Capitolo 5

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Stressante: l'unica parola possibile per descrivere la cena della sera prima.
E pensare che doveva essere solo , come lo aveva definito mia madre, una cenetta intima e amichevole con i vicini.
L'indomani non c'era scuola ,quindi , decisi di andare a prendere la moto di mio padre a Hollywood.
Mi preparai molto velocemente, mettendo  una giacca di pelle rossa dei pantaloncini e un top nero.
Spruzzai poche gocce del mio profumo preferito love don't be shy e mi sistemai meglio davanti allo specchio
Dopo aver preso le chiavi ,uscii di casa e mi incamminai verso la fermata del bus.
Aspettai venti minuti imprecando contro chi organizzava i sistemi publici di trasporto a Los Angeles per avermi fatta stare al sole e poi salì sul bus.
Mi sedetti  al piano di sopra , incurante del fatto che fosse praticamente deserto.
Infilai le cuffiette e feci partire daddy iusses dei Neighboorhood.
Adoro questo gruppo , le loro canzoni non mi stancano mai , proprio come quelle degli Arctic Monkeys.
Ad un certo punto sentii una presenza accanto a me , mi girai e trovai un ragazzo.
Apparentemente alto, con tratti facciali ispanici, poteva avere circa una ventina d'anni.
Decisi di non mettermi a fissarlo ma notai il modo anomalo con la quale mi guardava.
A dire il vero mi inquietava parecchio.
Decisi di concentrarmi a guardare cosa ci fosse oltre il finestrino e rivolgere tutta la mia attenzione alla musica.
Tutto d'un tratto mi sentí strappare la borsetta dalle mani.
Mi alzai di scatto e  vedi  il ladro correre verso la scala ma qualcuno lo afferrò per la felpa.
Louis.
Il ragazzo pur essendo alto era molto più minuto di lui e molto meno muscoloso, invece da parte dello stronzo era sempre facile notare il ben di Dio che aveva sotto la maglia.

Ben di Dio che tu hai potuto guardare benissimo 😏

In effetti quella maglia nera con lo scollo a V non gli stava male , anzi evidenziava la muscolatura.

Gli confiscò la borsetta e lo spinse  per poi venire su verso di me.
"Tutto apposto, ti ha toccata o ferita ?" Chiese subito allarmato.
"No, ma grazie per la borsa"seguitai rifilandogli un sorriso di circostanza.
"Di niente"
Iniziai poi a chiedermi cosa , uno come lui con una bella macchina con la quale mi stava anche investendo , che ci fa su un mezzo publico?
"Che ci fai qui ?"domandai curiosa.
"Ti seguivo" disse con tono pacato mente si tormentava le pellicine.
"COSAAAAA!!!! Ma che vuoi da me ?"
Uno psicopatico , ecco cos'era , uno psicopatico , mi sembra di stare in you.
"Quindi non mi ringrazi , chi sa che cosa ti avrebbe fatto se non ci fossi stato io e comunque sono stato costretto da tua madre , mi ha chiesto lei di accompagnarti "
Si giustificò e non aveva tutti i torti.
"Ok , ma non lo fare più anche se te lo ha chiesto mia madre è pur sempre stalking" mi defilai dalla conversazione.
Mi sedetti e lui fece lo stesso nel posto attaccato al mio.
Finimmo il viaggio seduti vicino , io ascoltando la musica e lui tormentandosi le pellicine.
Decisi di non tediarmi chiedendogli di andarsene perché , per quel poco che sapevo sul suo conto non era un tipo che assecondava e rispettava le decisioni altrui.

Arrivata alla fermata scesi dall'autobus non curante del fatto che lui fosse sceso con me, me ne accorsi solo un quarto d'ora dall'inizio del percorso per arrivare al deposito.

"Mi stai mettendo più inquietudine del tipo di prima" dissi in modo ironico.
Cacció una risatina maliziosa e raggiungemmo il box.
Aprí la saracinesca e vidi la bellissima moto di mio padre parcheggiata al suo interno.
Non era un bad boy o cose simili ma gli piaceva guidare le moto.
La mia Harley era completamente nera , una due posti.
Mio padre mi insegnò a portarla prima di morire.
Non mi piace molto parlare di lui con le altre persone , quindi sperai vivamente che lo svitato non mi facesse domande.

Senza dire niente sali sulla moto e presi le chiavi dalla borsa , istintivamente lanciai il casco a Mr Stalker che lo infiló.
"Facciamo uno scambio?"proposi.
"Di che si tratta ?" Domandó serio appoggiando un braccio alla parete e mettendo i piedi in posizione incrociata.
Quella posa gli donava particolarmente , faceva trasparire in suo essere menefreghista ,testardo e piuttosto bipolare.
"Un passaggio a Venice Beach in cambio del tuo paio di Ray Ban"
Sfilò gli aviator neri e me li passo.
"Sappi che lo faccio solo e unicamente perchè non ci sono autobus fino alle sei di questo pomeriggio" rispose serio, salendo dietro di me.
Li indossai e a mo di presa in giro gli chiesi come mi stavano e imprecò contro di me.
Infilai il casco anche io e partimmo.
Lui non si tenne a me , aveva le mani sulle cosce ed era meglio così , ma poco dopo sentí due braccia muscolose avvinghiarsi a me cingendomi completamente la vita .

Imboccai la via di casa e quando arrivammo mi fermai a metà tra le due case, scese dalla moto e mi diede il casco.
"Sappi riavrò i miei aviator , ti avverto"
Non lo degnai di considerazione ed entrai la macchina nel mio garage.

Appena entrai in casa mi preparai un bagno , misi nella vasca anche un po' di sapone per fare la schiuma e dei sali naturali per la pelle .
Feci chiamata con Noah raccontandogli cosa era successo.

"WOW , quindi prima sei stata scippata sul bus , poi Louis Partridge ti ha salvata e gli hai offerto un passaggio fino a casa"disse incredulo ripetendo ciò che gli avevo raccontato.
"Si..."confermai
"Comunque sta sera c'è una festa da Partridge se vuoi ti vengo a prendere"mi propose entusiasta.
"Penso che riuscirò a fare 10 metri"
"Vero siete vicini di casa ... fa lo stesso , faremo quei 10 metri insieme, ti passo a prendere alle 9:30 "
Detto ciò staccò la chiamata.

Io non avevo niente da mettermi, avevo lasciato tutti i miei vestiti da festa a New York.
Così decisi di chiedere aiuto al mio angelo custode.
Josephine Beccarin.

Un balcone in due | 𝕃𝕠𝕦𝕚𝕤 ℙ𝕒𝕣𝕥𝕣𝕚𝕕𝕘𝕖 ✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora