con l'inserimento di quel codice? Forse era la password sbagliata, e un sistema di sicurezza ha rilasciato qualche gas che mi ha stordito.
Plausibile, ma tutto ciò mi rende più confuso di prima: quale genere di posto avrebbe un sistema di sicurezza simile, in una stanza con un computer, per giunta. Mi sento stordito, ma cerco comunque di aprire gli occhi. Lascio lentamente entrare della luce attraverso lo spiraglio delle palpebre, devo essere finito di nuovo vicino all'uscita se c'è tutta questa luce. Lo scenario che si pone davanti a me è atroce: vedo una parete piastrellata di un verde ripugnante. Terrorizzato e confuso, mi guardo attorno: in qualche modo sono finito di nuovo nello spogliatoio.
«Come cazzo è possibile!? Non può essere!»
Eppure eccomi qui, circondato da piastrelle lucide, in sola compagnia di una sedia consumata e di una luce al neon bianca e fredda come la neve.
Mi viene da piangere. Niente rabbia, né angoscia, né rimpianti. Solo lacrime. Dopo tutto quello che ho passato, visto, sofferto, eccomi di nuovo qui. Non so come, ma in qualche modo sono tornato qui. Continuano a scorrere lacrime, come se stessero prosciugando ogni volontà di reagire. Passano i minuti. Dopo essermi finalmente sfogato, riesco in qualche maniera a riprendere a pensare in modo lucido. Mi alzo in piedi per fare un resoconto mentale della situazione, nel frattempo mi guardo intorno.
Penso, non so quanto tempo sia passato, ma continuo a pensare e riflettere. Mi controllo le mani e i piedi. Nulla al di fuori dell'ordinario. Mi guardo i vestiti che ho indosso. Sono gli stessi di quando mi sono svegliato la prima volta. Mentre mi controllo i vestiti, mi accorgo di avere ancora con me la pistola di quel tipo che ho trovato morto in mezzo alla neve davanti all'uscita dell'edificio: bene, non si sa mai. Frugo nelle varie tasche: ho ancora il tesserino di Damian e quel foglietto con i numeri. La password era giusta o sbagliata? Per ora non ho modo di saperlo. È tutto esattamente come quando mi sono svegliato qui per la prima volta. O almeno sembra. La lampada al neon è di nuovo funzionante e non ci sono più cocci di vetro per terra, quindi si tratta di una nuova stanza estremamente simile o hanno sistemato e ripulito quella in cui stavo.
Prendo la sedia e la posiziono sotto la lampada al neon per verificare che sia effettivamente la stessa stanza; potrebbero essere rimasti dei segni di usura vicino alle viti che ho cercato di rimuovere con l'unghia. Dubito che se hanno ripulito la stanza si siano degnati di sostituire le viti. Le esamino a fondo, ma non trovo alcun segno di usura. I casi sono due: hanno davvero sostituito le viti, o non ho lasciato alcun segno la prima volta. Non vedo nemmeno segni sul muro di quando ho lanciato la sedia. Come se non fosse mai stata lanciata, eppure dubito una sedia lanciata contro una parete piastrellata non lasci nemmeno un minimo segno. Le piastrelle sono resistenti, ma non così tanto da resistere un colpo del genere, specialmente di un oggetto metallico.
«La porta! Mi ricordo, era rimasto un segno della gomma!»
Mi avvicino alla porta per esaminarla, ma anche qui nessun segno. Che si tratti di una stanza gemella? A questo punto si tratta della soluzione più probabile. La porta non aveva una serratura, e nemmeno questa. Ricordo di aver distrutto la lampada con le mani e il corpo bagnati in un tentativo suicida e quando mi sono svegliato la porta era aperta. Forse è controllata elettricamente e la lampada in qualche modo ha incasinato la corrente e aperto la porta. Forse la porta è ancora aperta.
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Umbra - 1
Ciencia FicciónUn uomo si sveglia senza ricordi rinchiuso in una misteriosa stanza senza finestre e l'unica barriera che lo separa dall'esterno è una porta metallica. Tutto quello che possiede è un foglietto di carta con caratteri sconosciuti e una tessera identif...