Parte 3

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Il ragazzo di oggi? Cosa? Non avevo incontrato nessuno...quando...oooh. Mi girai.

Mi trovai davanti un ragazzo altissimo in confronto a me. Aveva un ciuffo corvino che gli cadeva sull'occhio destro ed il resto dei capelli, anch'essi corvini, erano scompigliati e sparavano fuori da tutte le parti. Aveva due occhi ambrati di una sfumatura che non avevo mai visto. Era altissimo, era quasi....possente, per così dire... mi tese una delle sue mani enormi e mi disse: "Tu sei il ragazzo di oggi in corridoio giusto?" "oh...ehm...si...si sono io" perché avevo risposto in quel modo? Le mie risposte erano sempre molto secche e a volte quasi apatiche, sarà stato sicuramente il fatto che non mi sarei mai aspettato quella domanda.

Ancora con la mano tesa verso di me disse: "Piacere Kuroo. Sono il capitano della squadra. Sei il ragazzo che si è aggiunto ora giusto?" "si sono io" mi ero calmato, non parlavo più come prima, ero ridiventato il solito Kenma. "Oh bene, ok allora adesso ti mando qualcuno che ti fará provare la divisa e ti farà scegliere il numero per la maglia... dopo vieni da me e facciamo un "allenamento" per vedere in che ruolo potresti giocare." Parlava con un tono allegro e solare, anche se sembrava come se stesse contenendo qualcosa, un lato della sua personalità? Sembrava troppo impostato mentre parlava, come quelle voci registrate che ti avvisano di allontanati dalla linea gialla.

Senza dire niente annuì e Kuroo abbassò lentamente la mano, che teneva ancora tesa verso di me, quasi come se ci fosse rimasto male e  girò per andare a chiamare qualcuno che mi avrebbe potuto dare la divisa. "Kenma, il mio nome è Kenma. Piacere" Kuroo si girò stupito e mi fece un sorriso enorme, poi si rigirò e andò a chiamare quella persona.

Dopo pochissimo tempo mi si presentò una persona. Era un ragazzo con i capelli e gli occhi castano chiaro. Era un po' basso per giocare a pallavolo, gli altri giocatori in confronto erano dei giganti... bhe poco importava... anche io ero basso, se poteva giocare lui voleva dire che potevo giocare anche io.

Si presentò subito in maniera molto rapida ma comunque gentilissima. Yaku, così si chiamava. Mi presentati anche io in maniera molto indifferente e poi lo seguì in un piccolo magazzino dove, presso uno scatolone cominciò a prendere delle maglie e a fissarmi tenendole aperte una per una. Credo sia stato il momento più imbarazzante della mia vita, mi guardava come se riuscisse a capire tutto con un solo sguardo e questa cosa mi metteva in soggezione. Dopo che aver preso due o tre magliette me ne allungò una e disse:" provati questa forza." Afferrai la maglia e chiesi "dove sono gli spogliatoi?" "Spogliatoi? Nooo. Muoviti e provala qui. Su." COSA?! NON ERA MICA MIA MADRE. Mi lanciò uno sguardo glaciale quasi come se avesse potuto leggermi quelle cose nella mente. Sicuramente non l'aveva capito dalla mia espressione. Tenevo, o cercavo di tenere, sempre un espressione neutra ed indifferente e ci riuscivo anche molto bene. Dopo quello sguardo senza controbattere mi girai e mi provai la maglietta. Mi andava a pennello. Come aveva fatto ad azzerare la taglia solo guardandomi? "Ehm, come numero il 5 ti va bene?" per me non faceva nessuna differenza il numero. Alzai le spalle e dissi un secco "mh." Yaku intese benissimo cosa intendevo e allora disse "ok allora questa sarà la tua maglia e...." comincio a girovagare in una scatola di cartone messa in un angolo. "Ora i pantaloni. Su su forza, andiamo. Prova questi." sgranai gli occhi "COSA ANCHE I PANTALONI? NO! NO I PANTALONI NO!" Mi sorpresi di me stesso, avevo gridato? No no, impossibile, io non gridavo mai non era possibile, ma a quanto pare quella volta si..."NO NO SIGNORINO ORA TU VIENI QUI E PROVI QUESTI PANTALONI! IO DEVO TORNARE AD ALLENARMI SAI?" Mentre Yaku continuava a gridare entrò dalla porta Kuroo che si posò ad una parte e disse: "Bhe bhe che succede qui?" "QUEL RAGAZZINO NON VUOLE PROVARSI I PANTALONI!" "NON HO INTENZIONE DI PRIVARMI I PANTALONI DIFRONTE A LUI!" "AHAHAHA sul serio yakkun? Dai vai ci penso io qui" Ma come rideva? Aveva una risata stranissima ma contagiosa. Mise subito me e Yaku di buon umore e per poco non mi fece sorridere, cosa che in fece con Yaku fece. "Si certo vado subito." Yaku si girò ed uscì dalla stanza felice mentre io lo seguivo con lo sguardo.

occhi da gattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora