Capitolo 9 - Nicolas

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Escodalla libreria con questo cazzo di inutile spartito in mano e i nerviandati. Stamattina mi sono svegliato e ho cominciato a suonare, poimi sono accorto che suonavo sempre le stesse canzoni, allora sonouscito per prendere uno spartito e avere ispirazione. Tutte lelibrerie erano chiuse, così sono andato fino in città e ho vistoche questa era aperta, ma non pensavo che ci lavorasse Alex! Ma checazzo!

Soche lei ha tutte le ragioni per essere incazzata con me, ma nonadesso perché la ragione non la sa ancora perché io le ho mentito!Allora perché mi tratta così? Mi fa incazzare il suo comportamento.

Salgoin macchina, ma non parto. Non voglio andare via ora che l'horivista. Per quanto sia incazzato e irritato, voglio parlare con leie voglio che lei parli con me. Anche se sarà per un minuto e anchese in quel minuto lei mi insultasse, voglio parlarle.

Escodall'auto, mi appoggio alla portiera e aspetto. Poi, finalmente, lavedo che sta uscendo. Mi vede subito e mi guarda con un'espressioneseccata. Io le faccio un sorriso e vado verso di lei, ma lei se neva. La seguo, -Aspetta! Alex, andiamo, ricominciamo da capo!- leurlo.

Leisi ferma e si volta verso di me, -Nicolas, cosa vuoi da meesattamente?- mi chiede.

Già,Nicolas, dille cosa vuoi da lei, le fa l'eco il mio subconscio. Cosavoglio da lei? Prima non volevo più vederla, poi la rivedo e vogliopassare del tempo con lei, cosa voglio? -Beh, io voglio essere tuoamico. Voglio che siamo amici. Poi ora con quello che sta succedendotra la tua amica Lois e Alvin, credo che ci rivedremo più spesso esarebbe un bene per loro che andassimo d'accordo.-. Le parole miescono da sole e non so se ho detto una cazzata o cosa.

-Oh.Sai di Lois?- mi chiede e sembra più calma.

-Alvinmi ha raccontato quello che è successo. Penso che ti abbiaraccontato lo stesso Lois.-

-Già.Beh, sono d'accordo con te per il fatto che dovremmo andare d'accordoper loro due, ma ci vorrà un po' prima che diventiamo amici.-

-Beh,ovviamente. Tregua?- le porgo la mano.

-Tregua.-la accetta e me la stringe.

Restiamoin silenzio per qualche secondo. Io la guardo e presumo di avere unsorriso da ebete stampato in faccia, lei mi guarda e penso che stiapensando a come andarsene prima.

-Bene,adesso devo andare..- mi dice.

-Oh,sì, anch'io. Beh, ci vediamo allora.-

-Okay.Ciao.- mi fa un cenno con la mano.

-Ciao.-ricambio. La guardo andare via , poi mi accorgo di non avere nessuncontatto con lei per sentirla, come faccio a sentirla? -Hei!Aspetta!- le vado incontro. Lei si gira di scatto con gli occhisbarrati, -non ho un tuo contatto!- le dico quasi disperato.

-Cosa?-

-Sì,il tuo numero di telefono o la tua mail... sai, se vogliamo essereamici...-

-Mh...-tira fuori una penna dalla borsa, -dammi la mano.- dice. Gliela porgoe lei mi scrive la sua mail sul palmo. -Ecco.- fa un sorriso.

Ricambioil sorriso, -Grazie. Non è falsa come la via di casa tua, vero?- ledico facendole capire di aver scoperto il suo malefico piano.

Ride,-no, questa è vera, tranquillo. Ora vado, altrimenti faccio tardi.-

-Certo!Ci sentiamo allora.- dico alzando la mano in segno di saluto.

Faun cenno con la testa e va verso la sua auto. La guardo e so di avereun'espressione da pesce lesso, ma non me ne fotte un cazzo. Quelloche conta è che ha accettato di risentirci e mi ha dato la sua mail.Mi sento come un bimbo a Natale, assurdo, non mi sono mai sentitocosì. Però è una bella sensazione, mi sento leggero. Mi volto evado verso la mia macchina. Guardo lo spartito del trombone che misono comprato. Che cazzo ci faccio con questo? Okay, forse è meglioche lo vada a cambiare. Entro nel negozio e vedo la signora di primaalla cassa. -Salve.- le dico cordialmente.

-Oh,ancora lei. Ha dimenticato qualcosa?- mi dice con tono sospettoso. Maquesta gli affari suoi non se li fa??

-No,in realtà mi sono accorto di aver sbagliato spartito. Possocambiarlo per uno di chitarra?- le rispondo in modo più educato cheposso.

Miguarda per un attimo stando in silenzio, -Sì. Sa dove sono, neprenda uno dello stesso prezzo o più alto.-.

Lefaccio cenno di sì e salgo le scale. Rimetto apposto "sulle notedel trombone" e ne prendo uno per chitarra acustica. Scendo e lofaccio vedere alla signora. Gli dà un'occhiata veloce, -okay, mideve altri cinque dollari.- dice.

Tirofuori i soldi e glieli porgo.

-Grazie.Arrivederci.-

-Arrivederci.-prendo il fascicolo e me ne torno in macchina. Accendo la radio con il cd degli Alsena e mi dirigo verso il mio appartamento.

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