Capitolo 4

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Appena arrivai a casa mi stravaccai sul divano con la delicatezza di un elefante in preda ad un isteria, assumendo una posizione ambigua ma comoda.

"Lele sei tornata?" Mi cercò mia madre dal piano di sopra, non l'avevo vista per tutta la giornata.

"Si"risposi atona , ero più concentrata a rispondere ai messaggi tempestivi di Aidan e Amybeth, avevano scoperto della mia partenza e mi sarei sentita ancora più in colpa se non gli avessi detto le cose come stavano.

"Come è andato il primo giorno?" disse raggiungendo il salotto e appoggiandosi con la schiena al muro.

"Tutto apposto, ho conosciuto un ragazzo, si chiama Noah " seguitai poco interessata all'argomento, io e mia madre non parlavamo molto , non avevamo un ottimo rapporto , ero molto più legata a mio padre.

"Ti ambienti in fretta. Comunque sta sera a cena vengono i vicini, i Partridge " rispose con altrettanta indifferenza.

"Va bene .... ASPETTA, COSA?"balzai giù dal divano, solo il pensare che avrei dovuto rivedere quell'essere irritante mi fece ribollire  il sangue.

"Si quelli della Casa un Fianco, Vestiti Carina.

Al signor Partridge  è  morta la moglie Due anni fà e in oltre ha un figlio della Tua Età. Louis "

continuò accingendosi a raddrizzare alcune cornici sulla mensola.

In quel momento mi sentii il mondo cadere addosso.

"Comunque domani vado a prendere la moto di papà"sviai discorso in modo molto furtivo , avrei voluto rifiutarmi di partecipare a quella cena e rifugiarmi a casa della zia Jo ma non volevo l'ennesima ramanzina da parte di mia madre.

"Ok, ma mi raccomando stai attenta"si raccomandò con me pur sapendo che sono un ottima guidatrice.

Mi diede un bacio sulla nuca e salì al piano di sopra.

Erano già le 19 e mi dovevo sbrigare.

Mi feci una doccia veloce, mi vestii ed infine misi  un filo di lucida labbra.

Lasciai i miei favolosi capelli ricci sciolti ma per sicurezza portai anche un elastico.

Appena scesi  al piano di sotto suonarono  il campanello, mi precipitai  ad aprire la porta.

Mi ritrovai davanti un signore sulla cinquantina e lo stronzo.

Li accolsi con uno dei miei più falsi sorrisi.

"Buona sera, io sono Danielle"mi presentai all'uomo sul portico di  casa mia, gli feci cenno con il braccio di entrare e si accomodo nell'androne.

"James" disse  stringendomi la mano.

Il signore dinanzi a me era di alta statura , una muscolatura appena accennata che si poteva intravedere da sotto gli indumenti e dei lineamenti molto simili a suo figlio.

"Lui è mio figlio Louis "cercò di coinvolgere anche lo stronzo che per tutta risposta seguitò con un banale "Ci conosciamo già", lo disse in modo svogliato osservando l'ingresso della casa.

"James" disse in tono caloroso mia madre entrando nell'atrio e accogliendolo con un abbraccio che venne subito ricambiato "Quanto tempo".

Era da un pò che non la vedevo così sorridente , e poi mi chiedevo come facessero a conoscersi.

"E tu devi essere Louis, tu non ti ricordi di me ma quando eri ancora un bebè ti tenevo sempre in braccio" disse guardando Louis e cacciando una risatina sull'ultima parte.

"Mamma vedo che ci sono un bel pò di cose di cui non mi hai parlato" seguitai dubbiosa.

"Già mi ero scordata , come ben sai questa casa appartiene ai tuoi nonni da molto tempo ed essendo cresciuta qui , conosco da molto tempo James , ha sempre abitato nella casa affianco, siamo praticamente cresciuti assieme"iniziò a raccontare , poi di distassi e non la seguii più.

Ci incamminammo tutti insieme verso la sala da pranzo.

Ci sedemmo  a tavola e mia madre mi costrinse a sedermi accanto ad Louis .

La cena era una noia bestiale  , James e mamma parlavano per tutto il tempo di quando erano bambini e giocavano nel parco qui davanti, ed io giustamente non prestavo  attenzione mi limitavo ad annuire e sorridere a qualche battuta non divertente.

Ad un certo punto, Louis , interruppe bruscamente suo padre che stava raccontando di una volta che fecero un abbuffata di caramelle, chiedendomi di accompagnarlo al bagno, gli si leggeva chiaro in faccia che era infastidito e imbarazzato dalla situazione.

Lo accompagnai al piano di sopra e per tutto il tragitto non spiccicammo  una parola.

"Quindi bambi parlami un po' di te." attaccò a parlare ma lo fermai subito sbuffando

"Non voglio avere niente a che fare con un idiota come te ."rimbeccai infastidita

Feci per ritornare in tavola ma mi afferrò il braccio per poi sbattermi ad una parete.

"Ti consiglio vivamente di non rivolgerti più così a me, potresti fare veramente una brutta fine " mi liberai dalla sua presa e mi dileguai prima che potesse dire altro. 

La cena  finì  bene, tranne per il fatto che Mr.stronzo mi chiese  davanti a mia madre il numero e dato che lei ci tiene glie lo dovetti  dare per forza, astuto il ragazzo.

Un balcone in due | 𝕃𝕠𝕦𝕚𝕤 ℙ𝕒𝕣𝕥𝕣𝕚𝕕𝕘𝕖 ✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora