Capitolo 19-Niente

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Amaya 's Pov

<<Ascoltami, ti prego!>> continua a scongiurarmi.
Mi fermo per un secondo, facendo finta di pensarci su e così dandogli speranza.
<<Naaah>> infine rispondo, sorridendogli con strafottenza subito dopo.
Lui sbuffa.
Riprendo a camminare verso la mensa.
<<Te ne prego. Dammi una chance!>> continua.
Oh, questo non lo dovevi dire.
Mi blocco e mi giro più arrabbiata che mai verso di lui.
Stringo i pugni e lui lo nota.
<<Te ne ho date fin troppe!>> esclamo andando fuori controllo, facendogli abbassare la testa.
Sento la rabbia ribollirmi nelle vene.
Sono stanca di dargli occasioni.
Però...ne vale davvero la pena?
Subito mi calmo e mi salgono le lacrime agli occhi, rendendomi conto di quello che sto facendo.
Mi è rinvenuta in mente quella scena.
Lui era così arrabbiato, così furioso.
<<Scusa>> sussurro, riprendendo a camminare subito dopo.
Stringo le labbra cercando di soffocare le lacrime, come per tutta la vita ho fatto con le mie urla di disperazione.
Icaro mi prende per il polso.
<<Amy, dimmi che cos'è successo>> dice con tono freddo, sembra quasi un ordine, <<Ti prego lasciami stare>> sussurro con voce incrinata.
Lui mi prende per le spalle e mi fa voltare per la strada opposta.
<<Dove stiamo andando?>> chiedo con voce bassa, cercando di dimenarmi invano, <<Tranquilla>> mi dice dolcemente.
Rilasso lentamente i muscoli.
Mi calmo all'istante, senza pensarci.
Come mai?
Mi da una cattiva influenza questo ragazzo.
Beh, forse questa cattiva influenza non è poi così male...
Ma a cosa penso?

Sì certo, poi Icaro diventa un badboy e lascia magicamente Amanda per te.
Pff. Leggi troppi libri, ragazza mia.

Già, hai ragione.
Che pensiero idiota.
Insomma, io e Icaro?
In un'altra vita!
Non staremo mai insieme, non si sa nemmeno se potremmo essere amici!
Beh, però devo ammettere che non mi dispiacerebbe esserlo...sua amica, ovvio.
O forse sì.
O forse no.
Oh, basta!
Io lo odio e lui mi odia, fine della storia!
Cioè, ci rendiamo conto?
Adesso diventiamo migliori amici, guarda.

A parte gli scherzi, non sarebbe così brutto.

Coscienza?
Are you fucking kidding me?
Non dovresti pensare a me e a Icaro in qualsiasi circostanza.

Eppure sono te, e l'ho fatto.

Dio, quanto ti odio.

Amy, gli hai detto tu stessa che ci tieni a lui.

Ma lui mi ha presa in giro...

È vero, ma stai facendo come hanno fatto gli altri con te.

Ovvero?

Non chiedere una spiegazione concreta.

Sbuffo.
Lui mi ha delusa.

Non credi tu abbia fatto altrettanto?
Oh, andiamo Amy, una volta hai tirato in ballo la madre!

Ma lui aveva tirato sulla scacchiera la mia!
Capisco che lei se ne sia andata per sempre, ma lei probabilmente ci sarebbe stata sempre per Icaro e l'avrebbe amato più di se stessa, mentre mia madre...beh, lei non ha nemmeno provato ad amarmi.
Ti rendi conto?!
Mi ha fottutamente abbandonata!
Io non ho mai preteso e mai pretenderò che lei stia assieme a mio padre, ma avrebbe potuto aiutarci, sia economicamente che da supporto.
Invece no, ha deciso di buttarci nella spazzatura come se fossimo dei rifiuti.

Me lo ricordo bene. C'ero anch'io, sai?

A volte mi rendo conto che uso fin troppo spesso il sarcasmo, perfino con me stessa.

Beh, il sarcasmo è la nostra unica difesa. O mi sbaglio?

Nah, non credo tu ti sbagli.
In tutto questo arco di tempo non mi sono accorta che siamo arrivati in biblioteca e che c'è ancora del contatto fisico tra me e Icaro.
Interrompe quel contatto, sedendosi per terra a gambe incrociate, accanto allo spigolo dello scaffale ripieno di libri fantasy.
<<Non posso credere a quello che sto per fare...dai siediti>> picchetta il posto vicino a lui, facendomi spalancare gli occhi.
<<Sai che non sei obbligato e che, soprattutto, non ho bisogno di compassione, vero?>> domando ancora incredula, <<Merida>> mi richiama.
Un brivido dentro di me si accende, come se fosse una scossa.
Non mi chiamava così da tempo.
Vabbè, sarà il freddo.
<<Stai zitta per una volta e siediti>> quasi mi ordina.
Sbuffo sonoramente.
Una piccola curva si forma sulle mie labbra, così creando un sorriso involontario.
Lui lo nota e sorride a sua volta in modo compiaciuto.
Sopprimo immediatamente quella curva formatosi sul mio viso.
Mi siedo accanto a lui, appoggiando la schiena sullo scaffale e piegando le gambe.
<<Bene>> dice lui, <<Bene>> ripeto.
Passano alcuni minuti di silenzio che passo ad osservarlo di nascosto.
In fondo Icaro non è una brutta persona, ha solo il cuore spezzato e ci credo.
Ha perso la donna più importante della sua vita e non potrà mai più riaverla, come io non potrò riavere le mie.
È doloroso, sarebbe meglio essere torturati che perdere delle persone così importanti.
<<Quindi?>> si gira verso di me, ma non ho intenzione di guardare altrove se non nei suoi bellissimi occhi.
Potrebbero non essere originali, ma non è così, perché per quanto ilsuo  colore sia diffuso, lo sguardo non lo è.
Ha lo sguardo di una persona che ha sofferto per davvero, di una persona rotta.
Lo sguardo di una persona che ha perduto una cosa così grande da non poter essere ricostruita.
Ha il mio sguardo.
<<Amaya...>> mi richiama, risvegliandomi dai miei pensieri, <<Lo so che sono un dio greco, ma così mi sciupi>> sorride divertito.
Ed ecco di nuovo Icaro.
Peccato, mi piaceva di più l'altro.
Alzo gli occhi al cielo, ma alla fine non era poi così male come battuta.
Ritorna a farsi serio.
<<Allora...>> comincia, <<Allora?>> domando, <<Sai che intendo>> mi dice, <<Non so di cosa tu stia parlando>> faccio la finta tonta.
<<Amaya>> mi richiama con tono fermo, tono di chi non ammette giri di parole.
Sbuffo pesantemente.
<<Cosa dovrei dirti?>> chiedo scocciata, <<Tutto!>> esclama alzando le braccia, <<Cosa sei tu per me? Sono più che certa che lo diresti ad Amanda. Non mi fido di te>> dico sincera.
Lui abbassa la testa.
<<Non glielo direi>>, <<Perché non dovresti?>> domando, <<Perché ti racconterò qualcosa anch'io. Almeno saremo pari, no?>> chiede alzando il capo e facendo un piccolo sorriso tutt'altro che allegro.
Ci penso su.
Davvero mi voglio fidare?
Chi mi dice che questo segreto non lo sappia anche Amanda?
Devo buttarmi davvero rischiando di non spiccare il volo?
Non lo so.
So solo che abbiamo tutti il cuore fatto di plastica.
<<Sai una cosa?>> domando gurdandolo dritto negli occhi, <<Cosa? >> chiede.
Sposto il mio sguardo verso il soffitto.
<<Critichiamo tanto quelle ragazze con fin troppo silicone sul proprio viso, ma non ci rendiamo conto che la plastica è anche sul nostro cuore>> rivelo i miei pensieri, lasciandolo di stucco.
Spalanco gli occhi, realizzando quello che ho detto.
Vado in panico.
Ora penserà che sono una depressa cronica che pensa solo in modo negativo.
Beh, in fondo lo sono.
<<Sai, hai ragione>> afferma, <<Cosa?>> domando sorpresa, girandomi verso di lui.
<<Hai ragione>> mi ripete.
Passano alcuni secondi.
<<Bene, io mi congedo>> tento di alzarmi da terra, ma lui mi blocca afferrandomi la caviglia.
<<Che c'è ora?>> domando scocciata, <<Non ce ne andremo finché non mi dirai quello che ti è successo>> dice, ritornando serio, <<Sei serio?>> chiedo incredula, <<Sì>> conferma, lasciandomi di stucco.
Oddio.
Sbuffo nuovamente, rimettendomi successivamente nella posizione precedente.
<<Merida, sono serio. Voglio saperlo>> ammette.
Abbasso la testa.
Sono così sicura?
Beh, rischiamo buttandoci, magari qualcuno mi salva, anche se dubito.
<<Va bene>> sospiro, <<Cosa?>> domanda stupefatto, <<Va bene>> ribadisco.
È davvero così strano che io racconti qualcosa a qualcuno?
Beh, sì.
<<Ecco, beh, è una cosa super stupida, non prendermi sul serio. Davvero, non è così importa...>>, <<È importante per te se ci stai così male>> mi interrompe, circondando le mie mani gelate con le sue calde.
Spalanco gli occhi.
Andiamo Amy, sono solo mani e lui è solo Icaro.
Sembro una ragazzina in preda agli ormoni.
A volte mi chiedo se ho davvero diciotto anni.
Dai Amy, anche se hai paura, rischia per una volta.
<<Zenas>> sussurro il suo nome, <<Zenas?>> mi sprona a continuare.
Sbuffo ancora.
<<So che siete migliori amici e che avete litigato. Non voglio peggiorare le cose>> dico sincera, <<Amaya, è tutto ok. In questo momento non c'è nessun Zenas e Icaro, ci siamo solo io e te, va bene?>> chiede non ammettendo repliche.
Annuisco.
Prendo un respiro pronfondo.
<<Davvero non è niente di che...>> cerco di convicerlo, invano, <<Vai al punto, Amy>>.
<<Mi ha solo urlato addosso. Visto? Nulla di che>> affermo, <<Cosa ti ha urlato?>> domanda insistente, <<Nulla di che, solo dov'ero ieri sera>> affermo, <<Sicura?>> domanda per niente convinto.
<<E...anche il fatto che avete litigato...>> continuo, <<E?>>, <<E mi ha solo domandato...Dio, è troppo imbarazzante>> mi interrompo, <<E?>> insiste, <<E mi ha domandato se per vendicarmi di lui e Amanda ti avessi scopato!>> esclamo, guardando subito dopo altrove.
<<Stronzo>> lo insulta, <<Scusa>> abbasso la testa.
<<Ehi, ehi>> una mano la sposta sotto il mio mento, facendomi alzare il capo, <<Non è colpa tua>> continua, <<Però sono più che sicuro che ci sia qualcos'altro sotto>>.
<<Diciamo che il nostro rapporto in queste settimane non è stato il massimo>> ammetto.
Sospira.
<<Beh, adesso tocca a me, no?>> chiede e io gli do un "sì" con la testa in risposta.
<<Io...io non sono quello che credi...>> inzia a parlare, <<In che senso?>> domando, <<Io...non sono davvero io>> continua, mentre io lo guardo confusa.
<<Tu perché fingi?>> mi domanda di punto in bianco.
Sospiro pesantemente.
<<Per piacere agli altri>> dico a bassa voce, ma facendomi sentire, <<Io non lo faccio per questo, ma per me stesso, perché ho paura di rimanere ferito>> ammette.
Ora ho capito.
Lui è come me, ma non lo fa per lo stesso motivo.
Lui ha paura di rompersi ancora di più, per questo non racconta nulla a nessuno, ha paura di soffrire, di rimanerci male.
Siamo così diversamente simili.
Siamo le due faccie della stessa medaglia.
Siamo come Lucifero e Michele, due gemelli ma con caratteri completamente diversi.
Però, io non butterei mai Icaro fuori dal paradiso, perché dopo tutto questo tempo, si merita un posto in esso.
Sciolgo il contatto tra le nostre mani e appoggio la mia testa sulla sua spalla. 
Poi faccio un gesto quasi d'istinto: avvolgo le mie braccia attorno alla sua vita, accocolandomi a lui.
Rimane rigido per un momento, visto che è più che sorpreso, ma poi ricambia piano piano l'abbraccio.
Restiamo lì a contemplarci per interminabili minuti.
Rimaniamo lì a sentire il dolore dell'altro e a cercare di assorbirlo, invano.
Impariremo prima o poi, impareremo insieme.
L'unica cosa di cui mi dispiace per davvero, è che so che fuori da questa stanza io per lui sarò la sorella del milgiore amico.
Ritornerà ad odiarmi, ne sono certa.
È per questo che cerco di accoccolarmi a lui il più possibile, perché so che fuori da questa maledetta biblioteca non ci sarà più un "noi", non esisterà più.
Lui si dimenticherà di questo momento, non gli darà importanza, ma io sì.
Io lo custodirò come oro, perché per me questo abbraccio è importante, perché quasi nessuno nella sua vita ha provato ad abbracciarmi.
E per quanto io debba essere arrabbiata con lui, io so di volergli bene, ma per lui non sarà mai così, perché per me non ci sarà mai spazio nella sua vita.
Perché è solo uno stupido momento per lui, un momento di debolezza.
Eppure io sto sperando che da questa piantina, che sarebbe l'abbraccio, cresca un albero, che il nostro rapporto si evolva in qualcosa di più.
Ma so già che tornerà ad odiarmi, ne sono certa.
Io non sono niente per lui.

Angolo autrice:

Wei!
Come va?
Piaciuto il capitolo?
Finalmente Icaro si è confessato!
Ma, ovviamente, Amy deve avere le sue paranoie🙄
Comunque, vi ringrazio un sacco!
Stiamo crescendo molto e ne sono super contenta!
Devo iniziare anche a rivisionare il libro, magari.
Beh, che dire, un saluto e un caffè a tutti i presenti🙃☕
Fottetevi Malic😵🌙
Ciao malati di libri🌚❤️

Pioggia Notturna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora