Capitolo 19

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La nostra agenzia è riuscita a trovare l'indirizzo del fratello di Jimin, con l'aiuto di Jackson. Oggi andremo da lui: io, i manager e Jimin, parleremo con lui e cercheremo di capire il motivo del perché ha fatto tutto questo.

Siamo davanti al palazzo, e l'ansia inizia a farsi sentire, il fatto è che non so nemmeno il perché sono così ansiosa, voglio solo sapere tutto, perché ha dovuto lasciarmi dei ricordi così brutti.
Ding Dong.
Suoniamo, subito ci apre una ragazza bionda straniera.

<Scusi, questa è la casa del signor. Park?> chiese gentilmente Loren

<Si, chi lo cerca?> rispose la ragazza

<Beh io sono il manager del gruppo BTS, e lui è uno dei membri, Jimin> dice il signor Bang

<Io sono Loren e sono la manager delle Chills, lei è uno dei membri, Liz> dice, invece, Loren

<Ah, mai sentito parlare questi nomi. Perché cercate mio marito?> disse la ragazza

<Marito?> Jimin

<Si> risponde lei

<Beh lui, Park Jimin, è suo fratello. Vorremo farli delle domande, per caso è in casa?> sig. Bang

<No, al momento non e in casa. Li dirò che siete passati> lei

<Quando torna?> Loren

<Stasera> lei

<Lo aspetteremo> dice Loren ed entra in casa, così la seguiamo tutti. La ragazza rimane sbigottita davanti all'entrata.

Però ora mi chiedo, il fratello di Jimin è più piccolo di lui ed è già sposato? Avrà tipo 20/21 anni... va beh non sono affari miei.
La ragazza ci da dei bicchieri con dell'acqua e si siede davanti a noi nel divano.

<Allora, da dove venite?> ci chiede la ragazza

<Da Seoul> risponde Loren

<Siete venuti fin qui, a Busan, per fare delle domande a mio marito e basta?> lei

<Beh si> sig. Bang

<Ah, beh non mi sono ancora presentata: io sono Nancy, ho 20 anni e sono italiana> si presenta

<Ah, anche Liz è italiana> dice Loren
Io e Nancy ci fissiamo negli occhi.

<Di dove sei?> Nancy

<Milano, te?> io

<Roma. Vivi qui in corea adesso?> lei

<Si, sto qui per tre mesi per un collaborazione> io

<Ah. Beh ora vi vorrei chiedere, che tipo di domande dovete fare a mio marito?> lei

<Personali> Jimin

<Ah, e non posso sapere il motivo quindi?> lei

<No> dice Jimin in modo secco

Sono le 21:30 e siamo qui da più di quattro ore, abbiamo fatto di tutto: visto un film, parlato, mangiato, dormito, giocato... siamo stanchissimi tutti, ma Park Minho non si fa ancora vivo.

<Quando intende arrivare mio fratello?> Jimin

<Finisce il lavoro alle 22, tra poco dovrebbe essere qui. Ora che ci penso, se siete davvero fratelli non vi assomigliate affatto, siete completamente diversi> Nancy

<Beh, se l'avessi conosciuto prima non avresti nemmeno riconosciuto chi è chi> Jimin

<Perché?> Nancy

<A quanto pare tuo marito si è rifatto la faccia> Jimin

Nancy rimane di stucco. Guarda Jimin come se avesse visto un fantasma. Bene allora nemmeno sua moglie sa chi era prima.

Sono le 22:30 e finalmente la porta di casa si apre, entra un ragazzo alto, eccolo. È lui, mi ricordo la sua faccia.
Appena ci vede, rimane a guardarmi per un tempo indefinito, finché il sig. Bang si alza e si presenta. Dice il perché siamo venuti. Inizia subito a spiegargli tutto.
Minho lo ascolta senza fiatare. Quando finisce, li chiede il perché l'ha fatto.

<Beh non devi spiegare niente, ci siete arrivati da soli> dice lui

<Jinhyun, perché? l'hai fatto per quella cosa che è successa da piccoli?> Jimin

<Non mi chiamo più Jinhyun.> risponde lui

<Non mi importa, sono tuo fratello ti chiamerò come voglio> Jimin

<Sei a casa mia, sono io io capo, se non vuoi essere cacciato farai meglio ad ascoltarmi> risponde a tono lui
Il sig. Bang prende il braccio di Jimin e lo mette a sedere.

<Non ho davvero niente da spiegarvi, siete intelligenti e ci siete arrivati. Ho usato la prima ragazza con cui ho visto Jimin quella notte in centro Seoul, per farlo soffrire, ma a quanto pare il mio piano non a funzionato. Mi avete scoperto prima di fare la cosa disastrosa che avrebbe distrutto Jimin> dice lui tutto convinto.

Io lo sto guardando veramente male, come quando proprio non sopporti una tua prof.

<Sei solo un bambino. Avevamo 10 e 9 anni Jinhyun, se tu avessi davvero voluto diventare un idol, ti saresti impegnato fino all'ultimo, invece mi hai solo invidiato e odiato perché io stavo riuscendo in ciò che volevo fare, e invece te stavi fallendo. Ci hai provato una sola volta e ti eri già stufato, invece di venirmi incontro non hai pensato che magari non era quello che volevi veramente? Tu mi dicevi sempre che volevi una moglie, una famiglia, un buon lavoro, una buona casa. Beh vedo che adesso hai tutto, quindi perché continui a starmi dietro e non pensi a te stesso? Sei solo un maniaco> Jimin

Il fratello lo sta guardando come per dire "cavolo hai ragione bro" però subito dopo lo cambia con uno sguardo serio e arrabbiato.

<Chi ti da il permesso di dirmi ste cose a casa mia?! Andatevene subito TUTTI!> urla

Ma che c'ha sto qua in testa? le pinge? calmati bro.

<Ho il permesso perché anche se tu non lo vuoi sono tuo fratello maggiore, e anche se questa è casa tua non significa che io non ti possa trattare come voglio!> li risponde Jimin un po' arrabbiato.

<Ok basta, smettetela ragazzi. Per ora abbiamo avuto la conferma di ciò che pensavamo, quindi ce ne torneremo a casa, ma se tu continuerai a fare del male a Liz o a tuo fratello, ti denunceremo> Loren

<NON È MIO FRATELLO CAZZO!> urla e tira un calcio al tavolino davanti al divano, lo fa capovolgere.

ma pigliate ma camomilla! che problemi ha sto qua? come ha fatto Nancy a sposarlo? mi dispiace per lei, ma se le scelto lei quindi.

<Va bene, va bene ma calmati. Ora ce ne andiamo> dice Loren iniziando ad andare verso l'uscita.

Appena tornati all'agenzia spieghiamo tutto agli altri.

𝙉𝙤𝙩𝙝𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙨 𝙡𝙞𝙠𝙚 𝙞𝙩 𝙨𝙚𝙚𝙢𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora