Profumo di Libertà

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Dopo la telefonata con Castillo, sono tornata al mio hotel, sono così stanca... questi ultimi giorni mi hanno distrutta.

Con mia sorpresa trovo ad aspettarmi, sul mio letto, un piccolo bouquet composto da girasoli e margherite.
Dentro vi è un bigliettino.

"Grazie per ieri, nonostante tutto, è stato bello.
Per un sole come te, i fiori più belli.

- Lola"

Non ci posso credere... sorrido lievemente e li ripongo all'interno di un vaso di vetro sul comodino.

Decido di ringraziarla, è stato un pensiero molto carino.

"Ciao Lola, sono Maca, volevo ringraziarti per i fiori, sono bellissimi.

Un abbraccio"

Non passano nemmeno due minuti che il mio telefono squilla.

"Figurati, per così poco.
Com'è andata all'ospedale?
La tua ex sta bene?"

Non voglio cadere in qualche altro casino, così cerco di essere chiara e concisa.

"Fortunatamente sì, ma oggi tornerò a farle visita perché l'hanno operata urgentemente ed ha bisogno di me.
Comunque non è la mia ex, c'eravamo solo prese una pausa."

Dopo quest'ultimo messaggio Lola visualizza, ma non risponde più.
Sicuramente c'è rimasta male, ma non posso permettermi di rovinare ancor di più le cose con Zulema.

Decido di farmi un bagno caldo per rilassarmi, a Madrid oggi c'è molto freddo, si sente che si sta avvicinando il periodo natalizio, nonostante io mi ostini a voler indossare indumenti più leggeri.
A volte, passeggiando, rimango folgorata dalle lucine, dalle vetrine addobbate per le feste, e penso a me e Zulema come una coppia felice per le vie della città.

Ci immagino ad acquistare regali, a scegliere il menù del cenone, ad indossare maglioni ridicoli e calzettoni pesanti.
A farci le coccole davanti ad un camino.
Poi però mi connetto con la realtà, e mi rendo conto di quanto io mi stia illudendo.
Non so nemmeno quando la faranno uscire, e soprattutto, se la condanna di un anno possa essere ridotta.

Passano diverse ore e ricevo un messaggio da Castillo:

"Zulema è in sala d'attesa, ce ne sono tre prima di lei, ti conviene raggiungerci.
Sono qui insieme agli uomini della sicurezza, lei mi sembra molto giù."

Quest'uomo è davvero un angelo, non riuscirò mai a fargli capire quanto gli sono grata.

"Buon pomeriggio ispettore, la ringrazio di vero cuore.
Senza di lei, non so davvero come avrei fatto.
Sto arrivando, grazie ancora.

M."

Mi vesto velocemente, stavolta sono convinta di voler fare sul serio.
Non ci sono più scuse né scenate che tengano.
Andrò lì e le farò capire quanto la amo.

Raggiungo a passo svelto la metropolitana, che in pochi minuti mi porta all'ospedale.
Non so in che reparto si trovano, quindi chiamo Castillo che mi fornisce le indicazioni.

"Maca sbrigati, la prossima è lei."

Inizio a correre più veloce della luce, tra un corridoio ed un altro.
Quest'ospedale sembra un labirinto infinito.
Dopo aver fatto circa sei piani a piedi, scorgo in fondo ad una sala dalle pareti celestine, la sicurezza di Cruz del Norte, e poco più a sinistra, l'ispettore.
Mi porto una mano sul petto, ho un fiatone terribile.

"Dov'è?"
Riesco a dire con un fil di voce.

Le guardie mi indicano una porta a vetri e si defilano.
Senza farmelo ripetere una seconda volta, la apro di colpo.
Zulema si volta di scatto verso di me con un'espressione di sorpresa.

Mi accascio sul pavimento mentre la porta si chiude alle mie spalle, ho il cuore che mi batte all'impazzata ed il respiro affannato.

"Non... non lo fare, ti prego."

Sussurro prendendole le mani nelle mie.

"Che diavolo ci fai qui?"
Mi chiede incredula.

"Ho fatto una stronzata, ero distrutta, la reazione che hai avuto l'altro giorno mi ha ferita e ho reagito come una deficiente.
Ero ubriaca fradicia, ci siamo baciate e ha toccato il mio seno, ma non è successo nient'altro.
Lo so che ti fa comunque schifo, e hai ragione... io sarei impazzita al tuo posto, ma te lo giuro che per me non ha significato niente.

Da quando sono uscita non faccio che pensare a te, sono sempre in contatto con quel povero di Castillo che non ce la fa più a sentire i miei sfoghi!
Sto cercando di farti dimettere in tutti i modi... non c'è un attimo in cui non mi torni in mente, e non c'è stato un attimo in cui io abbia smesso di amarti."

Sono un fiume in piena, le dico tutto questo senza nemmeno prendere fiato.
Zulema mi guarda con un mezzo sorriso.

"Rubia, sei logorroica."

Dal pavimento mi alzo e mi siedo accanto a lei, non lasciando le sue mani.

"Ascolta, lo so che per te immaginare una gravidanza dopo tua figlia sia pesante e difficile, ma io sono convinta che tu puoi farcela, che stavolta nessuno ti toglierà la possibilità di essere una madre presente e meravigliosa.
Ci sarò sempre io al tuo fianco e riusciremo ad essere una famiglia stupenda."

Le dico con le lacrime agli occhi stringendola forte a me.
Percepisco l'odore dei suoi capelli e della sua pelle invadermi le narici e mi sento finalmente a casa, tra le sue braccia.

"Io non voglio che questo bambino nasca tra le sbarre..."

Mi sussurra con voce rotta, sta tremando.
Le prendo il viso tra le mani e la fisso in quei meravigliosi occhi da gatta.

"Troveremo una soluzione, Castillo ci sta lavorando e sono sicura che quest'incubo finirà e saremo finalmente felici."

Zulema si morde il labbro e scuote il capo mentre delle lacrime le rigano il viso, che affonda nell'incavo del mio collo.

"Mi ha spezzato il cuore sentire quell'audio"
Mi dice piangendo, ed io a sentirla così,
mi sento uno schifo.
Le accarezzo i capelli e la schiena deglutendo.

"Sono stata stupida e superficiale, tutta questa situazione mi ha distrutto, ma ti amo... ti amo tanto e ti chiedo ancora scusa. Scusami, amore."

Le sussurro nell'orecchio non interrompendo i miei movimenti leggeri sulla sua schiena e poi ancora, sulle sue spalle.

"Ti amo, ti amo, ti amo"
Continuo a ripetere come se fosse l'unica frase che io sappia pronunciare.

Zulema alza lo sguardo nella mia direzione e si fionda sulle mie labbra travolgendomi con mille baci.
Le nostre lingue si incontrano affamate l'una dell'altra.
Mi sembra che sia passata una vita dall'ultima volta, nonostante non sia così.
Continuiamo a divorarci, ininterrottamente, fino a quando un dottore ci raggiunge e si schiarisce la voce, interrompendoci.

"Zulema Zahir, la sua camera è pronta, può andare a cambiarsi e poi inizieremo."

Ci voltiamo in contemporanea verso l'uomo, la mia mora si alza prendendomi per mano.

"Ho cambiato idea, lo tengo."
Dice con sicurezza ed io non posso che commuovermi e stringere forte la mia mano nella sua, intrecciando le nostre dita.

"È una sua scelta, non le nascondo che ne sono molto felice."

Il dottore annuisce e ci lascia, dopo averci salutato.

Poco dopo, ci raggiunge Castillo.
"Posso avere un attimo della vostra attenzione?"

L'uomo, zoppicando, entra nella sala d'attesa e si siede su una poltrona.

"Cosa è successo?"
Chiedo preoccupata.

"Ho ricevuto poco fa una chiamata da Cruz del Norte."

Zulema si siede ed io accanto a lei.

"Il giudice ha revisionato il tuo caso, Zahir.
Sei stata dichiarata innocente ed inoltre, vittima di violenza.
Abbiamo scoperto, attraverso i racconti degli altri detenuti appartenenti alla gang di Alam, che spesso hai subito dei ricatti a sfondo sessuale.
Per questo motivo, ti spetterà anche un importante risarcimento.
Sei libera, Zulema."

Zurena - Il Mio Sogno ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora