Occhi: tradiscono le emozioni...e in questi vedo solo disinteresse.
La platea mi osserva e io osservo la platea, fortunatamente ridotta causa contingenza Covid: un assortimento di faccini in mascherina di borghesotti del ceto medio, non abbastanza pieni di $oldi da poter essere spediti in qualche liceo internazionale, abba$tanza da potersi far dotare di vestiti di marca e cellulari di prima/seconda generazione (specie fra gli esemplari femminili): già di mio odio la gente e certi tipi umani ancora di più.
"Classe, buongiorno: mi chiamo Paolo Garrone, sono un laureato dell'Università degli studi di Torino e sarò il vostro docente per la materia di Informatica e questo anno scolastico".
Il discorso esce da solo, sempre uguale tutti gli anni e in tutte le classi da qui al duemilaquattordici: il menu per questo consiste in tre prime del Tecnico Commerciale, tre seconde dell'Aziendale, due terze (questa è la A in particolare) e una quarta del Turistico, niente Info in quinta e le altre classi se le ciuccia qualche collega come spezzone orario, col quale medesimo collega non avrò, prevedo, alcun interesse a interagire.
Mentre parlo (ed esaurisco quelli che, nel Discorso, sono 'I Convenevoli') penso a quanto vorrei essere a casa a bere, fumare e non fare un cazzo come quest'estate...ma se non altro, nel loro fregarsene di me, i borghesotti non rompono. Bene."Avremo due ore settimanali, che divideremo fra la lezione frontale in aula e la pratica in laboratorio informatizzato: nella prima ora ci occuperemo di teoria dell'informazione, nel caso specifico di comunicazione in rete, dopo aver ripreso gli argomenti dell'anno scorso-".
"Scusi proff, ma l'anno scorso non facciamo nulla proprio!".
Mi blocco a metà fra la seconda e la terza fila di quegli splendidi banchi monoposto di cui si è raccontato per tutta l'estate: qualche risatina segue l'osservazione di un un baluba troppo grosso per la seggiola dove sta, coi capelli alla Shwarzenegger dei poveri e una mascherina sbilenca su una faccia da cotechino (con tanto di affioramenti brufolosi di sugna e piombino - pardon, orecchino - a marchio di qualità). La consecutio temporum non fa evidentemente parte della lista degli ingredienti
"Proooooff! Ma lei quanti anni ha??" incalza una voce querula dalla prima fila, di tipetta capello castano e camicetta, unghie laccate, ciglia lunghe e mascherina abbassata su una faccina attraente di oca giuliva ed elastichini di apparecchio: scommetto che qualcuno lì dentro (e più sotto) c'è già entrato. E la domanda, come il Discorso, è un classico: scelgo di usare la Risposta Neutra perché non mi va di scazzare dopo appena venti minuti di permanenza. Pensa al cuore, papà c'è crepato e tu non sei ancora abbastanza vecchio.
"Mia cara, sono totalmente personalizzabile, scegli tu l'età che vuoi io abbia".
L'ochetta ridacchia e sbatte le sue ciglia da falena. "...e tirati su quella mascherina per favore-".
"Maddai proff, tanto non ce n'è Coviddì!".
Risate, corali. Calma.
"...comunque pare giovane, secondo me c'ha trent'anni!" incalza la compagna di banco prendendomi le misure (sbagliate) e approfittando per avvicinarsi di venti centimetri alla biondina, in barba allo smenato distanziamento sociale (e soprattutto facendo strisciare il banco in un modo davvero fastidioso). "L'anno scorso ci stava un vecchio, ci aveva quarant'anni e pure la forfora!".
Altre risate e la mascherina nasconde il mio, di sorriso: vecchio a quarant'anni?
"È fidanzato???" interviene una terza, caschetto nero con mèches rosse e una treccina che scende dal centro della testa, tipo jedi padawan in cui scorre potente la Sfiga; scuoto la mia e qualche verso da pitecantropo nell'ultima fila è il preludio ad altre esplosioni di allegria non gradita. Con la massima calma mi avvicino alla cattedra, apro la borsa, prendo un libro in lascito dalla scuola dell'anno precedente...e lo sbatto con tutta la forza che ho: BANG!
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Gli occhi e il cuore
RomanceVentuno anni, di differenza: quasi una generazione...ma cosa succede quando due anime sfortunate si incontrano, e si vogliono senza nemmeno realizzarlo pienamente? Paolo Garrone è un docente precario di scuola superiore che non ama il suo lavoro e n...