Anything could happen

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Non ho avuto molta fortuna nei giorni seguenti al mio incontro con Gioia. È difficile trovare un uomo di cui non sai assolutamente nulla in una città così grande. L'unica cosa che sono riuscito a tirare fuori a mia madre prima di fuggire è il suo nome: Giovanni. Chissà quanti Giovanni ci saranno a Bologna! Con tutti questi pensieri in testa arriva il sabato e mi ricordo che avevo promesso a Frank di andare alla sua serata. Non sono per niente pronto, non so se mi ricordo ancora come si fa a stare tra la gente in un locale, a conoscere persone, a divertirsi. La mia vita ormai ha perso ogni traccia di divertimento e spensieratezza e mi spaventa la facilità con cui mi sono abituato a questa triste rassegnazione.

"Allora, sei pronto per il debutto?" chiedo a Frank quella mattina, prima che se ne vada a fare le prove.

"Eh sono un po' teso in realtà"

"Vedrai che andrà alla grande, spaccherete tutto"

"Lo spero tanto amico, comunque ci si vede stasera"

Spero davvero che vada tutto bene, so quanto Frank ci tiene alla sua band, anche se finge che sia un modo per passare il tempo. La giornata passa velocemente ed eccomi di fronte allo specchio del bagno mentre cerco di capire cosa indossare. È da un po' che non mi ponevo problemi del genere, non mi interessava più del mio aspetto, non avevo nessuno su cui fare colpo e nemmeno lo volevo più. Sono ridicolo, devo andare al concerto di un ragazzo che conosco, non al ballo delle debuttanti. Indosso una camicia e un paio di skinny neri e via. Chissà cosa direbbe Gianluca se mi vedesse... Basta Nelson, basta pensare a lui, lui non è qui e non vorrebbe nemmeno esserci e tu devi smetterla di ritrovarlo in ogni tua azione quotidiana.

Arrivo al locale che c'è già un bel po' di gente, devo dire che non me lo aspettavo. Mi dirigo verso il bar per ordinare da bere e cercare un posto da cui osservare tutto senza dover interagire con qualcuno. Forse dovrei cercare Frank, o forse no, in fondo non siamo così amici; ma magari ha bisogno di un po' di incoraggiamento. Vado a cercarlo dietro le quinte e mi imbatto in Stiva: "Nelson! Sono felice di vederti! Hai un rimedio contro l'ansia da prestazione per caso?" ed è così buffo che scoppio a ridergli in faccia "Scusa, non volevo ridere di te, comunque prova a fare i vocalizzi" e Stiva mi guarda come se avessi tre teste, ma poi inizia a gorgheggiare e se ne va, lasciandomi a ridere nel corridoio. Trovo Frank nel camerino e lo vedo piacevolmente sorpreso "Nelson! Grazie per essere venuto"

"Ma figurati. Allora come va?"

"Meglio di quanto pensassi in realtà, forse ce la facciamo"

"Certo che ce la fate" ci scambiamo qualche altra parola e poi gli dico che andrò a cercare un posto con una buona visuale. Mentre rientro nella sala del locale mi imbatto in un gruppetto tristemente familiare: gli amici di Frank del negozio.

"Ehi! Il nuovo acquisto di Frank! Anche tu qui?" ed ecco di nuovo quella ragazza che non ha filtri tra cervello e bocca.

"A quanto pare..."

"Non fare caso a Sofia amico, ti assicuro che non siamo tutti come lei" mi dice un ragazzo alto e biondo, tra le proteste di Sofia "scusa per la cattiva impressione che abbiamo fatto" e mi sembra estremamente sincero, quindi decido di lasciar correre, in fondo non sono miei amici né lo diventeranno, quindi non avrebbe senso continuare a sprecare fiato "Accetto le tue scuse" dico e me ne torno verso il bar.

"Aspetta!" sento qualcuno urlarmi dietro, mi giro e vedo che è il moro dagli occhi grandi, quello che aveva fatto il simpatico. Mi si avvicina e mi dice "volevo chiederti scusa personalmente, forse sono stato invadente o ti ho dato fastidio, in ogni caso non volevo, anzi ti ho trovato simpatico da quando hai iniziato a rispondere per le rime a Sofia" e davvero questo non me lo aspettavo; è qui davanti a me che mi fissa con quegli occhi ed è così carino che potrei sciogliermi. Nelson, cosa vai a pensare? Non fare il cretino. Mentre litigo con me stesso vedo che sta aspettando una risposta, forse credendomi matto "non preoccuparti, non mi hai infastidito poi così tanto" gli dico e lo faccio ridere e penso che una risata così bella non l'ho mai sentita, vorrei sentirlo ridere sempre.

"Mi fa piacere saperlo. Comunque, mi chiamo Cesare"

"Piacere, Nelson"

"Ma eri serio quando hai detto che ti piacciono gli uomini o era una scusa per Sofia?"

"Ero serissimo, perché? È un problema?"

"No, ti pare? Se così fosse vuol dire che sarei un problema per me stesso" e non so cosa si aspetti da me né come dovrei comportarmi, ma forse nota il mio disagio perché mi dice "Comunque non voglio disturbarti oltre, raggiungo gli altri. Se ti va raggiungici, ti presento anche gli altri, non siamo davvero così male" e apprezzo davvero tanto sia la sua offerta che il suo intuito nel lasciarmi solo, perché ora come ora la mia mente sta deragliando.

È possibile che io trovi attraente un altro ragazzo? E Gianluca? Non che lui si meriti la mia fedeltà, in realtà non si merita nemmeno il mio dolore, ma quello non posso fare a meno di provarlo. Di certo non mi sento pronto per altre relazioni, non credo che potrei fidarmi né lasciarmi andare, una parte di me è ancora innamorata di lui, una parte di me è ancora a Verona tra le sue braccia, in attesa di addormentarsi. 

Forse non sono pronto per le relazioni umane in generale, è come se si fosse creato un muro di vetro tra me e gli altri: io li osservo e ci parlo, ma non riesco a toccarli né a farmi toccare. Non so se riuscirò mai più a donare il mio amore a qualcuno dopo che le persone che amavo di più al mondo mi hanno deluso così tanto; hanno bruciato la strada per tutti quelli che arriveranno. Potrei provare a diventare come i miei amici, con le loro avventure di una notte e il cuore nascosto dagli ormoni. Non ci sono mai riuscito ad essere come loro, ma forse ora che non provo nulla è l'unica cosa che mi rimane di fare. In fondo io non gli devo nulla, non devo vivere nel suo ricordo e non devo sentirmi in colpa nei suoi confronti. 

I troppi pensieri per la testa mi fanno perdere l'ingresso sul palco dei rovere, solo quando sento iniziare a suonare mi desto dai miei pensieri. Sono bravi, si vede che amano suonare e ci stanno mettendo tutta la passione su questo palco. Vedo Frank sfiorare le corde del suo basso e sento le mani pizzicare: quanto mi manca suonare la chitarra, è come una mancanza fisica, come quando perdi l'uso di un arto, eppure non riesco a riprendere, la sola idea di tenere in mano una chitarra mi fa vomitare. Delle tante cose che mi ha rovinato, questa è una di quelle, non potrò mai perdonarlo.

Osservo la pista e vedo la gente che balla, sono contento per loro, stanno avendo successo. Individuo il ragazzo biondo di prima e con lui tutta la compagnia: ballano e si divertono e io penso ai miei amici e alle nostre serate che mi mancano da morire. Vedo Cesare scatenarsi in pista come se fosse da solo con la musica ed è una visione così bella che fa male agli occhi. Forse si accorge di essere osservato perché si gira verso di me e io non riesco a staccare gli occhi da lui in tempo, così i nostri sguardi si incatenano e lui sorride e se prima ho detto che la sua risata era bellissima, beh il suo sorriso è qualcosa di spettacolare, anche al buio, anche a metri di distanza. Il suo sguardo è ancora nel mio e lui continua a ballare e non so se ho le allucinazioni, ma mi sembra che stia ballando in modo più sensuale. Forse ho bevuto troppo senza accorgermene e ora credo che voglia provarci con me. E se fosse vero?

Non faccio in tempo a trovare una risposta che lo vedo dirigersi verso di me, ancora con quel sorriso stampato sul volto. "Aspettavi un invito formale? Beh eccolo: vieni a ballare, forza" e mi porge la mano e io lo guardo cercando in lui risposte a domande che non ho ancora il coraggio di pormi, eppure i suoi occhi sono così calmi e limpidi che mi sembra di non aver bisogno di farmi alcuna domanda. Prendo la sua mano e mi lascio trascinare in pista e per la prima volta da quando sono qui decido di chiudere fuori dalla mente tutti i pensieri, ora voglio scuotermi di dosso un paio di insicurezze e così inizio a ballare con Cesare e penso che potrei fare questo per il resto della mia vita.



Buonasera a tutti, spero di addolcire questa giornata amare con questo inizio di un'amicizia tra Nelson e Cesare

Fuga nel passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora