Ethan
«Devo ammettere che quella donna ha talento.»
Se non fosse per le sue curve strepitose farei fatica a credere che Jane sia una donna. Infatti la sua voce bassa e mascolina mi porta ad alzare la testa di scatto verso l'altra parte della scrivania del mio ufficio, alzando un sopracciglio quando mi accorgo che sta guardando i disegni di Valerie.«Non ho mai visto niente di più banale ed elegante allo stesso tempo.»- aggiunge senza smettere di guardare i fogli bianchi di fronte a lei, ma mi affretto a interromperla prima che vada dritto al punto:
«Non sono in vendita.»-tiro l'aria fuori dalle narici con una smorfia talmente scocciata che Jane distolglie per un attimo gli occhi dai ritratti, scrutandomi da lontano con un'espressione divertita.
«Ma come?»-il sorriso sulle sue labbra carnose si allarga sempre di più, mentre si alza lentamente dalla sedia per mettere in mostra i suoi fianchi rifatti e continuare a parlare con un tono più che provocatorio:
«Ian ha organizzato tutta quella mostra per lei.»Lascio che inizi a incamminarsi nella mia direzione e fingo un'espressione indifferente alle sue parole, anche se non riesco a fare a meno di bestemmiare tra me e me per il fastidio.
«Mentre tu vuoi mandare tutto a monte.»-continua a parlare, anche se sono sul punto di urlarle contro di chiudere quella fogna: se ho deciso di riprendere a lavorare al museo è solo per tenere sotto controllo Ian, che invece è da giorni che non si presenta e la parte più fottuta di me dice che quel bastardo spende tutto il tempo con Valerie.«Mi dispiace ammetterlo, tesoro...»-riprende a sputare stronzate, per poi cercare di attirare la mia attenzione poggiando una mano sulla mia spalla, anche se continuo a incenerire con lo sguardo la scrivania di fronte a me, lasciando continuare a parlare la donna al mio fianco e convincendo me stesso che le sue sono davvero solo stronzate.
«... ma sembra che lui tenga più di te a Valerie.»-conclude con una smorfia ancor più divertita in volto, pur sapendo quale effetto hanno le sue parole si di me.«Non sono cazzi tuoi.»- dico tra i denti, decidendo di alzare finalmente la testa verso l'alto per lanciarle una lunga occhiataccia, ma non la lascio prendere si nuovo la parola e non ci penso due volte prima di scacciare la mano dalla sua spalla:
«Non ti conviene questa sceneggiata, Jane.»Serro la mascella e mi alzo in piedi senza riuscire a controllare il tono freddo e distaccato delle mie parole, ma mi rilasso lentamente quando la donna di fronte a me scoppia in una fragorosa risata, ricordandomi di avere a che fare con un'amica di vecchia data più che pazza e con la quale non vale la pena arrabbiarsi.
La guardo dall'alto con un'espressione ormai scocciata, mentre la sua risata continua a echeggiare nel mio ufficio al punto di attirare l'attenzione di chi passa davanti alla porta vetrata alle spalle di Jane.
Raddrizzo la schiena per il fastidio quando all'improvviso si avvicina al mio petto per avvolgere i miei fianchi tra le sue braccia forti, abbracciandomi con così tanta tenerezza che dopo un paio di secondi decido di ricambiare, anche se la mia espressione diventa ancor più infastidita di prima.
«Va bene.»-impreco a bassa voce quando le parole escono dalle mie labbra senza che riesca a controllarmi, facendo alzare la testa dal mio petto a Jane all'istante.
«Avrai i dipinti di Valerie.»-aggiungo subito dopo in fretta, prima di pentirmi di quello che mi passa per la testa, ma non lascio Jane prendere la parola e la anticipo di nuovo quando mi accorgo della smorfia entusiasta sul suo viso:«Ma a una sola condizione...»- il mio tono diventa più distaccato per farle capire quanto sono serio, ma non faccio in tempo ad aprire bocca per continuare che una voce più che famigliare mi porta a distaccare in fretta lo sguardo dalle pupille scure di Jane.
«Disturbo?»-alzo la testa di scatto quando il tono serio di Ian arriva dritto alle mie orecchie, facendomi pentire all'istante di non aver chiuso la porta prima di entrare nel mio ufficio con la donna che ora continua a stringermi tra le braccia.
Serro la mascella senza riuscire a controllarmi e mi affretto a poggiare entrambe le mani sulle spalle di Jane per allontanarla dal mio petto, mentre i miei occhi incrociano quelli del bastardo alla soglia della porta.
La parte migliore di me mi consiglia ad andare verso di lui ora che finalmente ne ho l'occasione e ammazzarlo di botte fino a togliergli il respiro senza pensarci due volte.
Vorrei sfogare sulla sua fottuta faccia tutta la rabbia che ho accumulato in questi mesi. Solo per fargli capire di stare lontano da Valerie e da mio figlio, cazzo!
Una voglia matta di umiliarlo davanti a tutto il personale del museo si impossessa di me, tanto che sono costretto a stringere le dita in due pugni per trattenermi.
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La Vendetta di Valerie ~Sequel di "La Vendetta di Ethan"
Chick-Lit«Come sta mio figlio?»-le mie parole vengono fuori così fredde che non sono certo che mi darà una risposta, ma la sua smorfia rimane la stessa, mentre poggia le spalle allo schienale della sedia: non so quando è uscito di prigione, ma sono sicuro ch...