Capitolo ventisei.

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"L'amore è quello che nonostante le difficoltà, ti fai trovare sotto casa sua,pronto a non farlo sentire solo. Amore è esserci"
-cit.
Non tardai ad arrivare sotto casa di Gabriel.
La madre mi aprii la porta ed entrai nella sua camera.
"Ciao amore"-dissi.
Lui si voltò e appena mi vide tiró un pugno.
"Non sai aspettare neanche due giorni? Ti ho detto che non volevo vedermi con te,fino a quando non riesco a tornare sulle mie gambe. Ora ti prego,esci"-gridó.
Feci due passi indietro a chino basso.
"Gabriel ma che modi? La ragazza è venuta per te,per sapere come stai e tu la tratti in questo modo? Dovresti avere lezioni di una buona educazione signorino"-disse la madre entrando,sentendo le grida del figlio.
"Sarei andato io a casa sua,quando finalmente potevo camminare. Non voglio che mi veda così. Portala via"- gridò nuovamente.
"Ma non capisci? Non ricordi cosa è successo tre settimane fa,prima che andassi nuovamente in ospedale?"-iniziai a gridare anch'io. Avevo voglia di mollare tutto,soprattutto lui. Non meritavo tutto questo,non ho più amore da vari mesi ormai, parliamo solo di morte. E lui ama la morte. Io amo la vita.
Lui divenne pallido alle mie parole. Mandó via i genitori e mi fece sedere sul suo letto.
"Ricordo"-disse con un filo di voce.
Per qualche minuto,non aprii più bocca. Solo silenzio. E questo mi faceva terrore.
"Puoi andare via?"- disse lui con un tono di voce cautelato.
"No,prima devo dirti una cosa,davvero,ma davvero importante. Altrimenti avrei aspettato questi due stupidi giorni. Ma vedo che mi tratti come una pezza,senza sapere la realtà"- dissi.
"Ma cosa? Che verità? Vuoi dirmi che neanche tu riesci a muoverti con le tue gambe?"- rise lui.
"Gabriel io ti amo,ma non ti permetto di mancarmi di rispetto. Non puoi scherzare su queste cose,mi fai davvero imbestialire,Dio. Tra un mese è il concerto di Vasco,ricordi? Me li hai dati te i biglietti per andarci,dato che è il mio idolo. Il 7 Giugno,ricordi non è vero? Ma ho una cosa più importante da fare quel giorno, molto più importante dell'incontrare un idolo. "- dissi controbattendo.
"Tu da Vasco ci vai,perché è il tuo idolo. Lo aspettavi da tempo e io non permetterò di farti perdere questa occasione"- rispose subito lui,unendo le sopracciglia formando uno sguardo tipo "non dirlo neanche per scherzo".
"Gabriel"- dissi sospirando. Non mi rispose.
"Noi.. A..avremo un bambino"- dissi iniziando a sospirare e poi tutto d'un fiato.
Mi guardó formando nei suoi occhi oceano una valanga di lacrime.
"Io sarò "papà"?- disse lui pronunciando in un modo curioso la parola "papà". Poi mi sorrise e mi baciò.
"Che aspettavi a dirmelo?"- chiese subito lui.
"L'ho saputo ieri sera, erano giorni che ero nauseata. Ma sono stata mezz'ora nel dirtelo,dato che volevi cacciarmi via"- Risi.
Mi chiese scusa con un filo di voce.
Poi avvicinó l'orecchio nella mia pancia. Era troppo presto per sentire qualcosa.
"Ciao piccolino. Sai chi sono io? Il tuo papà! Esatto l'uomo che ti porterà a giocare a calcio oppure a fare shopping. Non so ancora se sei il mio principe o la mia principessa,ma chiunque uscirà da questa pancia,sarà il dono più bello che la vita poteva farmi. Mancano otto mesi,lo so,ma non mi sento ancora all'altezza per essere un padre,ma ti aspetto da ora fino a quando uscirai. E tremo solo al pensiero di averti nelle mie braccia. Sarai l'orgoglio anche di mamma,certo. Lei è una persona meravigliosa. Io ho avuto problemi di salute e lei mi è sempre stata accanto. Lei sarà sicuramente pronta,come lo è stata in tutte le difficoltà che la vita le ha messo davanti. Credimi,ti insegneremo dal primo secondo della tua nascita,quanto è importante essere un genitore e tu ci insegnerai quanto importante è avere un figlio. Ti amiamo gioiellino"- Gabriel pronunció queste parole al mio pancino. Poi arrivó alle mie labbra e mi stampó un bacio.
"Grazie. Il dono più bello che la vita potesse farmi"- disse infine queste parole vicino al mio orecchio facendomi rabbrividire.

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