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30.11.1992

Finalmente il giorno del ringraziamento era passato, non che a Samantha non piacesse, ma le feste non facevano per lei, stare tutto il giorno a tavola con i parenti non era di certo uno dei suoi piani quella settimana.
Dopo l'accaduto di Mark, che a proposito ha ricevuto una lezione dai propri genitori, si sentiva più legata a loro, ma di più a Thomas, quella situazione li aveva avvicinati, tra loro due non c'era più il muro freddo come all'inizio.

Voleva vederli, passare del tempo con loro, finalmente si sentiva sé stessa, accettata, quei ragazzi veramente non avevano pregiudizi verso nessuno, l'avevano accettata molto volentieri nel loro gruppo.

I vari test potevano ritenersi conclusi per quel trimestre, strano a dire ma lo aveva concluso perfettamente, con il massimo dei voti.
Non si poteva dire lo stesso per Thomas, che aveva molte sufficienze e due insufficienze.
Al ritorno a scuola aveva chiesto a Sam aiuto per francese, si sarebbero dovuti incontrare quel pomeriggio, a casa sua, se non avesse recuperato le materie i suoi non l'avrebbero lasciato uscire durante le vacanze natalizie, ecco il motivo per cui chiese aiuto alla ragazza, che a differenza sua se la cavava molto di più.

Una volta giunto in casa Nicholson, Thomas si sentiva leggermente a disagio, per la presenza dei genitori di Samantha, non era la prima volta che si presentava a casa loro con loro in presenza, ma era la prima volta che si presentava per studiare, con Sam poi.

-ciao Thomas! Che piacere vederti, Sam mi aveva detto che saresti passato, allora come va? Come stanno i tuoi genitori?

Disse la madre.
Intanto il padre, che si trovava sul divano a leggere una rivista, lo squadrava da testa a piedi, non lo aveva mai visto prima d'ora, perché lavorava sempre.
Il ragazzo, evidentemente imbarazzato e molto impacciato, si passò una mano sulla nuca.

-tutto bene, grazie, anche loro stanno okay
-mi fa piacere, Sam è di sopra, se vuoi te la chiamo
-no no, fa niente, so la strada
-ah, perfetto, allora vai pure

Thomas salì la rampa di scale il più in fretta possibile, non voleva passare un minuto di più in quel salone, bussò con cautela alla porta, aspettando risposta.

-avanti.

Una volta aperta la porta della camera, un odore di vaniglia persuase le sue narici, era piacevole, la stanza era accogliente e calda, per fortuna, viste le basse temperature invernali.

-Tom!
-hey Sam.
-decidi di entrare oppure vuoi fare il palo?
-non credo mi piaccia la seconda opzione

Samantha sorrise, e fece accomodare il ragazzo.

...

-ancora non capisco il motivo per cui debba studiare una rivoluzione accaduta circa duecento anni fa, sono ormai tutti morti e sepolti, e poi non mi servirà nel futuro
-Thomas...tu fallo e basta, non è poi così tanto difficile
-per la mia testa sì, il mio cervello si rifiuta
-allora convinci il tuo caro amico lassù a ricordare
-mh...ci proverò

Mentre Sam stava spiegando il paragrafo, Thomas la osservava, per lui era così carina in quella tuta, con i capelli raccolti in uno chignon tutto arruffato, eppure lei non si riteneva bella.
Come poteva dire una cosa del genere? Ai suoi occhi appariva fin troppo perfetta.

Thomas durante la settimana di vacanza non faceva altro che riflettere a Sam, in tre mesi è riuscita a stravolgergli la vita, stava iniziando ad avere pensieri solo riguardo a lei, non sapeva esattamente il motivo, però lei era all'ordine del giorno, era in cima ad ogni sua riflessione.
Doveva andare fino in fondo, e scoprire cosa veramente cosa era lei per lui. Ma non oggi. In futuro.

Iniziò a darle fastidio, a volte girandole pagina, oppure facendole perdere il segno, all'ennesima volta che ci provava Samantha gli scagliò un pugno sul petto, causandogli un lamento.

-oddio, Tom, scusami.

Thomas fece finta di aver dolore, lamentandosi ancora un pó, aveva in mente di iniziare una piccola battaglia.
Prese il cuscino che si trovava alle sue spalle, e glielo sferrò addosso.

-brutto bugiardo! Credo che il morto decrepito adesso sarai tu.

Samantha si alzò, prese il cuscino e glielo ritirò sul viso.
Questa lotta con i cuscini durò qualche minuto, prima che Sam salisse sul letto, pronta a scagliare una cuscinata in faccia a Tom, ma questo fece uno scatto, la prese per le caviglie e la trascinò versò di sé, buttandola sul letto.

A questo punto, i due si trovavano sul letto, Sam era bloccata sotto di lui, e lui teneva un cuscino in mano, pronto a sferrarglielo, ma qualocosa lo bloccò.
Thomas realizzò la situazione solo pochi istanti più tardi, guardava Sam, che era diventata paonazza, qualcosa scattò in lui.

Prima che Tom potesse scusarsi, i due vennero interrotti dal padre, il ragazzo allora in men che non si dica, prima che la porta potesse spalancarsi completamente, scese dal letto e prese il libro in mano.

Sam come se nulla fosse, si mise seduta, e aspettò che il padre dicesse qualcosa.

-allora ragazzi, come procede lo studio?

L'uomo, per un primo momento, non sembrò farci caso, sembrava non intuisse nulla, iniziò a guardare in giro il macello che si trovava in quella stanza, Sam per sviare un pó la situazione, che stava iniziando a diventare imbarazzante, rispose facendo finta di nulla.

-tutto bene papà, avevi bisogno?
-a dire la verità volevo chiedere a Thomas una cosa...

Il ragazzo iniziò a sudare freddo, aveva il timore per cosa gli stesse per chiedere.

...

Heyooo, come passate la serata?
Il nostro personaggio, Tom, non alla grande, poveretto.

After Midnight // Tom Delonge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora