parte 9

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" CHE BELLO!" "ODDIO CHE CUCCIOLO" "È UN AMORE!" tutti nella squadra amavano Kaida. Avevamo deciso di chiamarla così. Quel piccolo gattino, che poi si rivelò una gattina, era amata già da tutti. Avevamo fermato l'allenamento ed in poco tempo demmo il nome alla gattina e decidemmo le turnazioni. Non potevamo lasciarla in palestra, per questo decidemmo di tenerla a turno un po' tutti. Decidemmo di fare una settimana a testa e che avrei cominciato a tenerla io, visto che si trovava bene con me.  Erano tutti d'accordo, inclusi gli allenatori e Bokuto che, intanto, stava cercando un modo di giocarci senza essere graffiato. Decidemmo di comprarle un trasportino, una ciotola, un tiragraffi....cose da gatti. Dividemmo la quota e decidemmo che, finito l'allenamento, sarei dovuto andare con qualcuno a prendere quelle cose in un negozio. Fecero a morra cinese per decidere chi doveva venire e indovina un po' chi ha vinto? Kuroo. Riprendemmo l'allenamento e, finito, andammo a cambiarci. Per tutto il tempo dell'allenamento Kaida era restata con Bokuto che, con moooolte difficoltà ci aveva giocato, se così si può dire, poverina deve averla traumatizzata. Finito di cambiarmi aspettai Kuroo e poi ci incamminammo insieme verso il negozio.

"Sicuro di poterla tenere? Non avrai problemi con i tuoi vero?" "No non ti preoccupare, a mia madre piacciono molto i gatti e se le dico che è un compito per la scuola ancora meglio." Accarezzò Kaida che si era raggomitolata tra le mie braccia e si cercava di nascondere sotto le maniche della felpa che indossavo. "Come mai ti è venuta quest'idea? Intendo di prendere un gatto?" "Mh così"

Il sole stava tramontando e il cielo era arancione intenso. Mancava poco e saremmo arrivati al negozio. "Svoltata questa traversa ci siamo" disse Kuroo, che intanto si stava legando in vita la giacca di pelle nera che aveva portato con sé. Con quella camicia bianca e la giacca di pelle era una calamita naturale per gli occhi. "Arrivati" entrammo nel negozio e potrendemmo quello che serviva, anche più del dovuto. La strada di ritorno fu piacevole. Mi riuscì a sbloccare un po' e parlai molto con Kuroo. Era più simpatico di quello che immaginavo. Chi sa che impressione gli avrò fatto io...

" Si ahahha e poi..." si mise a piovere "oh no. No no no. Casa tua è ancora lontana Kenma?" "Più o meno, non siamo ancora vicinissimi" "Chiama tua madre e dille che resti a casa mia oggi, con questa pioggia e tutte quelle cose sarà un impresa arrivare a casa tua da solo. Resta da me. Tanto i miei sono fuori per lavoro. Mi fai un po'di compagnia" Come? Io? A casa di Kuroo? Da soli? No no no, sarebbe troppo imbarazzante non lo conosco ancora troppo bene e devo capire cosa penso riguardo a lui. Ma in effetti con quella pioggia sarebbe difficile arrivare a casa mia. "Ok la chiamo subito. Grazie, sei gentilissimo." "Dammi. Tengo io le buste" "Oh ehm, ce la faccio non ti preoccupare" Mi guardò con una faccia del tipo *muoviti e dammi quelle buste o me le prendo io.* Gli diedi le buste e presi il telefono per chiamare mia madre. La pioggia mi stava entrando fin dentro le ossa e, involontariamente, quando stavo per chiamare mi uscì spontaneo fare una specie di sbuffo per il freddo. Chiamai mia madre e mentre aspettavo che rispondesse al telefono, Kuroo mi mise sulle spalle sua giacca di pelle che fino a quel momento aveva tenuto legato in vita. Sentì affluirmi il sangue sulle guance e, anche se non potevo vedermi, sapevo di essere diventato sicuramente rosso come un pomodoro, se non di più. Il mio cuore batteva velocemente e me lo sentivo battere nelle orecchie anche più forte del biii Biiii che proveniva dal telefono. Erano due suoni opposti, uno regolare e calmo l'altro scatenato, veloce, rumoroso. Kuroo si accorse che arrossì e guardandomi con la coda del occhio sorrise e disse: " Tienila, io non sento freddo." "G-grazie, in caso sentissi freddo dimmelo che te la ridò subito" "Kenma parla a tua madre" "OH, EHM, SI. PRONTO?" Ero così preso che neanche mi ero accorto che mia madre aveva risposto al telefono. Le dissi come stava la situazione e lei acconsentì su tutto. "siamo quasi arrivati, manca poco" Girammo prima a sinistra poi a destra e poi dinuovo a destra ed eccoci arrivati.

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