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Seokjin arrossì al complimento di Namjoon. Abbassò la testa e si girò camminando fuori dal parcheggio vuoto. Namjoon rise e lo seguì. Insieme dentro quella città che nessuno dei due aveva mai visitato, cercarono un ristorante non troppo affollato. Fortunatamente era ancora presto e nessuno mangiava così presto. Infatti molti ristoranti stavano aprendo proprio in quel momento. Namjoon con ancora la mano tenuta a quella di Jin; per paura di perderlo tra i signori che tornavano dal lavoro; girò a destra e entrò in un ristorante.

Seokjin lo seguì curiosamente e si guardò intorno. A destra si trovava il balcone dei drink mentre a destra l'uscita per andare a mangiare all'esterno. Poco più avanti si intravedeva una distesa verde con alcune persone intorno. Molto probabilmente era un biliardo.

Una ragazza vestita di nero e con capelli lunghi e marroncini si avvicinò a loro due e li condusse in un posto appartato. Aveva capito chi erano i due ragazzi e per non ottenere una cattiva recensione al ristorante, li mise più lontano dai clienti troppo curiosi.

I due, appena seduti, osservarono il menù attentamente, stando zitti finché Namjoon non chiese la tipica domanda: "hai scelto?" Dopo di ciò, ordinarono e si guardarono. Seokjin dopo qualche litigio tra se e se e un grande sospiro di incoraggiamento prese il coraggio per parlare.

«Namjoon, posso farti una domanda? É un po' difficile da chiedere, ma riguarda le nostre infanzie. Mio padre e mia madre mi hanno sempre detto che ero loro figlio ma quando ho compiuto diciott'anni, mi hanno rivelato che ero stato salvato da un angelo. Io non ci ho mai creduto. Gli angeli per me non esistevano, nessuno ne aveva mai parlato o visto uno, ma io ora ci credo. Hoseok oggi é stato ritrovato morto, ma una settimana prima mi aveva mostrato che anche lui era un angelo. Avevo visto le sue lunghe ali bianche e alcuni dei suoi poteri. Namjoon, per me gli angeli esistono. Per te?» domandò con molto coraggio SeokJin. Namjoon posizionò le sue mani sopra il naso e pensò per qualche secondo a tutto quello che SeokJin gli aveva appena raccontato.
Ma intanto, il corvino ebbe un pensiero. Se sia Namjoon, che lui erano stati salvati la stessa notte... Avevano lo stesso angelo? Però Namjoon non era stato ritrovato sul palco ma comunque è stato adottato da Park Bom. Che ci fossero stati due angeli?
Namjoon guardò l'amico che intanto ricambiava lo sguardo divorando nervosamente un pacchetto di grissini regalati dal ristorante.

«Anche mia madre mi ha raccontato la storia dell'angelo, ma non ha aspettato. Appena sono diventato maturo e capace di accettare le cose me lo ha detto. Neppure io ci ho creduto, avevo credici o quattordici anni e mi sembrava una cavolata bella e buona. Ma lei mi ha mostrato foto di angeli, notizie di giornale, filmati... Ma soprattutto un angelo vero in carne ed ossa. Non sapevo di Hoseok, e anche se non sembra mi dispiace parecchio del suo omicidio. Ho avuto difficoltà a trattenere le lacrime ma non posso piangerci troppo. Per me ora esistono. Soprattutto dopo aver visto questo filmato al cinema. Sono davvero curioso di capire cosa c'è dietro tutto questo.» rispose il grigio togliendo le mani dal naso e mettendole sul mento tenendosi stabile con i gomiti. Ad ogni parola, SeokJin si calmava e annuiva di tanto in tanto per fare capire che ascoltava.
Anche Seokjin era molto curioso di arrivare alla fine di questo mistero che sembrava appena iniziato. I piatti arrivarono e finché mangiavano tornarono a parlare tranquillamente del più e del meno, iniziando anche a fare supposizioni su chi fosse l'assassino di Hoseok o se esso fosse un omicidio o un suicidio. Arrivarono alla conclusione che era stato un omicidio, perché l'unica informazione che la polizia aveva rivelato era la causa della morta. Aveva preso una scossa mortale, che partiva dal piede ed era passata per tutto il corpo facendo fermare il cuore. Che fosse stato un incidente? Nessuno dei due lo credeva. Hoseok era stupido, ma non così tanto. Gli incidenti capitavano ma Hoseok era un ragazzo attento.
Per godersi meglio la serata cambiarono argomento. Seokjin finì il suo bicchiere di Fanta e guardò Namjoon divertito.

«Hey Namjoon! Come uccidi un orologiaio? COL-PENDOLO!» chiese e rispose SeokJin iniziando a ridere alla sua stessa battuta. A Namjoon non era piaciuta granché ma rise anche lui. Non per la battuta ma per la risata contagiosa di SeokJin.
Tra i due passava una serena aria e i due si stavano divertendo e si confidavano cose delle loro vite e di cose accadute in momenti simpatici e seri.
Dopo che Namjoon ebbe pagato per entrambi uscirono e si diressero verso un bar a bere qualcosa insieme.
Seokjin era stupito. All'inizio Jin, era confuso, quasi spaventato su quel ragazzo dai capelli argentati e dalla grande altezza. Mentre adesso, SeokJin aveva iniziato a tenere a Namjoon, in tutto quel tempo passato insieme avevano iniziato ad avere una bella relazione.

Dopo la fantastica serata passata insieme, i due, si diressero ognuno a casa propria.
Seokjin appena entrato in camera sua, si butto sul letto mettendosi il pigiama velocemente. Prese dalla tasca dei pantaloni che precedentemente erano stati buttati sul letto, il bigliettino.
Lo aprì e lo lesse.

«Ritorna nella casa dove hai trovato il bigliettino»

Queste erano le parole che stavano scritte nel biglietto con un simpatico inchiostro arancione.

«Aspetta... Arancione, arancia, arancione, Hoseok?» chiese di colpo SeokJin. Che lo scrittore dei bigliettini sapesse della morte di Hoseok? Perciò anche Seokjin era in pericolo?
Tutte quelle erano coincidenze oppure semplici somiglianze?

No angel kills [Namjin] (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora