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SeokJin era tornato a casa. Era stanco e assonnato ma ora aveva capito che i suoi genitori non gli avevano mentito sul fatto di essere stato adottato. Ma la storia dell'angelo? Perché la aveva inventata? Era un modo per sdrammatizzare la sua adozione? Non poteva trovarsi menzogna migliore? Doveva proprio inventarsi la storia di un angelo?
SeokJin era confuso. Tanto. Molto. Troppo. Non riusciva a non pensare a questa storia che sembrava collegata da una catena. Ma ad ogni passo c'era un lucchetto, dove bisognava faticare per trovare la chiave esatta.

Dopo aver cenato, Jin, si buttó a letto, chiudendo gli occhi cercando di pensare ad altro. Pensò a Taehyung, a Namjoon, Yoongi, Jimin e infine Hoseok. L'ultimo però, gli ricordò l'ultimo bigliettino che avevano trovato. L'arancia... Era davvero lui l'arancia che si citava nel bigliettino?
SeokJin non era sicuro, ma YoungBae aveva detto ciò.  Provare non costa nulla. Al massimo gli diceva no.
Ma Hoseok cosa avrebbe mai potuto nascondergli, si erano sempre detto tutto.

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SeokJin, dopo aver passato una notte in bianco si preparò e uscì di casa. Un'altra giornata pesante si sarebbe presentata davanti ai suoi occhi. SeokJin da quante cose doveva fare si preparò una piccola agenda mentale.

1) Andare a prendere Taehyung.
2) Arrivato a scuola salutare tutti e prendere un caffè con i miei amici.
3) Andare in aula di giapponese e fare il test.
4) Fare le altre ore stando attento per i futuri test.
5) A ora di pranzo mangiare con i propri amici.
6) Durante la pausa chiedere a Hoseok quella cosa.
7) Parlare con Namjoon di un'altra cosa.
8) Tornare a casa.

Arrivò davanti alla casa di Taehyung e suonò al campanello. Stranamente lui era sveglio e pronto. Infatti cinque secondi dopo che SeokJin aveva bussato, Taehyung venne ad aprirgli. Insieme uscirono e andarono verso scuola.
SeokJin di tutta questa storia, non voleva parlarne con Taehyung ma bensì con Namjoon. Pure Namjoon aveva perso i suoi genitori e lui, avrebbe potuto capirlo meglio. Voleva parlare con Namjoon sia di questa cosa, che di un'altra che oramai si chiedeva da molto.
Molto silenziosamente i due andarono fino a scuola, non spiccarono parola o quando lo facevano parlavano di cose abbastanza inutili. Entrambi erano concentrati a pensare, da una parte alle cose successe il giorno prima, l'altro a chiedersi cosa avrebbe fatto quel weekend. Arrivati, videro i ragazzi appoggiati al cancello, i due fidanzatini con le mani legate e Jimin con la schiena attaccata alla spalla di Yoongi. SeokJin fissò il suo sguardo sul ragazzo con i capelli arancioni e quando Hoseok se ne accorse, gli regalò uno splendido sorriso.

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Le prime ore erano passate e SeokJin aveva già completato cinque punti della sua lista. Adesso toccava al sesto. Quel punto gli faceva paura, era davvero lui l'arancia? Se sì, che c'entrava con la storia dei bigliettini?
SeokJin aveva dato appuntamento a Hoseok sopra il tetto della scuola, posto in cui non veniva mai quasi nessuno dato il troppo vento.
Hoseok arrivò prima di Seokjin. Quel ragazzo era una scheggia. Arrivava sempre con moltissimi minuti di anticipo. Appena SeokJin arrivò, Hoseok gli rivolse l'ennesimo sorriso e insieme, si sedettero su una panchina.
Passarono alcuni minuti in silenzio.
SeokJin stava a gambe larghe con i gomiti sulle coscie mentre Hoseok, per vedere in viso Seokjin, si era seduto a terra a gambe incrociate.
SeokJin alzò la testa.

«Hey, Hobi. Mi stai nascondendo qualcosa non è vero?» Chiese SeokJin molto ma molto diretto. Non voleva fare troppi giri di parole. La questione per lui era importante e forse la stava prendendo troppo seriamente, ma SeokJin pensava che tutto fosse collegato ai suoi genitori.
Hoseok sbiancò di colpo sgranando gli occhi. Lo guardò confuso, SeokJin invece lo guardava seriamente.

«Dimmi la verità, Hoseok»
rispose sempre il maggiore marcando il nome dell'altro. Hoseok deglutì.

«Ecco... Come hai fatto a scoprire che da poco abbiamo una relazione a tre con Jimin?» Parlò veloce il ragazzo solare seduto per terra. SeokJin socchiuse la bocca.

«Eh? No, stupido! Non intendevo questo, intendevo se tu avessi qualche segreto importante legato a me. E di quello ne parliamo dopo.» rispose sia stupito che impaziente SeokJin.
Alla prima frase Hoseok tirò un sospiro enorme, per poi guardare con serietà l'amico.

«Lo hai scoperto grazie al bigliettino arancione?» domandò Hobi non togliendo lo sguardo dal corvino. SeokJin annuì e tirò fuori dalla sua tasca il bigliettino. Hoseok si alzò guardandolo dall'alto.

«Questo è un segreto che non dovrai mai raccontare a nessuno, sia chiaro. Mi devi credere, o sennò potrebbero accadere cose devastanti. SeokJin, tu sei mio amico, ma non potevi ancora capire quello che ti sto per dire... Sei pronto» spiegò l'arancione a Seokjin.
Il "padre" di Jin aveva ragione, con "l'arancia" si intendeva il colore dei capelli.
SeokJin annuì e disse un "SONO PRONTO" molto deciso e dall'emozione anche con voce più alta. Hoseok gli fece segno di stare zitto e lo guardò.

«Seokjin. Non mi crederai ma posso mostrartelo...» iniziò, per poi guardarsi intorno che non ci fosse nessuno.

«...Io sono un angelo.»

Continuò per poi appoggiare un pugno sul suo cuore, mettere una gamba davanti all'altra e battere due volte sul suo petto. Da quella serie di movimenti, uscirono due ali piene di piume dalla sua schiena.

Ma Hoseok e SeokJin, non sapevano che qualcun'altro aveva assistito alla scena.

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No angel kills [Namjin] (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora