Nagato

130 5 0
                                    

Mi svegliai di scatto dal mio letto e cercai subito il pugnale che di solito tenevo sulla coscia, ma solo dopo mi resi conto di essere legata con delle cinghie al letto.

"Vedo che ti sei svegliata finalmente" a parlare era stato un uomo, anzi no, un ragazzo. Quest'ultimo si trovava sul mio lato sinistro. Essendo legata al letto non riuscivo a vedere la stanza intorno a me, l'unica cosa che scorgevo con lo sguardo erano le travi di legno sul soffitto, il tavolo medico alla mia destra e il ragazzo biondo alla mia sinistra.

Per prima cosa dovevo rimanere calma, devo evitare di parlare. Sicuramente il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa ma nel frattempo devo capire dove mi trovo e cosa è successo a gli altri.

"Bene. Vedo che non sei scossa, dopotutto immagino cosa ti ha fatto passare Orochimaru." Orochimaru? Come faceva sapere cosa mi legava a lui? "Io sono Deidara. Tu devi essere Sora il ninja-tigre." Come faceva a sapere tutte quelle cose, nessuno sa chi sono. "Se ti chiedi che fine hanno fatto i tuoi compagni, hanno ucciso il nostro migliore arciere ma per farlo ti hanno dovuto abbandonare". Menomale, sono riusciti a completare la missione. "Siamo lieti di averti con noi. Sei qui perché vogliamo farti un'offerta"

Entrò un ragazzo incappucciato era zuppo, probabilmente fuori pioveva. "Ciao Sasori, sei già di rientro?" disse Deidara "Dobbiamo andare tra meno di 5 minuti saranno qui"

"Come hanno fatto a trovarci tanto facilmente? Presto dai l'allarme cambiamo nascondiglio. spero che abbiamo fatto in tempo a terminare i preparativi per l'arrivo di Pain forse questa è la volta buona che ce ne liberiamo. Mentre io e te mia cara Sora finiremmo più tardi il nostro discorso" dopo aver detto ciò Deidara tirò fuori la lingua divertito e si avvicinò a me con una siringa in mano. Probabilmente voleva addormentarmi. Ma era lui non sapeva che era giunta la sua fine.

Dopo che è entrato Sasori avevo capito dove ci trovavamo, su una delle montagne che confinano con il villaggio della pioggia. Dopo aver capito ciò usai la mia arma segreta: i miei artigli in grafene. Nessuno ne sapeva l'esistenza, e nessuno li poteva trovare visto che erano sotto la mia pelle per la precisione dove si trovano le nocche delle mani.

Una volta che mi sbarazzai delle cinghie mi gettai addosso a Deidare il quale era già armato con una spada. Gli trafissi i fianchi con gli artigli e cadde a terra, ma nel mentre mi fece un'enorme squarcio sul torace. Presi la spada e la lancia addosso a Sasori colpendolo sul petto e cadde anche lui a terra.

Sanguinavo molto ma riuscii ad arrivare alla porta, che nel mentre qualcuno aveva aperto: Kakashi.

Non so se sbiancò più io o lui dalla sorpresa. Lui venne da me di corsa e mi abbracciò "Stai bene" disse. Dopo quel momento divenne il solito serio Kakashi. Mi prese in braccio e uscimmo di corsa sotto la pioggia.

"Cos'è successo?" chiesi. "Nulla di che. Ti avevamo un attimo nascosta dietro un albero per andare ad uccidere l'arciere ma nel frattempo ti avevano rapita. Pakkun ha rintraccio il tuo odore ed oltre a trovare te siamo arrivati in questa base dell'Akatsuki. Nagato è un attimo andato a vedere se al centro del nascondiglio si trova Tobi, si pensa che sia il braccio destro dell'organizzazione se lo rapiamo potremo scoprire informazioni preziose." Dopo aver sentito Nagato mi riaffiorarono alla mente le parole di Deidara –forse questa è la volta buona che ce ne liberiamo- "NO" dissi.

Mi voltai verso la base nemica in tempo per vedere l'esplosione. "No, non può essere..." dissi abbassa voce. Kakashi si voltò e impallidì alla vista dell'orribile spettacolo che vi era davanti ai nostri occhi. Pain, il nostro compagno, che per noi era stato come un fratello maggiore non sarebbe mai tornato ad allenarsi con noi. Mai più.

Al funerale di Nagato c'eravamo solo io e Kakashi, nemmeno Jirajia il suo maestro era venuto. Non trovammo il suo corpo ma almeno gli facemmo una lapide e la mettemmo nel suo luogo preferito per allenarsi, un'enorme distesa di terra dove potevi allenarti usando il 100% della forza senza preoccuparti di ciò che ti circonda.

Avevo lo sguardo rivolto verso il suo nome inciso sulla lapide. Mentre lo leggevo più volte mi venivano in mente tutti i nostri momenti felici.

Era sempre stato un tipo riservato, era già tanto se parlava con l'Hokage. Ma per me è sempre stato come un fratello maggiore.
Prima che la squadra si formasse cioè 8 anni fa fu Nagato a portarmi via dal laboratorio di Orochimaru. Dopo l'Hokage decise di farmi vivere con lui per imparare più cose possibili. Era peggio che stare a scuola, la mattina ci alzavamo alle 5 e ci allenavamo fino alle 8, per il resto della mattinata mi insegnava la teoria delle tecniche ninja e altre materie come la geografia e la matematica. Era davvero geniale, mi insegnò persino come uccidere una persona con un solo colpo oppure come suturare una ferita.

Era considerato apatico, ma fu lui a farmi capire il significato delle emozioni.
Un giorno gli chiesi "Ma perché non vuoi provare nulla?" lui mi fece attendere a lungo la risposta per poi dire "I sentimenti sono ciò che ci distrugge più della vita stessa" e da quel giorno imparai a controllare le mie emozioni proprio come lui.

Ma ora, qui difronte alla sua lapide, nonostante stessi zitta potevo sentire la mia gola tremare, gli occhi lucidi e le guance calde.
Sentii una mano passarmi sopra la guancia; non me ne ero nemmeno accorta ma stavo piangendo.
La mano era di Kakashi, alzai lo sguardo verso il suo viso per vederlo rivolto verso il cielo, come potevo aspettarmi da lui nemmeno una lacrima. Ma poi lo guardai meglio: i suoi occhi.
Erano gonfi e lucidi, si era asciugato le lacrime versate prima.

Caro Nagato, allora è questa la tristezza?


~

Spazio autrice
Hey ciao! Spero che la storia vi stia piacendo. Se avete qualcosa da segnalare siete liberi di farlo nei commenti!
Se la storia vi sta piacendo:
Sclerate e stellinate! 😁❤️

Scars of the Past// Kakashi X OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora