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Ho il turno del pome il Venerdì, con le due prime del Tecnico Commerciale, ma non sono molto di compagnia quando io e Madre mangiamo insieme: lei me ne fa sempre trovare quando torno, senza che dica o chieda...e dovrei essere grato...ma ci sono cose in sospeso fra noi, cicatrici che hanno sfregiato il rapporto di due persone che hanno solo più loro stesse e in virtù di questo, dovrebbero rimanere unite...
...ma non c'è piu niente di tutto questo sotto il tetto che condividiamo, nessuna famiglia del Mulino Bianco qui.

"Come ti stai trovando a scuola?". La sua voce è fragile, come lei, la voce di una vecchia; alzo gli occhi dal piatto e la guardo dalla parte opposta del tavolo...oltre il posto vuoto che ha allestito per mio padre.

"È pesante perché non mi va di farlo, e lo sai-".

"Preferiresti essere disoccupato?". La fisso, lei fa lo stesso: quando morirai la prima cosa che farò sarà prendermi i tuoi soldi e smettere di lavorare.

"...immagino di no". Riabbasso la faccia, finisco la pasta, la fame mi è passata. Devo fare in modo di scambiarci il contatto, Lunedì ti ritiro il diario con una scusa e te lo scrivo.
Mi alzo, metto il piatto nel lavandino e inizio a lavare quel che già c'è: sono le dodici e venti, inizio alle quattordici e trenta, finisco quattro ore dopo, cazzo di orario Covid...e non ti vedo da Martedì...

...se solo avessi il tuo contatto...

"È successo qualcosa" dice Madre con la sua voce roca di settantaduenne: mi guarda, la guardo, occhi...lei teme i miei, perché teme il mio cuore, e le nostre vite sono separate da un fosso profondo per via delle scelte di entrambi.

"Spero sia positiva. Se resti ancora fuori avvertimi, sai che sto in pensiero poi".

"Si".

Senza girarmi la sento che se ne torna alla sua tana davanti alla tele: non una parola sui vestiti estranei che avevo addosso tre giorni fa...e quanto vorrei poter parlare di questo con lei, ma non mi va di percepire altra disapprovazione, sapendo che non si permetterebbe comunque di fare alcun commento...perché mi teme.
Colpa tua penso, triste, guardandola da dietro la curva della spalla, trascinarsi verso il salotto: ma il giardino è sempre in ordine, l'orto è vangato...televisione e lavoro, da chi non sembra sentire la fatica, da chi si sta consumando lentamente, come me.

Magari ora la situazione cambierà: se le cose con Occhi Grigi sono effettivamente ciò che sembrano...e una parte di me lo desidera così tanto, e combatte contro quella parte che per lunghi lustri ha sperato e speso energie invano cercando gli altri e ora li rifiuta.
Um bicchiere batte contro il bordo del lavandino, si spacca, i cocci si spargono nel detersivo e uno mi ferisce al palmo. Merda.

Finisco di lavare col sangue che sbrodola, ci giro intorno uno straccio, sistemo il lavandino, poi mi medico. Cose diverse...andranno diversamente ora?
Mi sento triste nel pensarti, e destabilizzato, e da te il pensiero passa a quell'altra sfacciata vipera della Guidi e al nostro discorso senza testimoni...

...e lei è davvero bella, e non è quello che ho voluto per una vita, una topa superfiga con cui farmi vedere?
Farmi usare consapevolmente, con il benestare dei suoi...fare il giocattolo, essere pure pagato per farlo...

...ma poi mi metteranno nei guai quando la zoccoletta si stuferà di me.
Lei è cattiveria e io mi beccherei una denuncia.

Scaccio il pensiero, il cerotto è già rosso, prima che sia arrivato a Torino si sarà già lasciato andare; faccio che toglierlo, poi prendo un fazzoletto pulito e mi fascio la mano: sembra tenere meglio.
Per finire mi vesto scegliendo abiti diversi come colore da quelli che avevo quando siamo andati a Porta Susa, quindi indosso la mia maschera...le mie maschere...e poi prendo la borsa.

Gli occhi e il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora