Vis a Vis

750 57 10
                                    




Leggo e rileggo la lettera di Zulema tremando, non riesco nemmeno più a piangere, tante sono state le lacrime che ho versato in questi giorni.
Mi sento come svuotata, privata di ogni bella emozione. Prosciugata.

Indosso una maglietta larga e mi sdraio sul letto della mia camera d'albergo con ancora tra le mani quel foglietto sgualcito che accarezzo ed annuso come a volerla sentire qui.
Noto che in alto, sulla destra, c'è una macchiolina di sangue.
Penso al modo in cui ha provato ad uccidersi, ma la mia testa sta scoppiando, quante sono le sensazioni contrastanti che ho provato nelle ultime ore.

A volte mi chiedo perché la vita ci abbia riservato questo trattamento così crudele, perché è successo tutto questo.
Non potevamo essere entrambe libere e felici?
Senza tutto questo dolore.
Io con il mio bambino, lei con la sua.
Non avremmo potuto incontrarci durante un viaggio ed innamorarci, così, senza sbarre e distruzione?

Quello che voglio adesso, però,  è scoprire la verità, cosa ha fatto durante quel mese lontana dalla nostra caravana.
Con chi è stata, cosa sia successo... io credo nella sua innocenza.

Decido di chiamare il mio capo, lui ha denunciato la gang che stava con lei, e magari può darmi qualche informazione in più.

"Signor Diaz?
Mi scusi se la disturbo a quest'ora, ma vorrei chiederle delle informazioni, sempre se può dedicarmi del tempo..."

"Macarena carissima, non disturbi affatto.
Intanto, sono felice che tu sia finalmente fuori da quel luogo infernale.
Cosa vuoi sapere?"

Prendo un piccolo blocco che si trova sulla scrivania vicino al letto ed una penna, magari mi saranno utili per appuntare qualche informazione importante.

"Sa, riguarda quella donna con i capelli scuri che ha fatto irruzione nel suo studio... ecco, lei è una mia cara amica.
Sono sicura che l'abbiano obbligata a far parte di quell'orribile rapina, solo che adesso è rinchiusa in carcere e non la faranno mai uscire senza delle prove sufficienti a dimostrare la sua innocenza."

Deglutisco, preoccupata della sua possibile reazione.

"Beh, Macarena, non mi sembrava tanto innocente quando mi ha puntato la pistola contro.
Senza la tua prontezza nel difendermi, probabilmente sarei morto."

Sbuffo, lo sapevo.

"Signor Diaz, glielo assicuro... non avrebbe mai sparato.
Se si ricorda un nome, uno solo, sarebbe davvero di grande aiuto.
La supplico."

"E va bene.
La polizia ha fermato tutti, tutti tranne uno.
A quanto pare è il capo della gang..."

Aspetto con ansia di sapere il nome del ragazzo.

"Allora? Come si chiama?"

"Macarena, io ti do il suo nome, ma tu devi promettermi una cosa."

"Tutto quello che vuole."

"Posso provare ad aiutarti, ma se dovessi riuscire a contattarlo, denuncialo subito alla polizia."

Un patto... vedi un po' il signor Diaz!
Sapevo fosse un bel tipo, ma non credevo fino a questo punto.

"Affare fatto."

"Benissimo, sapevo di poter contare su di te.
Alam Salaf."

Chiudo la chiamata.
Quel nome non mi è nuovo.
Zulema una notte mi aveva riferito di un certo Alam, e non era poi così contenta.

Inizio a fare delle ricerche, e penso di comunicare il tutto a Castillo.
Sicuramente saprà meglio di me come muoversi per rintracciarlo.

"Macarena, ti ringrazio infinitamente per la collaborazione.
Cercavamo quel maledetto da mesi, quello con Zulema non è stato di certo il suo primo attacco.
Adesso che abbiamo il nome, sarà molto più semplice..."

Zurena - Il Mio Sogno ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora