18-Da Quanto Tempo

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Valerie

Fisso lo schermo del computer da così tanto tempo che la mia vista inizia ad appaiarsi. Molte cose non mi piacciono del mio mestiere, ma la prima tra tutte è che non so se fidarmi dei miei clienti. Fare l'avvocato per me non significa difendere chiunque mi chieda di essere difeso, ma solo chi sono certa che sarà innocente. Ed è così frustrante che talvolta voglio abbandonare quest'ufficio per non tornarci mai più.
Sbuffo sonoramente e mi affretto a spegnere il computer con l'intento di smettere di fissare i dati del mio cliente senza riuscire a prendere una decisione, per poi poggiare i gomiti sulla scrivania di legno.
Il mal di testa inizia già a tormentarmi dopo solo poche ore di lavoro, costringendomi a prendere il telefono in mano per chiedere alla segretaria di procurarmi un caffè, anche se in questo momento mi servirebbe altro.
Da quando ho ripreso a lavorare dopo la nascita di Matt fare l'avvocato è stato sempre più pesante, non solo per la stanchezza, ma soprattutto per il dover lasciare tre bambini a casa di mio padre in compagnia della sua moglie pazza, ma al solo penserio che oggi Matt è nelle mani di Ethan mi vengono i brividi per la preoccupazione.
Scuoto la testa in fretta prima di decidere di lasciare l'ufficio per davvero, iniziando a digitare il nome della segreteria sullo schermo.
Ho già dovuto sopportare i richiami di quello stronzo del giudice per essere sparita per una settimana senza avvisare, non posso farmi licenziare per davvero.

*Ho un bisogno disperato di caffè. *- digito sullo schermo con una smorfia perplessa in volto, ma appena faccio per inviare il messaggio la porta del mio ufficio viene spalancata, facendomi sorridere per l'ottimo tempismo della mia segreteria, che non mi pento mai di averla assunta.

«Grazie al cielo, ti aspettavo.» - esulto per farle capire quanto le sono grata, mentre mi affretto a cancellare il messaggio che stavo per inviarle senza distogliere gli occhi dallo schermo del telefono.

«Non penso proprio.»-sento dire a un paio di metri di distanza, ma non ci metto molto a riconoscere la sua voce inconfondibile e davvero fastidiosa.
Alzo la testa di scatto, sperando con tutta me stessa di essermi sbagliata, ma spalanco gli occhi quando il mio sguardo incrocia la figura della madre di Ethan, in piedi davanti a me come un anno fa.

'Che ci fai nel mio ufficio?' - vorrei chiederle all'istante, ma sono così perplessa in questo momento che rimango impalata a fissarla da lontano.

«Da quanto tempo.»-ssputo acida e  alzo un sopracciglio senza riuscire a trattenermi, ricordando solo ora che questa donna è la nonna di mio figlio, ma non sa nemmeno com'è fatto suo nipote.
Sembra quasi che questa donna sappia solo l'indirizzo del mio ufficio e non quello di casa mia.
In tutti questi mesi non si è degnata di  farsi avanti per conoscere Matt, nemmeno suo marito, e non capisco dove ha trovato la faccia tosta di presentarsi nel mio ufficio come se nulla fosse successo e con un sorriso tirato sulle labbra.

«Ci conosciamo?»-alzo un sopracciglio con fare arrogante, alzando il mento per farle capire quanto la disprezzo in questo momento.
Non oso immaginare l'odio che deve aver accumulato nei miei confronti per aver incarcerato suo figlio, ma sono sicura che lei e suo marito sapessero bene quello che andava tramando Ethan, anzi, forse anche loro si volevano vendicare per la loro figlia.

Stringo i denti quando prende posto di fronte a me senza nemmeno chiederlo, mentre rotea gli occhi al cielo e assume un'espressione seria.

«Ti avevo avvisata di non avvicinarti a mio figlio.» - dice con un tono persino più acido del mio, facendomi corrugare la fronte e abbandonare la smorfia arrabbiata quando nella mia testa ritornano i ricordi di un anno fa.
Se solo non avesse ragione le avrei impedito di andare oltre e continuare a parlare.
«Ho saputo che tu e mio figlio siete ritornati insieme..» - riprende a guardarmi con un'espressione seria, incrociando le gambe sulla sedia, per poi poggiare la borsa di pelle sul grembo, ma quando realizzo le sue parole il mio cuore inizia a battere rapidamente. Non so cosa siamo io e Ethan ora, so solo che è da una settimana che non ci guardiamo di traverso e appena facciamo per litigare finiamo per fare altro nella nostra camera da letto.

La Vendetta di Valerie ~Sequel di "La Vendetta di Ethan" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora