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Avevano bussato alla porta. Alle 2 di notte. La preoccupazione iniziò a prendere il sopravvento. Distesa nel mio letto, sentivo solo i rumori dei miei fratelli e delle mie sorelle della casa di Atena russare. Nessuno si era svegliato, tranne Annabeth. Quella ragazza era sempre sull'attenti, increbile, pensai. Si alzò piano con la mano sul pugnale che portava legato al pigiama. Stavo iniziando a credere al fatto che non si liberasse neanche per un bagno rilassante della sua arma storica, e piano piano ne stavo iniziando a capire il motivo. Noi semidei non abbiamo un attimo di tregua, quando tutto sembra andare per il meglio, ecco che il nuovo mostro viene a trovarci o una nuova profezia viene pronunciata.

Io ancora dovevo fare visita all'Oracolo, Chirone aveva preferito aspettare un po', prima di scoprire il mio destino. Pensava che avessi bisogno di ancora un po' di riposo per stabilizzarmi e non potevo dargli torto. Quello scherzo della Foschia non era stato molto piacevole e mi aveva lasciato un tremendo mal di testa che mi stava infastidendo e non poco.
Annabeth aprì la porta con calma e io mi affiancai a lei, anche se non avevo alcuna arma con cui difendermi. Non ce ne fu bisogno.

Alla porta c'era un piccolo bambino sui circa 6 anni che però aveva uno sguardo serio e... adulto.
Vidi Annabeth sbiancare e fare un leggero inchino. Mi guardò e decisi di fare lo stesso anche se la situazione stava diventando sempre più strana. Il bambino ci chiese di seguirlo. Arrivammo sulla spiaggia che affacciava sulla costa di Long Island. Appena sentì il rumore dell'acqua non potei fare a meno che immergerci le caviglie. Sentì il mal di testa affievolirsi e una nuova forza si stava generando dentro di me. Il bambino iniziò a tossire rumorosamente per attirare la mia attenzione e allora rossa in viso mi avvicinai.
"Ehm, chi sei piccolo" chiesi con una voce innocente e calma.
Il bambino non gradì quel trattamento: "con chi pensi di avere a che fare piccola mezzosangue? Sono Eolo, il dio dei venti, questa è semplicemente la forma che da meno nell'occhio tra i mortali".
'Certò, perché un bambino di 6 anni che cammina da solo per strada alle 2 di notte è completamente normale.' pensai ma me lo tenni per me, non volevo infastidire il dio più di quanto avessi già fatto.
Annabeth prese parola: "Per cosa abbiamo l'onore della sua presenza divino Eolo?"
"Sono qui perché dovevo comunicarvi qualcosa di davvero importante" rispose il dio e vidi la preoccupazione apparire sul suo volto
"Talmente importante da venire alle 2 di notte? E poi perché proprio a noi? Cosa abbiamo di speciale? Oh, non ci sto capendo nulla" affermai tutto d'un fiato.
"Calmati ragazzina, sarò anche il dio del vento ma non ho voglia di soccorrere una semidea in iper ventilazione. Comunque si, è una questione molto urgente e beh, ho scelto voi perché siete le semidee più speciali del campo"
"Cosa intende dire?" chiese Annabeth con un'espressione accigliata in viso
"Beh, tu cara Annabeth sei l'architetto ufficiale dell'Olimpo mentre la tua amica Denise è nata dall'unione di due dei antichi rivali. Se non voi, chi avrei mai potuto scegliere?"

Quel ragionamento effettivamente non faceva una piega, ma c'era qualcosa che continuava a preoccuparmi.
Ero nuova al campo e non mi sentivo ancora pronta ad affrontare questa nuova esperienza, non sapevo neanche cosa avrei dovuto fare. Mi stavo fasciando la testa prima del tempo ma non potevo farci nulla, sono sempre stata così.
Il dio Eolo ricominciò a spiegarci: " Sull'Olimpo ci sono un po' di problemi. È da un paio di giorni che stiamo ricevendo delle strane segnalazioni. Sembra che sempre più divinità minori stiamo iniziando a scomparire. Non abbiamo molte notizie al riguardo ma la situazione sta diventando critica. Anche la dea Iride è scomparsa e ciò ci rende ancora più difficile comunicare tra di noi. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per riuscire a comprendere quale è il motivo di queste sparizioni, e ci serve il più presto possibile. Non è da me venire a pregare semidei, ma questa è una situazione di emergenza. Zeus continua a ripeterci che sotto il suo controllo niente di brutto potrà succedere, eppure non sarebbe la prima volta. Comunque, lasciamo perdere queste discussioni familiari per il momento, cosa decidete di fare? Volete mettervi in gioco per l'Olimpo?" concluse il dio con una strana espressione in viso che non avrei mai pensato di vedere: sotto un sottile strato di falsa tranquillità, si nascondeva del terrore puro. La pelle mi si ricoprì di brividi e guardai di sottecchi Annabeth. Anche lei sembrava confusa e questa cosa mi innervosì ancora di più. Se non era chiara a lei la nostra impresa, non lo sarebbe stata per nessuno.

"Ha bisogno subito di una risposta o possiamo prenderci un po' di tempo per valutare la sua proposta?" chiese Annabeth saggiamente.
"Avete come massimo domani mattina alle ore 8 per decidere. Tornerò qui personalmente e se la risposta sarà positiva, insieme a Chirone preparerete già il viaggio per partire il prima possibile.
Valutate saggiamente cosa fare, noi sull'Olimpo ci fidiamo di voi. Avete una grande responsabilità da prendervi, capisco se vorrete tirarvi indietro. Adesso però devo andare, mi dispiace per aver interrotto così bruscamente la vostra nottata. A domani." così rispose il dio e poi volò via in una folata di vento.

Io e Annabeth eravamo sole sulla spiaggia e fu in quel momento che sentì le ginocchia cedere. Era tutto troppo da sostenere.
Annabeth mi afferrò prima che potessi cadere e con sguardo allarmato mi chiese cosa stesse succedendo.

"Beh diciamo che sono al campo da pochissimo e già mi hanno proposto di partire per un'impresa di cui non ho capito nulla. Sono stata attaccata da ben 2 mostri e ho rischiato anche già di morire. La mia vita al campo è iniziata al meglio insomma" risi ironicamente mentre mi massaggiavo la testa con le mani.

"Senti Denise, lo so che è difficile gestire tutto ciò. Sono qui al campo da anni ormai e dopo un po' ci si fa l'abitudine. Non so quanto possa consolarti, ma sappi che per qualsiasi cosa io sarò sempre qui. Sei la mia sorellina e non permetterei mai che qualcuno ti facesse del male. Prendila così, se non fossi mai arrivata al campo, non ci saremmo mai conosciute. Invece siamo qui e affronteremo la tua prima missione insieme. Ce la possiamo fare" mi disse Annabeth accarezzandomi la schiena.
Una lacrima scese sulla mia guancia e lei prontamente la asciugò prima di stringermi in un abbraccio che sapeva di casa.
Aveva ragione.
Forse la mia vita si era stravolta da un momento all'altro, tutto stava cambiando pian piano ma avevo trovato nel campo una nuova famiglia. Adesso avevo nuove persone a cui importava seriamente di me e della mia salute.
Finalmente avevo trovato la mia casa, il mio posto felice. E se il prezzo per restare lì era andare a combattere qualche mostro, avrei fatto di tutto per non deludere nessuno. Volevo dimostrare il mio valore e dovevo mettere da parte la paura. Potevo davvero farcela.
Sorrisi ad Annabeth e mi alzai in piedi.

"Andiamo dai, domani mattina sveglia alle 7 e andiamo alla Casa Grande per parlare con Chirone" dissi con una luce tutta nuova negli occhi.
"Mi piace questo nuovo atteggiamento sorellina" rise Annabeth dandomi una pacca sulla spalla.

Ridacchiando insieme ci incamminammo verso la casa di Atena. Sarebbe stato difficile riaddormentarsi quella notte, soprattutto con tutti quei pensieri che mi vagavano per la testa.

Chissà a cosa saremmo dovute andare in contro. Chissà se avremmo dovuto rischiare la vita fin da subito.

Tutta la determinazione di qualche attimo prima già stava sparendo ma non volevo farlo trasparire. Una volta in casetta mi coprì il volto con le lenzuola e scoppiai in un pianto liberatorio. Avevo bisogno di sfogare tutto quello che stavo provando. Feci attenzione e cercai di essere il più silenziosa possibile ma Annabeth fu più attenta di me.
Si alzò e si venne a stendere vicino a me.
Non disse una parola, non ce n'era bisogno. La sua presenza mi tranquillizzò e dopo una mezz'ora abbondante caddi anche io nelle braccia di Morfeo come tutti i miei fratelli e sorelle.
Domani sarebbe stata una lunga giornata.
Forse sarebbe stato meglio non svegliarsi...

La figlia di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora