Capitolo 13

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<<Cavolo, adoro proprio la pizza!>> Guardo Cam soddisfatta per il pranzo che mi ha preparato. <<Devo dire che te la cavi ancora in cucina>> Mi fa una smorfia. <<Me la cavo? ma se sono meraviglioso!>> Scoppio a ridere. <<E sempre anche molto modesto>> Scuote le spalle e si alza per venire accanto a me. Appoggia la testa sulla mia spalla e soffia per farmi il solletico. <<Possiamo finire quello che abbiamo iniziato prima?>> Mi chiede con una faccia da cucciolo. Lo guardo in maniera provocante e scuoto la testa. Sbuffa infastidito e mette le mani sui miei fianchi, iniziando a baciare molto lentamente il mio collo. è straziante. Mi stacco e corro in camera ridendo, per poi buttarmi sul letto. Dopo qualche secondo lo vedo arrivare senza maglietta e lo guardo compiaciuta.

<<Ti piace quello che vedi?>> Scuoto la testa per dargli fastidio. <<Sei andato in palestra ultimamente?>> Non mi risponde neanche, si avvicina a me e mi blocca le mani sopra la testa. <<Hailey, non sei per niente divertente>> Sorrido. <<ah no?>> Avvicina le labbra alle mie, ma la suoneria del mio cellulare lo interrompe. Lo sento sbuffare rumorosamente e provo ad alzarmi. <<Non rispondere>> Lo sposto delicatamente. <<Potrebbe essere qualcosa di importante, Cam>>

Afferro il cellulare e leggo il nome di Cait sullo schermo. <<Dimmi tutto, amica>> <<Tuo fratello è uno stronzo>> Spalanco gli occhi preoccupata. << Cosa è successo, Cait?>> La sento trattenere i singhiozzi. <<Puoi venire da me?>> <<Cinque minuti e sono là>> Attacco e guardo Cameron dispiaciuta. <<è successo un casino tra Shawn e Cait, devo andare>> Si tira su e mi viene incontro. <<Qualcosa di grave?>> Alzo le spalle. <<Non ne ho idea>> Lo saluto ed esco velocemente da casa e corro verso quella di Cait. Entro senza suonare e corro immediatamente in camera sua.

<<Cosa è successo?>> Mi siedo accanto a lei. <<Stavamo litigando, sai le solite cose. Solo che poi ha detto che non ce la fa più. Che questa situazione è troppo stressante e che ha bisogno di una pausa>> Fa un lungo sospiro. <<Ha detto che non ha bisogno di me>> La guardo sconvolta, non riesco ad immaginare queste parole uscire dalla bocca di Shawn. <<E tu cosa gli hai risposto?>> Si asciuga le lacrime con il palmo delle mani e fa un ampio respiro. <<Gli ho detto che per me poteva anche andare a farsi fottere e che neanche io avevo bisogno di lui per essere felice>>

<<Lo pensi davvero?>> Scuote la testa e si appoggia su di me sospirando. <<Quello che avevo, che ho ancora, con Shawn è qualcosa di speciale. Non mi era mai successo con nessuno. Non sono stupida, so che alla nostra età non c'è nulla di definitivo, che continuiamo a crescere e cambiare, però pensavo che con lui fosse diverso, che illusa. Sto anche cercando l'università più vicina possibile a dove sta lui adesso, più di così non so cosa posso fare, non è colpa mia se sono più piccola e vado ancora alle superiori!>>

La guardo dispiaciuta, devo assolutamente capire cosa sta passando nella testa di Shawn. <<Tu lo ami?>> Mi guarda arrossendo e poi annuisce. <<Allora metti da parte l'orgoglio e lotta per quello che vuoi. Per quanto può valere non avevo mai visto Shawn così sereno e felice come da quando sta con te. Non so cosa sia passato per la sua testa, ma sono uomini penso che non li capiremo mai>> Sospiro. <<Se il destino vi vuole vedere insieme troverà il modo per farvi riavvicinare e non potrai farci nulla, perchè alla fine non si sceglie di innamorarsi e non si sceglie di smettere di amare una persona, soprattutto una persona con cui hai condiviso tanto, capito Cait?>> Annuisce e mi abbraccia. << Ora vado a casa a vedere come sta quel cretino. Tu oggi rilassati e domani vedi se te la senti di parlargli per risolvere>>

<<Hai ragione, bisogna solo far passare un po' di tempo. Ti voglio bene e grazie per essere passata, mi sembrava di aver sentito sbuffare Cam al telefono>> Sorrido e le stampo un bacio sulla guancia. <<Si, non farci caso è fatto così>> Annuisce e mi abbraccia un'ultima volta prima di accompagnarmi fino al portone di casa. Esco sentendo il vento pungermi le guance. Alzo il cappuccio della felpa e infilo le cuffiette iniziando a camminare verso casa. In lontananza rivedo la biondina che aveva provato a intimidirmi la mattina, con un uomo molto più grande di lei. Noto che sta piangendo e che l'uomo l'ha afferrata per il polso e la sta strattonando. Senza pensarci afferro il cellulare e compongo il numero della polizia, poi mi avvicino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2020 ⏰

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