Qualcuno bussa sul finestrino: spalanco gli occhi e mi ci va un momento a capire dove sono, vale a dire sotto la coperta, sul sedile dietro della macchina, ad aspettarti...ma se non sei te??
Il cuore mi schizza in bocca, guardo da sotto la coperta, ho freddo: c'e qualcuno, degli occhi..."Sabri?".
Mollo il fiato che stavo tenendo, sorrido e appoggio la mano sul vetro, sulla tua; poi apro la portiera e ti ritrovo lì, poverino, che goccioli!
"Paolo".
"Sabri". La tua Sabri?
"Vieni dentro chettibagni! Com'è andata?".
"Fanno sclerare, c'erano pure i genitori della stronza...".
"Ti hanno...".
"No ma figurati, ma lo so io come fargliela pagare, domani che vi vedo...
...tu devi giocare col telefono nella mia ora" aggiungi. "Lo fanno quasi tutti adesso e dovrai farlo pure te"."Che vuoi dire? Non capisco...".
"Fumo negli occhi Sabri". Dal sedile dietro passi al volante, io vorrei un abbraccio ma non ti fermo, mi accontento di appoggiarti le mani sulle spalle e tu pieghi la testa di fianco girando la chiave.
La macchina tossisce, come papà, prima di partire; adesso la pioggia è fitta dietro i tergicristalli mentre ci immettiamo nel traffico. Un uomo mi sta portando a casa e quest'uomo è il mio prof, e mi ha chiesto di stare con lui. "Come fai poi a tornare?". E tornare dove, che non so manco dove abiti?"Piglio il taxi, immagino". La luce del cell illumina la tua mano e la manica fradicia della felpa: imposti le Google maps come un navigatore, "Aspetta" dico: passo davanti anch'io e ti mantengo il telefono...ed è bello che sorridi mentre sto facendo qualcosa per te.
"...noi non stiamo sbagliando vero?".
"La vita è uno sbaglio della morte". Nel silenzio che segue la macchina fila nel controviale, sei teso adesso, piegato sul volante a guardare la strada, le luci del traffico sono acquerelli bianchi e rossi intorno a noi.
"...io voglio te" dici: lo fai con durezza, senza voltarti, come se dovessi rimproverare qualcuno...poi stacchi una mano dal volante, cambi marcia e me la offri...e io la prendo e me la schiaccio sulla guancia mentre il mio cuore inizia ad andare, come se stessi per iniziare un combattimento.
"Io voglio te".
Anch'io ti voglio penso senza riuscire a dirlo, perché tu sei un uomo e io...io cosa sono per te?
Attenta all'amore figlia mia! dice papà con la sua voce da ubriaco: mi parlava tante volte quando non si gonfiava tanto da star male, quando io avevo tredici anni e lui veniva in camera con me, ci sedevamo vicini sul letto e lui mi parlava: della sua vita e di cosa era stato, di mamma e di cosa aveva perso, e a volte la insultava, a volte la chiamava con gli occhi fissi al muro e la bocca che puzzava di vino e Marlboro, di rosso e di rosse.Attenta all'amore mi ha detto più di una volta: non ci cascare vita mia, è peggio assai della droga, è peggio del vino, ti piglia, ti distrugge dentro...
"Sabri che pensi?". Macchine passano davanti a noi ad un semaforo, scatta il verde, il cielo romba col motore su di giri mentre parti.
Penso a questo. A noi. "Paolo" inghiotto, "...dimmi che non vuoi farti una ragazzina e dimmelo guardandomi".
Silenzio per qualche secondo...poi la macchina rallenta, qualcuno suona sfrecciandoci accanto, tu alzi il medio e raddrizzi il volante: gli acquerelli del traffico sono la cornice a qualcosa che, realizzo in quel momento, ricorderò per sempre.
E poi ti volti e la tua mascella è uno spigolo di sorriso. Le luci del traffico scintillano sui tuoi occhi, che sono lucidi e prendono i miei.
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Gli occhi e il cuore
Любовные романыVentuno anni, di differenza: quasi una generazione...ma cosa succede quando due anime sfortunate si incontrano, e si vogliono senza nemmeno realizzarlo pienamente? Paolo Garrone è un docente precario di scuola superiore che non ama il suo lavoro e n...