<<Il resto lo sai>> concludo spegnendo la sigaretta nel posacenere. L'ultimo filo di fumo sale verso l'alto per poi scomparire. Lo guardo mentre cerca di formulare un discorso. Da quando è successo quell'incidente anche Sam parla con cautela. Sbuffo sorridendo.
<<Andrew dimmi pure quello che vuoi, posso incassare tutto>> Alza lo sguardo e ricambia dolcemente il sorriso.
<<Mi dispiace di non essere venuto subito, ma non sapevo cosa fare. Mark è arrivato da noi, ci aspettavamo il peggio ma invece non è successo nulla. Ci ha solamente detto che vi eravate lasciati, che sapeva tutto e che sarebbe ripartito dopo una settimana. Ha parlato con Chris ma sinceramente non so cosa si siano detti.>> conclude dando una svapata.
Christian. Chris.
<<Non gli hai detto cosa ho combinato, vero?>> domando trattenendo il respiro.
Si blocca con la svapo a mezz'aria.
Lo guardo impaurita iniziando a gesticolare come una pazza <<Glielo hai detto?>> domando con un tono di voce fin troppo alto.
Andrew si tappa le orecchie e mi fa cenno di smetterla <<Sei impazzita sul serio? Vuoi farmi diventare sordo?>> sbotta massaggiandosi le orecchie.
<<Allora?>>richiedo cercando di estorcergli informazioni.
Mi fissa colpevole e poi confessa <<Senti cosa avrei dovuta fare? Quando hai combinato il casino tua madre ha chiamato Sam. Dovevi vederla, stava delirando. Quando siamo usciti dall'ospedale abbiamo mantenuto la promessa che ti abbiamo fatto ma...>> prende un sospiro e da uno strappo alla svapo <<e l'altra sera eravamo alla casa, Chris non si staccava da me e da Sam. Continuava a chiedere se andasse tutto bene perché era un periodo che ci vedeva strani e assenti. Poi hai mandato un messaggio a Sam dicendo che stavi avendo di nuovo una crisi>> abbassa la voce sapendo quanto stia male in quei momenti.
<<Chris era accanto a lei e ha letto quello che hai scritto. È diventato una furia, ha iniziato a sbraitare verso di me chiedendo del perché non gli avessimo detto nulla. Ho cercato di inventarmi qualche scusa, ma non ha funzionato. Se n'è andato via ed è da due giorni che non lo sento.>> conclude guardandomi con la cosa nell'occhio.
<<Che c'è?>> chiedo sentendomi il suo sguardo addosso
<<Non vi siete più sentiti?>> domanda facendo zapping in TV, mi lascio andare un sospiro frustrato e fisso i miei occhi sulla televisione.
<<No, ho una fottuta paura di affrontarlo. Non saprei cosa dire poi. Sono sicura di non provare più niente per Mark, ma non so cosa sento per Chris. Ho cercato di mettere insieme qualche pensiero ma non capisco ancora cosa mi sia preso quella sera.>> dico portandomi le mani al viso esausta da quella conversazione. Parlare, aprirmi, era diventato così difficile dopo quell'incidente.
Sorride e si alza sistemandosi i jeans <<Sono sicuro che già sai la risposta, e anche lui. Quello che vi manca è il coraggio. Ma prima o poi lo troverete>> conclude avvicinandosi alla porta. Lo seguo cercando di assimilare quello che ha appena sentenziato. Scuoto la testa sorridendo appena.
<<Certo Drew, nei tuoi sogni magari>> affermo sistemandogli il colletto della polo <<Grazie per essere passato.>> dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Si ferma sulla porta e si gira titubante <<Senti, noi stasera siamo al Joy's, perché non vieni? Mangiamo un doppio cheesburger, di quelli che ti piacciono a te. Prima o poi dovrai tornare ad uscire.>>
Mi gelo sul posto. Al pensiero di dovermi trovare in mezzo a della gente inizio a sudare freddo.
<<Senti Andrew, ci devo pensare. Dico davvero, non è facile...>> dico guardandomi le mani distrutte.
Mi scompiglia la frangia e sospira annuendo. <<Pensaci però, Sam farebbe i salti di gioia. E credo non solo lei.>> conclude distogliendo lo sguardo dai miei occhi confusi.
Ci salutiamo con un abbraccio e torno a sedermi sul divano con il telecomando in mano. Scorro i canali senza dare particolare attenzione a quello che stanno dando in tv. Come faccio ad uscire se ho paura delle persone, solo al pensiero di dover passare un'intera serata in mezzo a quegli occhi mi manca il respiro. Mi sento sporca, come se dovessi nascondere qualcosa. Un qualcosa che non c'è, che non esiste. È una sensazione orribile, con mamma e Sam abbiamo provato ad uscire qualche volta ma con scarsi risultati. Quando il posto si faceva sempre più affollato iniziavo a stare male e dovevo scappare.
Scappare. Si, perché è quello che stavo facendo da più di un mese ormai. Come un topo, come una codarda mi nascondevo nella mia tana, nel mio piccolo mondo sicuro. Casa era il mio posto sicuro, quel posto dove non poteva accadermi nulla. Ma credevo anche che non sarei potuta andare avanti così, non riuscivo più a reggere gli occhi tristi di mia madre nel vedermi distrutta, i "mi manchi" di Sam galleggiavano nella mia mente prepotenti.
Senza pensare presi il telefono e digitai il numero di Sam <<Hei dolcezza! Che succede?>> la sua voce era preoccupata <<Senti Sam... Drew mi ha detto che stasera andate al Joy's... posso venire?>> domando con un filo di voce.
In risposta Sam lancia un urletto e sborbotta che tra venti minuti sarebbe stata qua per prepararci.
Attacca senza salutarmi mentre io mi maledico già per aver fatto quella chiamata.
Sentivo la testa leggera, ma ormai avevo iniziato la partita, ormai avevo lanciato il sasso e non potevo nascondere la mano.
Prendo un sospiro e mi dirigo in bagno, una bella doccia mi avrebbe aiutato a riprendere coscienza di me stessa.
Insomma, cosa poteva andare storto? Sarei andata al Joy's, avremo mangiato come sempre e saremo tornati a casa.
Una serata tranquilla con degli amici, come ai vecchi tempi.
Non sarebbe successo nulla, o almeno così credevo.
Angolo autrice:
scusate se questo capitolo è corto, ma sto trascrivendo tutto su pc e nel mentre correggo e pubblico!
Un bacio!
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It Was Always You.
RomanceDicono che basti un secondo per cambiare il nostro destino, e Sophia l'aveva fatto. Aveva utilizzato quel secondo per sconvolgerlo completamente: tutte le sicurezze che poche ore prima aveva erano sparite in un soffio, lasciando il vuoto davanti a s...