Capitolo 11

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Risalì  al piano di sopra in cerca degli aviator di Louis, per indossarli.
Misi il giacchetto di pelle e andai verso il garage.
Montai in sella alla mia Harley Davidson ma appena cercai di uscire dal garage un kavasaki rosso fuoco sfrecciò davanti a me impedendomi di passare.
Blocco la moto e alzo la visiera per parlarmi.
"Da quando sei così gentile , non avresti mai accompagnato me alla macchina."disse per prendermi in giro.
Indossava una maglietta a maniche corte nera , con uno scollo a V.
Le braccia erano tese e le vene ben visibili.
Stringeva le estremità del manubrio quasi stritolandole.
"Senti bene e chiaramente , mi scopo chi voglio e anche chi non potrei."
Lo sorpassai e con il telecomandino chiusi il garage.
Andai verso scuola senza interessarmi minimamente a lui, ma le poche volte in qui mi voltavo di sbieco per controllare se ci fosse non lo intravedevo.
Posteggiai vicino all'entrata e mi diressi verso Noah e il suo gruppo.
"Giorno"dissi  facendo un cenno con la mano
"Hey" disse  Noah abbracciandomi.
"Tu e Wolfhard siete spariti ieri , dove eravate?" Mi chiese con un tono malizioso nella voce.
"Non stavamo insieme"mentì
"Ahh ok"rispose semplicemente
"Che hai a prima ora?" chiese Sadie sorridente.
Mi piace quella ragazza , è sempre solare , ha un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
"Biologia"risposi controllando l'orario dal telefono.
"Anche io" risposero Sadie e Skai all'unisono.
Chiacchierai per poco con Skai , alla quale stavo facendo i complimenti per le splendide treccine che portava.
Arrivammo in ritardo e notai che già tutti si erano  seduti ,l'unico posto libero era vicino a... oh no non ci posso credere , ma perché tutte a me.

Come se non ti facesse piacere 😏

Zitta tu stupida coscienza

Mi sedetti accanto a Mr.sono-una-testa-di-cazzo e mi misi a seguire la lezione.
Sentii la punta di una matita punzecchiarmi il braccio, mi girai e mi indicò con il dito un bloc notes.
Lessi cosa c'era scritto:

Cos'è?si sono invertiti i ruoli ?

Lo guardai con aria scocciata e gli strappai dalle mani la matita , la stessa con la quale mi aveva punzecchiata prima.

Non ti preoccupare, non ti toglierei mai il primato in questo.

Scrissi per poi sbattere la matita sul banco.
La afferrò e ricominciò a scrivere.

Se non ci fossi io chi ti salverebbe?

Aprì l'astuccio e tirai fuori una penna rossa.

Non ho bisogno di una fighetta come te a farmi da guardia

Mi girai e alzai un angolo delle labbra per fargli un sorriso di sfida.
Mi buttò per terra la penna e seccata mi calai a prenderla, ma prima che mi potessi alzare completamente mi afferrò per il braccio e sussurrò.

"Divertente ma mi spiace rammendarti che ci hai limonato con la fighetta e ti è piaciuto"

Mi lascio andare e per il resto dell'ora non mi calcolò minimamente.
Di tanto in tanto gli lanciavo qualche occhiata veloce che lui non ricambiava affatto.
Fui felicissima quando suonò la campanella di fine ora.
Senza neanche far passare due secondi afferrai il libro e l'astuccio e mi avviai verso il mio armadietto.
Lo cercai , armadietto 217 , fin quando non lo adocchiai.
Lo aprí con la password che mi aveva fornito la scuola e riposi i libri che avevo in mano e nello zaino al suo interno.
Tanto che c'ero iniziai anche a personalizzarlo mettendo una lastra specchiata sull'anta e qualche polaroid attaccata con le calamite.
"Bello lui , chi è ?" Qualcuno parlò vicino al mio orecchio.
Riconobbi subito quella voce , ieri sera l'ho sentita per ore.
"Quale dei tanti?" Chiesi senza voltarmi.
Una mano spuntò da dietro la mia spalla, con l'indice ritto che indicava il viso della persona che mi ha fatto più soffrire al mondo.
Ian Nelson, l'unico motivo per la quale sono cambiata così tanto.
Ricordo la sera in qui scattai quella polaroid.
Eravamo nella dependance della casa di Lucas e stavamo giocando a monopoli ma con delle regole che includevano l'uso di alcol.
Ian mi aveva regalato la macchinetta per il compleanno.
Così gliene scattai una e la tenni , stessa cosa fece lui con me, se le sue abitudini fossero rimaste le stesse probabilmente doveva averla nel portafogli.
"Nessuno , assolutamente nessuno" dissi prendendo la sua foto e riponendola nello zaino, dopodiché mi voltai.
"Strano , io non appenderei foto di sconosciuti nel mio armadietto"
"È una storia lunga Finn e non mi va di parlarne." risposi fredda.
Mi avviai verso la prossima lezione e lui mi seguì.
"Aspetta ma non sarà per caso Ian Nel-"
"E tu come cazzo fai a sapere il suo nome?"
"Buongiorno ? Campionati nazionali di football!
E adesso ho riconosciuto anche te.
Quando ha fatto il punto decisivo ti è corso incontro per poi baciarti.
È stata una brutta sconfitta per noi, ma l'anno scorso ci siamo ripresi e abbiamo vinto contro la Florida.
Non so perché ma la St Jude's non ha partecipato l'anno scorso."
"Quello è il passato e comunque non hanno partecipato per lutto , uno degli sponsor principali della Costance Billard e della St Jude's è perito in un incidente stradale l'anno scorso.
Adesso vado , si è fatto tardi , ci vediamo."
Dissi per poi andarmene verso l'aula di algebra.
Finite le due ore tra formule matematiche e la professoressa Skitten con la sua voce irritante e studula , mi indirizzai verso la mensa dove ebbi modo di raggiungere Noah.
"Riccioli d'oro , come stai ?"
Chiese Noah abbracciandomi da dietro e stampandomi un bacio sulla tempia.
"Bene signor rompi palle"risposi aggrappando le mie mani alle sua braccia che mi stringevano le spalle.
"Si ma il tuo rompipalle personale"
"Dovrei vantarmene ?" Chiesi voltandomi e andando verso l'aria self service.
"Non capita a tutti di avere una stella del genere come amico" disse facendo una piroetta su se stesso.
"Si come no" afferrai un vassoio e un bric di latte.
Mia madre sarebbe stata fuori ancora per quattro giorni , ciò significa che avrei potuto benissimo fare qualche altra festa.
O sarei potuta andare per locali insieme a Noah o Finn.
Il suono di una notifica mi ridestò dai miei pensieri.
Tirai fuori il telefono dalla tasca dei jeans e lèssi il messaggio sui dm.

Un balcone in due | 𝕃𝕠𝕦𝕚𝕤 ℙ𝕒𝕣𝕥𝕣𝕚𝕕𝕘𝕖 ✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora