Bentornate a Cruz del Norte

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"Zahir e Ferreiro, non ci posso credere!
Ed io che speravo foste alle Maldive a godervi la vostra agognatissima libertà!"

Castillo, zoppicando, raggiunge l'ingresso dello studio dove siamo state poco fa ammanettate.

"Potete lasciarci un attimo da soli?"
L'ispettore fa cenno ai suoi uomini e agli ostaggi di allontanarsi mentre prende posto su una poltrona.

"Sei in vena di romanticherie, Castillo?
Vecchia volpe, non ti smentisci mai..."
Mormora Zulema ridacchiando tra sé e sé con fare sensuale.

"Zahir, faresti meglio a tacere.
Allora... che è successo? Non provate a fregarmi, perché ormai vi conosco meglio delle mie tasche."

"Ispettore, io non c'entro niente con questa rapina... stavo lavorando e ho sparato solo perché uno dei ragazzi ha fatto partire un colpo contro il mio capo. È stata pura difesa."

Cerco di divincolarmi dalle manette sbuffando, non ho alcuna intenzione di ritornare in carcere.
Sottocchio sbircio Zulema, è più bella che mai, quanto mi è mancata.

"È così, Castillo. La rubia non c'entra niente, sbattete dentro me."

Zulema si alza seriamente ed automaticamente faccio lo stesso, non posso rischiare di perderla di nuovo, abbiamo ancora tanto da chiarire.

"In realtà non c'entriamo nulla né io né lei. Zulema... sì, insomma, lei era armata perché ha provato a difendermi da quel branco di bestie. Se non fosse stato per lei, sarei morta.
Per favore ispettore..."

Cerco di essere abbastanza convincente, ma l'espressione dell'uomo non sembra rasserenante.
Si alza piano e con il suo bastone indica dei puntini lampeggianti sul soffitto.

"A ver, Macarena, pensavo che lavorando in questo ufficio da diverso tempo sapessi che siete pieni di telecamere di sorveglianza. E mi sorprendi anche tu, maldito elfo... data la tua famosa furbizia, te ne saresti dovuta accorgere.
Ogni cosa avvenuta in questa stanza è stata registrata, mi dispiace ragazze, purtroppo non posso fare nulla per difendervi..."

Castillo ci guarda con aria triste, è stato uno dei pochi che all'interno del carcere ci ha trattato con rispetto, nonostante quante gliene abbiamo combinate.
Sento una fitta allo stomaco e la testa scoppiarmi, dopo anni di sbarre, avevo conquistato la mia libertà e adesso mi sembra di rivivere tutto in un battito di ciglia. Nella mia mente si fanno spazio immagini miste e forti, dalla mia infanzia all'adolescenza, dal carcere alla morte dei miei, dal mio primo compagno a Zulema.
Mi accascio piano per terra sotto lo sguardo preoccupato di entrambi.
L'ultima frase che sento proviene proprio da lei, poi, il buio.

"Cazzo Castillo, fa qualcosa! Rubia! Maca!"

_________

Non so quante ore siano passate, so solo che mi risveglio in un letto di ospedale con una flebo attaccata al
braccio sinistro.
Sono confusa ed impaurita.

"Zulema... dove... dove mi trovo?"

Una dottoressa coperta dal suo camice bianco si avvicina a me lentamente.

"Signorina Ferreiro, come si sente?
È svenuta, ma non si preoccupi, seguendo la cura che le ho prescritto si riprenderà al più presto.
Tra un'oretta potrà raggiungere le sue compagne di cella."

Sgrano gli occhi che si riempiono istintivamente di lacrime.
Osservando i muri intorno a me, mi rendo conto di essere nell'infermeria di Cruz del Norte.
Non voglio crederci, non è possibile, di nuovo.
Nonostante la mia preoccupazione ed il non sapere quanto dovrò rimanere dentro per qualcosa che non ho fatto, i miei pensieri volgono interamente a Lei.
Alla mia regina araba.

"Dov'è Zulema Zahir? Si trovava con me quando ci hanno prese."

La dottoressa fa finta di non ascoltarmi continuando a compilare le mie dimissioni.

"Le ho chiesto dove si trova Zulema Zahir! Che cosa le avete fatto?! Dov'è?!"

Urlo con le ultime forze che mi ritrovo in corpo sbattendo i pugni sul letto.

"Non è mia responsabilità darle determinate informazioni, signorina Ferreiro.
Prenda il suo cambio e raggiunga le altre."

Mi porge una vaschetta con all'interno quella maledetta uniforme gialla e l'intimo bianco.
Due guardie mi raggiungono ordinandomi di seguirle. Ci risiamo, di nuovo. Mi guardo intorno, e rivivo il mio passato, ogni angolo di questo carcere nasconde un pezzo della mia storia.
Non appena entro nella sala principale vedo tutti volti nuovi intorno a me.

"Ehilà, novellina!"
"Ma ciao, bella bionda, ti va di fare un giro?!"
"Ti aspetto in cella, tesoro!"

Odio. Odio tutto questo. Loro però non sanno ancora con chi hanno a che fare.

"Non ci posso credere... Maca! Amore!"

Una voce inconfondibile mi dà il benvenuto da lontano. Improvvisamente, mi sento meno sola.
La Riccia mi viene incontro con un sorriso a trentadue denti cingendomi in un abbraccio fortissimo.

"Che diavolo ci fai qui?! Io e le altre pensavamo fossi alle Hawaii con qualche bella donzella!" Ridacchia stampandomi un bacio sulla guancia.

"Riccia! Storia lunga... ti racconterò, adesso sono un po' stanca. Speravo di non trovarti qui... voglio dire, sono felice, ma speravo fossi uscita, ecco..."

Mentre la mora mi mangia con gli occhi mi guardo intorno alla ricerca dello scorpione.

"Ferreiro, cella 246."
Una guardia mi conduce alla mia nuova postazione, mentre la mia compagna sorride felice, a quanto pare siamo insieme e con mia sorpresa ci ritrovo dentro anche Antonia, Luna ed una nuova ragazza, Marta.

"Riccia... so che non avete mai avuto un buon rapporto, ma... hai notizie di Zulema? Siamo state prese insieme, io non ricordo più nulla."

Al nome "Zulema", tutte mi rivolgono un'espressione di terrore.
Tutte, a parte la riccia.

"Forse prima ci dovresti dire cosa ci facevi con lei..."
Mormora con sguardo disgustato.

"Riccia, ti racconterò tutto, ma se sai... se sapete voi tutte qualcosa, vi prego di dirmelo."

Luna si alza quasi impaurita, ma le faccio capire che può dirmi ogni cosa senza problemi.

"Vedi, Maca, hanno portato Zulema qui diverse ore fa... ma era un diavolo.
Non l'ho mai vista in quello stato. Continuava ad urlare contro le guardie chiedendo dove ti avessero portata, ad un certo punto, dato che nessuno le rispondeva, ha iniziato a sferrare calci e pugni senza fermarsi un attimo con il fuoco negli occhi.
Fino a che non l'hanno immobilizzata.
È stata una scena bruttissima, adesso è in isolamento. Penso che ci starà per almeno una settimana."

A quel racconto, rabbrividisco ed i miei occhi si riempiono di lacrime.

"Tu sapevi tutto e piuttosto che avvertirmi, mi hai nascosto tutto..."

Mi volto verso la Riccia che fa l'indifferente.

"Zulema ti ha sempre portato a cattiva strada, ti ha reso la vita un inferno e ora tu piangi per lei! Assurdo. Sei arrivata poco fa e già mi stai facendo incazzare."

Non mi interessa di queste stupide scenate in questo momento. Ciò che voglio è solo Zulema. Rivederla, risentirla, capire se sta bene. Devo raggiungerla.
Non ho molto tempo per inventare uno dei suoi piani geniali. Senza pensarci due volte, prendo violentemente la riccia ed iniziamo a prenderci a sberle, urlandoci i peggiori insulti.
Ma per finire in isolamento, questo è troppo poco.

"Mi dispiace, ma devo farlo."
Prendo uno dei tavolini che si trovano nella cella e glielo scaravento contro.

"Brutta figlia di troia! Tu e quella stronza vi siete già scavate la tomba!"
Urla la riccia mentre le guardie irrompono nella nostra cella, dividendoci.

"Ferreiro! In isolamento, subito!"

Spazio Autrice:

Ciao a tutte!
Dato che ho ricevuto molte risposte positive alla mia domanda riguardante un possibile sequel di "Tu sei la mia casa", eccomi qui!
Spero con tutto il cuore, che anche questa nuova storia, possa piacervi tanto quanto la prima.

Un abbraccio 💛

Zurena - Il Mio Sogno ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora