Nei visi parto sempre dagli occhi: questi non so se li ho disegnati troppo piccoli, ricordo il dettaglio per cui erano un po' a mandorla...e correggere potrebbe essere un problema, visto che sto usando la biro e mi è appena salita la botta di xanax-
"Signorina Ferilli? Ha la compiacenza di dirmi cosa stavo spiegando?".
Alzo la testa di scatto e ne trovo un altro paio, verdi e fin troppo svegli, che mi fissano sopra una mascherina nera. Abergel Melchior è il nostro coordinatore di classe, nonché prof di mate e fisica: un uomo sulla cinquantina, robusto ma non grasso, la carnagione scura e la barba corta e grigia; è calvo e si mette sempre il gessato (con tanto di mascherina a tono) probabilmente perché vuole tirarsela, ha detto che viene da una famiglia di ebrei tedeschi che a metà del secolo scorso erano pezzi grossi, o qualcosa del genere, e i suoi modi sono quasi sempre calmi. Quasi.
"Allora signorina Ferilli?".
Guardo l'equazione di secondo grado alla lavagna: come stare davanti a un messaggio in arabo di Adil, fortuna che stiamo ancora facendo il ripasso dell'anno scorso...
"...non stavo facendo attenzione, mi scusi" dico: sono tipo #chissenefrega, vorrei solo mettermi a disegnare e per evitare che me la sequestri, faccio sparire la prova d'artista mentre si avvicina, girando la pagina del quaderno e presentando foglio bianco più sguardo di scazzo-depressione-apatia-uccidetemi ora.
"Va tutto bene, Ferilli?".
"Proooff lascia perdere, ci ha le sue cose! La patatina al kecciàp!" sbotta Lorusso scatenando risate; io mi giro lentamente verso di lui...e penso che fra meno di quindici giorni la disoccupazione finisce, che papà ieri ha bevuto da star male e che io ho dovuto guidare senza manco avere la patente, alle tre di notte, per portarlo al pronto soccorso delle Molinette, lasciando pure la macchina nelle strisce blu...e la calma finta delle benzodiazepine va in mille pezzi.
Sbatto le mani sul quaderno, scatto in piedi, Melchior indietreggia. "Ma vaffanculo! SEI UN CAFONE DEL CAZZO! Come ti permetti?!?".
"Ferilli!".
Dalla prima fila Jessica Guidi smette di ridere e mi guarda, seguita da Marika Nava e Marinella Diacovo (che, da brave papere decerebrate, fiutano il culo alla più popolare della classe) e poi tutti gli altri sette presenti nel gruppo del primo turno della giornata.
Tutti tranne Adil, e vedere i loro occhi pieni di presa in giro mi fa salire il Cristo di trenta piani senza ascensore! "EVVOI CAZZO GUARDATE?!?"."Ferilli ora basta!".
La voce nasale di Melchior si alza, mi ero completamente dimenticata di lui...e a quanto pare sono riuscita nell'impresa di farlo incazzare, ma chissenefrega! Lo guardo con le braccia distese lungo i fianchi e le mani strette a pugno, quindi mi risiedo, e quando quell'animale di Lorusso mima il gesto del bacio io mi passo il pollice sotto la gola: "Il bacio vuoi? Scannato, ah, comm'u porco chessei!".
"Questo è troppo Ferilli! Suo padre sarà convocato a colloquio da me, Lunedì, in orario di ricevimento-".
"Lunedì mio padre è al centro per l'impiego" lo blocco incrociando le braccia sul banco, e l'ebreo ha un cedimento: ora tutti sanno che papà è disoccupato, ma uau, la mia popolarità migliora di giorno in giorno! Che figo avere sedici anni!
"...allora sarà per la settimana prossima-".
"Verrà senz'altro, signor professore Melchior": lui non risponde ma si ferma a fissarmi, prima di aprire la pagina del registro elettronico e segnare una nota a me, al cafone e alle papere...che naturalmente strepitano.
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Gli occhi e il cuore
RomanceVentuno anni, di differenza: quasi una generazione...ma cosa succede quando due anime sfortunate si incontrano, e si vogliono senza nemmeno realizzarlo pienamente? Paolo Garrone è un docente precario di scuola superiore che non ama il suo lavoro e n...