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Audrey si aggirava furtiva nei pressi del castello.
Indossava un lungo mantello scuro per mimetizzarsi nel buio della notte e in una mano guantata stringeva un coccio di cristallo rosso.

In lontananza sentì un portone aprirsi e dei passi leggeri avvicinarsi. Si nascose dietro un albero dal tronco piuttosto spesso.
-Madame Audrey? Siete qua?- sussurrò una voce nasale.
Audrey, con molta prudenza, guardò oltre il tronco e appurò con piacere che l'uomo che la chiamava era il Granduca Bourgeois.
-I miei ossequi, Granduca- disse uscendo dal suo nascondiglio.
L'uomo le si avvicinò a grandi passi e le baciò la mano.

-Avete ricevuto il mio biglietto, vedo- osservò la donna.
André Bourgeois annuì serio.
-Credo che sia nell'interesse di entrambi che questa conversazione e quest'incontro rimangano segreti- continuò lei.
-Mi permetta di suggerire allora di spostarci nei miei alloggi, sono più privati e lontani da orecchi indiscreti. Da quello che ho capito lei vuole parlarmi di qualcosa di molto importante-
Audrey acconsentì alla richiesta dell'uomo e di due si avviarono furtivamente verso il castello, il primo incuriosito dalle informazioni che quella donna poteva fornirgli e la seconda con un ghigno soddisfatto all'idea che finalmente avrebbe ottenuto quello che si meritava: onore e ricchezza per lei e le sue due figlie e tristezza e solitudine per Marinette.


Marinette danzava per la stanza alla debole luce di alcune candele, provocando sul pavimento ombre tremolanti.
Il malumore di quella mattina le era passato: in fondo aveva ottenuto quello che più desiderava.
Il suo sogno era quello di rivedere Chat e si era realizzato. Anzi, aveva pure ottenuto di più: anziché rivederlo e basta aveva trascorso una magnifica serata in sua compagnia, danzando e parlando e passeggiando.
In cuor suo sapeva di essere stata molto fortunata.
I momenti trascorsi con Adrien, seppur avvenuti solamente la sera prima, erano diventati un sogno lontano che Marinette avrebbe sempre serbato nel cuore per consolarsi e tirarsi su nei momenti tristi.

Marinette smise di ballare solo quando le candele si erano ormai esaurite. Lanciò una veloce occhiata alla finestra, dalla quale si vedeva un peso di strada sbucare attraverso gli alberi.
Qualche ora prima aveva sentito dei passi furtivi nell'ingresso e la porta era stata aperta e chiusa con grande attenzione, in modo da non far rumore, ma Marinette, chiusa in soffitta, non aveva potuto oliare i Cardini come faceva quasi tutti i giorni e perciò ne aveva sentito il cigolio.
Poi aveva visto una figura incappucciata galoppare verso il paese e il castello, ma non aveva capito di chi si trattasse.

Tuttavia la sagoma non era ancora tornata Marinette si lasciò cadere sul letto polveroso, mentre le palpebre le si facevano sempre più pesanti, per poi cadere in un profondo sonno senza sogni.


Audrey prese posto dell'elegante poltrona di chintz che il Granduca le stava indicando. Lui si sedette dalla parte opposta della scrivania, su un elegante sedia nera. L'uomo unì le mani e le poggiò sulla scrivania osservando la donna dalla parte opposta.

Era tutto sommato una bella donna, elegante e raffinata, con una bella portatura e modi signorili.

Aspettò che parlasse, ma dopo alcuni minuti di silenzio decise di prendere parola lui stesso.

-Cosa l'ha spinta a venire qui, Madame?-

Audrey non disse nulla ma poggiò qualcosa sulla scrivania. André si avvicinò per capire di cosa si trattasse. Era un coccio di quello che sembrava vetro rosso, ma aveva una forma strana: sembrava la punta di una scarpetta. A quel pensiero realizzò.
Non sembrava la punta di una scarpetta, era la punta di una scarpetta.

-Dove l'ha trovata?- si accorse anche lui dell'incredulità nella sua voce e si ricompose in fretta.

-In mano ad una delle mie serve. Una ragazza priva di fascino o qualità- rispose con disprezzo lei.
A quelle parole André sobbalzò. Se era davvero come diceva lei, che la scarpetta apparteneva ad una servita qualsiasi, non poteva permettere che Adrien sposasse quella ragazza. Audrey sembrava pensarla allo stesso modo poiché prese nuovamente parola.

-Ora, non ho potuto fare a meno di ripensare alla conversazione fra voi e il defunto re Gabriel -condoglianze a proposito- che ho... casualmente sentito la sera del ballo e mi son detta che non potevo permettere una tale unione. Sarebbe una vergogna per la famiglia reale, per voi e per tutto il regno, perciò ho pensato di impedirlo ma...- la donna lasciò la frase in sospeso ma il Granduca capì cosa voleva dire.

-Cosa desiderate in cambio?-domandò mentre un ghigno si faceva strada sul volto di entrambi. In fondo anche lui avrebbe fatto la stessa esatta cosa se fosse stato al posto della donna.
-Direi che matrimoni vantaggiosi per le mie due figlie e un'elevata posizione sociale per me dovrebbero bastare- rispose Audrey.
-Sarà fatto, allora- disse André porgendo la mano alla donna.

-Faremo in modo che la vera identità della misteriosa Ladybug resti un segreto tra me, voi e la vostra... servetta- pronunciò l'ultima parola con disgusto. Audrey gli afferrò la mano e id ue scoppiarono in una risata complice e malvagia.

SPAZIO ME:
Ma quanto sono simpatici Aidrey e Andrè?

Si scherza, giuro che li sto odiando pure io LOL.

Anyway, oggi aggiornamento come promesso. Il capitolo è un po' corto ma non credo che andasse aggiunto altro.

Non credo che manchino ancora molti capitoli alla fine del libro, anzi, direi che ne mancano solamente due o tre al massimo.

Detto ciò... al prossimo AGGIORNAMENTO 🙂🙂

Cenerentola || MiraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora