2- Sono stata riconosciuta

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                                                                                                                                                       Erano passati ormai 5 giorni dal mio arrivo al Campo Mezzosangue. In questi 5 giorni avevo vissuto nella casa di Ermes,che accoglie i semidei che non sanno ancora chi è il proprio genitore divino. 
Chirone aveva insistito a darmi lezioni private per iniziare a comprendere un po' il mio ruolo e il  perché dei pericolosi combattimenti che avrei affrontato in futuro. Iniziammo parlando, poi Chirone mi fece provare molte spade per trovare quella perfetta. Una volta trovata la spada, indossai l'armatura e iniziammo il combattimento. Chirone disse che avevo riflessi molto buoni e che me la sapevo cavare. Per me era già un ottimo risultato anche perché non avevo mai preso in mano una spada. Così continuammo per 5 giorni fino a quando Chirone disse che ero pronta per affrontarmi con altri semidei. Andava tutto bene, a cena avevo tanti compagni al tavolo visto che la casa di Ermes era la più numerosa del campo e andavo d'accordo anche con Percy e Annabeth. Quel mondo mi era molto familiare anche se molto estraneo. Ci avevo vissuto nella mia mente per molto tempo leggendo le avventure di Percy ma non ne avevo mai fatto parte realmente.
Tutto era tranquillo e monotono finché una sera successe qualcosa di molto strano. Io ed Annabeth eravamo vicino al fiume per una passeggiata quando sentimmo delle strane voci provenire dal bosco. Subito sfoderammo le spade e restammo in silenzio per udire di nuovo le voci. Ad un certo punto vedemmo dei mostri sbucare da un angolo buio e nascosto dagli alberi. Io ed Annabeth andammo all'attacco ma i mostri non volevano cedere. Uno colpì Annabeth ad un braccio e fu costretta a restare stesa per terra sottomessa dal dolore. Io cercai di schivare gli innumerevoli colpi che i mostri mi scagliavano contro finché non sentì una voce nella mia testa che diceva: "mira agli occhi, non potendoti vedere sarà più facile per te sconfiggerli"
Anche se un po' preoccupata per avere sentito una voce nella mia testa, ascoltai il consiglio:colpì i mostri negli occhi e quest'ultimi urlando di dolore indietreggiarono. Anch'io indietreggiai, ma non per la paura ma per chiedere ad Annabeth come andava. Lei disse di non preoccuparmi e di sbarazzarsi dei mostri. Un po' controvoglia perché volevo aiutarla, feci quello che mi aveva detto. Colpì i mostri che evaporarono nell'aria come non avevo mai visto fare. Corsi da Annabeth, me la caricai sulle spalle e mi incamminai verso la Casa Grande. Sull'uscio c'era Chirone, gli spiegai cos'era successo e mi disse di appoggiare Annabeth sulla sua groppa;poi però successe qualcosa che lo fece restare a bocca aperta. Sulla mia testa apparvero due segni, una civetta 🦉che sovrastava un tridente 🔱. Chirone mi spiegò che il mio genitore divino mi aveva riconosciuto ma che c'era qualcosa di più che poi mi avrebbe spiegato. Io incuriosita chiesi spiegazioni immediate ma lui rispose che doveva curare Annabeth.

La figlia di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora