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"Madre siamo ancora lontani?", "No tesoro, siamo quasi arrivati", sbuffai rivolgendo lo sguardo al paesaggio che scorreva veloce dal finestrino della macchina. "Ti piacerà la nuova città, non è grande come New York, ma è molto bella", disse mio padre guardandomi dallo specchietto", annuii scocciata, dovevamo trasferirci poiché mio padre aveva comprato un'azienda nei pressi di Lima in Ohio, quindi nuova casa, nuova scuola e nuovi amici.

Ero persa nei miei scomodi pensieri che non mi accorsi che mio padre avesse parcheggiato l'auto in garage, aprii la portiera della macchina e seguii con lo sguardo mia madre che aveva cominciato a dare ordini ai domestici di portare le valigie nelle rispettive stanze, poi mi guardò e disse mentre entravamo nell'enorme dimora "Vieni che ti mostro la tua stanza e la casa, metà del tuo guardaroba è nell'armadio, per quanto riguarda quello che hai messo nella valigia, ci penserà Consuela", annuii anche perché non sapevo esattamente cosa dirle.

La casa era enorme, l'ho già accennato ma non smetterò mai di ripeterlo, era composta da tre piani, il piano terra aveva la cucina, il salone e un bagno, sotto le scale che portavano al secondo piano c'era una porta che portava alle camere dei domestici, il secondo piano era composto dalla camera mie e dei miei genitori ed infine il dehors aveva un enorme piscina e il garage.

Mia madre mi mostrò la mia camera, più che mostrarmela aprì la porta e mi disse "Questa è camera tua, si cena per le otto, puntuale" per poi sbattermi la porta in faccia.

La mia stanza era enorme ed era dotata di un guardaroba, di un bagno e di un balcone, dove da esso potevo ammirare il giardino.

Mi buttai sul letto, guardai l'ora sul telefono ed erano le sette così decisi di farmi la doccia, mettermi il pigiama e decidere cosa indossare per il primo giorno in una scuola dove non conoscevo nessuno; e dove sinceramente non m'importava di fare amicizia, guardai l'ora ed erano le otto cosi come una scheggia scesi in sala da pranzo.

Mi sedetti e le cameriere ci servirono la cena, durante il pasto mio padre mi chiese "Agitata per domani?", scossi la testa poi gli dissi "Padre quand'è che arriverà la moto?", " Domani dopo che Matias ti sarà venuto a prendere da scuola, la vedrai in garage", poi aggiunse "Domani ti accompagniamo io e tua madre a scuola, poi come ho detto prima Mathias ti verrà a prendere",lo guardai e risposi "Grazie".

Cena finita tornai in stanza, fumai sul balcone una sigaretta mentre guardavo i miei nella piscina che ritornavano bambini per poi buttarmi sul letto e addormentarmi.

He's My SongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora