Capitolo 3

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Mi sveglio di scatto, alzando la testa dal cuscino. Ho i capelli davanti alla faccia e quindi non vedo bene. Mi volto di schiena e faccio cenno di alzarmi, ma il dolore lancinante alla testa mi ributta giù. Cazzo. Mi porto le mani alla fronte coprendo anche gli occhi e un verso di lamento esce dalla mia bocca. Riapro le palpebre e mi guardo attorno. Questa non è casa mia... questo non è il mio letto... questa non è la mia coperta. Ma, aspetta un secondo... dove sono i miei vestiti?! Perché sono completamente nuda?! Omiodio, oh no. Questa non è neanche la dannata casa della dannata festa di capodanno! Dove cazzo sono?

Mi alzo e scendo dal letto. Sono alquanto spaventata, anzi no, sono terrorizzata. Giro la testa di qua e di là velocemente in cerca dei miei vestiti.

Ora desidererei tanto le mie mutande e il mio reggiseno.

Questa stanza è così dannatamente grande e anche disordinata, mi ci vorrà un secolo per ritrovare la mia roba.

-Cazzo!- sussurro.

Oh, forse qualcuno lassù mi ama! Ecco le mie mutande. Anche il mio reggiseno! Me li metto velocemente.

Bene, ora dovrei trovare il vestito e la borsa. Guardo verso una scrivania con sopra dei libri messi alla rinfusa e vedo la borsa. Corro a prenderla e proprio accanto c'è il mio vestito che sembra essere stato buttato lì a caso. Cosa diavolo ho combinato ieri notte?! Non mi ricordo niente, a parte la rissa e tutto quanto il casino, poi vuoto totale. Perfetto, mi ci voleva proprio... cazzo.

Dopo essermi messa il vestito e aver recuperato le scarpe, sono pronta a scappare. Esco dalla stanza ed entro in un corridoio pieno di quadri. Sono belli. Assieme a loro sono appesi anche dei modellini di chitarre elettriche. Wow, questo tipo fa la collezione di tutta questa roba, ha buon gusto. Questo tipo... chi cavolo è questo tipo?? Non è Nathan... nemmeno Mett o Dan... chi cazzo è?!

All'improvviso, mentre cerco di ricordare ma senza alcun risultato, sento qualcuno cantare nella stanza difronte alla camera dove mi sono trovata e sento anche dell'acqua scorrere. Probabilmente si starà facendo la doccia. Lo ascolto e devo dire che ha una bella voce, è bravo. Wow.

Cosa dovrei fare, restare e vedere chi è questo ragazzo con il quale molto probabilmente ho fatto sesso o andare via ed evitare qualsiasi eventualità? Allora, se resto sarà imbarazzante, perché io non ricordo niente di lui, non ricordo cosa abbiamo fatto, dove e come l'ho conosciuto. Non so come potrebbe reagire se sapesse che non ricordo nulla. Se me ne vado, probabilmente non saprò mai chi è e non lo rivedrò più. Di conseguenza non saprò con chi ho fatto sesso e sembrerò tipo una... una poco di buono. O forse no?

Sento l'acqua spegnersi. Oddio, ha finito. Oddio, la porta si sta aprendo.

Brava Alex, ora non hai più tempo nemmeno di pensare!

Sembro incollata al pavimento, paralizzata. Non riesco a muovere un muscolo.

Ma non posso stare qui così, sembro una deficiente!

Fortunatamente alla mia destra c'è una piccola panchina, mi ci siedo di scatto e appoggio i gomiti alle mie ginocchia, attendendo di vedere chi esce da quella porta.

Si apre e il ragazzo misterioso esce. Oh porca vacca.

-Oh, sei sveglia!- mi dice rivolgendomi un sorriso.

Rimango zitta, incapace di parlare. Ha addosso solo un paio di boxer aderenti e io comincio a sentirmi nervosa. Continuo a fissarlo e non riesco a smettere. Il suo fisico è qualcosa di spettacolare, non è né troppo muscoloso né troppo magro. Il riflesso della luce che proviene dalla stanza dalla quale è uscito mette più in risalto il disegno dei suoi addominali. Il suo viso è un po' nascosto dall'ombra, ma riesco chiaramente a vedere il blu risaltante dei suoi occhi. I suoi capelli corti sono bagnati e gli cadono leggermente sulla fronte.

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