Losing my religion

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Ho passato tutta la domenica a riflettere sulla rivelazione fattami da Cesare: è il padre di Nicolas. Queste parole mi risuonavano in mente e lo shock era stato talmente grande che per un po' non ero riuscito a spiccicare parola. Per fortuna gli altri pensavano fosse dovuto alla "rissa" e quindi non mi hanno fatto domande; ma lo stesso shock lo leggevo sul volto di Cesare, anche il giorno dopo, non riuscivamo a realizzare la portata di questa notizia. Non sapevo cosa fare: avrei dovuto dirlo a Nicolas o far finta di nulla e parlare prima con suo padre? E se avesse saputo qualcosa, o peggio se... l'idea mi mandava fuori di testa, forse per la prima volta speravo di sbagliarmi, non volevo arrivare a sconvolgere anche la vita di quello che ormai considero un amico. 

Domenica pomeriggio, prima della ripartenza, stiamo mettendo via la roba e finalmente sono da solo con Cesare.

"Cosa devo fare Cesi? Mi sento in colpa"

"Non c'è motivo di sentirti in colpa, mica potevi saperlo, però secondo me dovresti dirglielo. È meglio che lo venga a sapere da te prima piuttosto che scoprire dopo qualcosa per cui potrebbe arrabbiarsi"

"Potrebbe odiarmi comunque. O dirmi di lasciare in pace suo padre"

"Penso che ormai tu conosca Nic abbastanza da sapere che non lo farebbe mai, è un ragazzo molto comprensivo. Prova a parlargli"

"Forse hai ragione... vado da lui proprio ora"

"Ehi aspetta" mi fermo sulla porta e lo vedo che mi sorride "è la prima volta che mi chiami Cesi... mi piace"

"Che scemo" gli dico, ma in realtà sto sorridendo più di lui.


"Nic, posso parlarti un attimo?"

Sta caricando la macchina e appena nota il mio tono serio mi guarda in modo interrogativo, ma mi risponde sì, certo che possiamo parlare.

"Non ero sicuro se fosse giusto parlartene, ma ho capito che ormai siamo amici e meriti di saperlo da me"

"Mi stai un pochino preoccupando"

"Ormai sai che sono fuggito da Verona, ma non sai che mi trovo a Bologna perché sto cercando mio padre. Lui non sa della mia esistenza, mia madre non glielo ha mai detto, quindi ho deciso di cercarlo, merito di sapere chi sia e anche lui merita di sapere che ha un figlio."

"Wow... hai ragione, hai fatto benissimo, sei stato molto coraggioso"

"Il fatto è che... ho rintracciato delle persone che lavoravano con mia madre quando stava qui e ho trovato dei possibili fidanzati, o qualcosa del genere, o perlomeno amici che magari possano sapere chi sia mio padre"

Nicolas mi guarda con attenzione, curioso di capire dove voglia parare, e io spero tanto che la prenda bene.

"Domani devo incontrare uno di loro, un fotografo che lavorava per mia madre all'hotel e che era suo amico... e a quanto pare questo fotografo è tuo padre"

Vedo Nicolas sgranare gli occhi e bloccarsi sul posto, in preda a mille domande e a realizzazioni importanti "tu mi stai dicendo che..."

"Io non so nulla, non sapevo nemmeno fosse tuo padre, so solo che erano amici e che potrebbe darmi qualche informazione, indirizzarmi o... mi dispiace Nic, non era mia intenzione turbare te o la tua famiglia"

"Pensi che sia tuo padre?"

"Non lo so"

"Okay... dovresti parlargli"

"Sei sicuro? Posso cancellare l'appuntamento se vuoi"

"Ho appena scoperto che mio padre potrebbe avere un altro figlio, che poi quindi sarebbe mio fratello, e quel fratello potresti essere tu... non sono più sicuro di nulla, ma ora anche io voglio la verità"

"Mi dispiace davvero Nic; e comunque se anche fosse così non sarebbe colpa di tuo padre perché sarebbe all'oscuro di tutto!"

Nicolas rimane in silenzio e spero tanto che questo non rovini tutto, il nostro rapporto, il rapporto con gli altri, però dovevo dirglielo, anche a costo di perdere la sua amicizia. Decido di lasciarlo solo e tornare di sopra quando lui mi chiama e mi dice "non ce l'ho con te, so che è tutta una coincidenza e non volevi sconvolgermi, però ho bisogno di riflettere su questa cosa e di venire a patti con ciò che potrebbe comportare"

"Lo capisco benissimo, prenditi tutto il tempo che ti serve" e così dicendo torno da Cesare, che mi sta già aspettando a braccia aperte e io non me lo faccio ripetere due volte, corro a rifugiarmi in quello che ormai è il mio posto preferito: tra le sue braccia.


Sono in macchina di Cesare, pronto a tornare a Bologna, ma con l'umore sotto i piedi, tanto che persino Frank si preoccupa: "Va tutto bene Nelson?"

"Eh? Si, bene"

"Sicuro? Non hai nemmeno fatto storie per il fatto che mi sono seduto davanti"

"Sì, ho bisogno di stare dietro in questo momento"

"E' successo qualcosa con Nicolas?"

"Ma come..."

"Sono molto perspicace"

"Ho notato. In realtà niente di che, cioè non abbiamo litigato o cose del genere"

"Ho capito... vedrai che si risolverà, Nicolas non riesce a restare triste o arrabbiato per più di qualche ora" sorrido a Frank per ringraziarlo, ancora una volta ha capito che mi serviva il mio spazio ma è anche riuscito a rassicurarmi, è davvero bravo.

"Pronti a partire?" chiede Cesare entrando in auto e mi guarda, come se quella domanda fosse espressamente indirizzata a me. Io annuisco e così ci mettiamo in viaggio per Bologna, dove mi aspettano delle risposte. 





Salve a tutti, eccoci con un capitoletto che è più una pietra angolare, con dei chiarimenti necessari

Sarà il padre di Nic quello che stiamo cercando>? E cosa comporterebbe questa cosa per loro? E Nic prenderà le distanze da nelson?


Fuga nel passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora