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Eclissi del cuore...

La sveglia suona alle sei meno un quarto, ti sento che sussulti accanto a me: nel sonno mi hai abbracciata, sono rivolta di schiena verso di te...e le tue mani sono appoggiate a coppa sul mio seno.

Mi faccio in la col cuore che inizia a correre: mi hai toccato le tette... "Ehi?".
Ti tiri su con qualche secondo di ritardo, la luce del cel mi mostra i tuoi capelli arruffati e la tua faccia piena di sonno, probabilmente identica alla mia. Mi hai toccato le tette...

"Buongiorno" sorridi.

"Buongiorno Paolo". Mi sporgo verso di te e ti do un bacetto a stampo, tirato: nessuno dei due sa un buon profumo.

"Ho appena dormito col mio prof..." ...che mi stava toccando le tette un momento fa...

"...che ti fa lezione alla terza ora" rispondi, e poi: "Sabri va tutto bene?". No.

"Devo abituarmi a tutto questo Paolo!" sbotto; mi appoggi una mano sulla spalla e sei serio anche tu adesso. Ti tocco le dita in ritardo.

"Perché scazzi mò?".

"Perché devo accettare la situazione?!?". La mia voce si alza, come il tuo sopracciglio. "Devo accettare che ho appena dormito con un uomo in casa mia, che...".
Sospiro, mi mordo il labbro, penso a quello che mi hai detto,alla situazione che ci ha portati lì.

"...Paolo devo accettare che vuoi stare con me, devo accettarlo, mi mette così a disagio questa cosa, scusami-".

"E io devo accettare di avere di nuovo detto certe parole a qualcuno. Spero di non aver fatto un errore".

Ci guardiamo, di nuovo in silenzio; i riflessi della citta che non dorme mai si rincorrono sul soffitto e sul tuo viso ostile, alla fine cedo per prima e dalle tue dita mi sposto sulla guancia. Attenta all'amore vita mia...

"...se sei stato sincero e non mi vuoi usare, non c'è nessun errore" dico; scuoti la testa addolcendo l'espressione. "Sono solo io che...che devo accettare qualcosa di così adulto". Le tue dita si uniscono alle mie, sorrido e ripenso alla canzone che abbiamo cantato: è una dichiarazione a cui non so rispondere con le parole che vorrei, ma l'ho fatto, è successo...e ripensarci non mi tranquillizza, anzi mi blocca, anche se è stato bello...proprio perché sento che sei sincero. Ma tu sei un uomo.

"...ti va se ci docciamo prima di colazione? Poi se vuoi ti do un cambio di vestiti, però la doccia non la facciamo insieme, nel senso...non ancora ok?".

Mi guardi, sei un chiaroscuro. "Non mi sarei comunque permesso di chiedertelo. Penseresti che voglio arrivare subito a scoparti".

"Siamo molto diretti vedo".

Mi alzo senza aspettare risposta e accendo la luce illuminando la mia camera con le sue quattro cose: il comò con l'unica foto che abbiamo di tutti e tre, l'armadio, lo zaino e la compressina nell'angolo coi miei pesi, e dall'altra parte della parete di cartongesso la camera dove dorme papà e dove sta la tele.

Mi avvicino all'armadio, prendo un cambio di mutandine e calzini, un paio di jeans puliti e una felpa blu col cappuccio, poi la scatola di assorbenti che era rimasta nello zaino da ieri: tu rimani fermo a guardarmi e io sento i tuoi occhi addosso e probabilmente  pensi che sono pazza e cretina ma in questo momento io mi sento solo incasinata, mi sono messa col mio prof e quella troia ha fatto un video dove si vede che lo abbraccio e vuole sputtanarmi, che cazzo di situazione!

"...nella prima tasca dello zaino c'è qualcosa per te" dico tutto d'un fiato, ho il cuore che vuole scapparmi dalla bocca, l'ansia mi schiaccia e tu sei lì che probabilmente non sai che fare, mi guardi, sei confuso, perché non mi abbracci, perché non mi dici che va tutto bene?

Gli occhi e il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora