To build a home

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Alla fine gli ho scritto davvero, a Cesare, e da allora ci sentiamo e ci vediamo quasi ogni giorno. Lui mi scrive per raccontarmi le cose più stupide e io per chiedergli di accompagnami in posti che vorrei vedere. Facciamo colazione insieme e lui mi porta a scoprire i segreti della sua città e io vorrei che questi momenti durassero in eterno perché è capace di farmi ridere come non ridevo da un sacco di tempo. Non so cosa siamo, non so cosa vorremmo essere, so solo che questa amicizia mi fa stare bene, dopo tanto tempo in cui ho smesso di sapere cosa significasse stare bene. Ho ancora le mie paure e le mie incertezze e i miei segreti, ma a volte penso di rivelarglieli, di dirgli tutto quello che mi passa per la testa, magari mentre osserviamo Bologna dall'alto interrogandoci sulle vite prima di noi.


"Secondo te quanti hanno pisciato su questa collina"

"Domanda interessante. Forse troppi per contarli"

Siamo sui colli a goderci una bella giornata e mi ricorda un po' i miei picnic nel parco insieme a Gianluca. Ormai è da un po' che non penso a lui ad ogni ora del giorno, sta diventando un pensiero fugace, quasi un'abitudine della mia mente. Non so cosa significhi, non so se è merito suo o se sarebbe accaduto comunque, ma mi sta bene così.

"Stasera finalmente vedrò dove vivi"

"Non farti troppe aspettative, è il primo appartamento che ho trovato su Airbnb che fosse subito disponibile"

"Devi essere proprio fuggito da Verona allora"

"In un certo senso sì"

"E' per il tuo ex ragazzo?"

"Sì e no. Ci sono una serie di motivi che mi hanno portato qui, di base non mi sentivo più a mio agio a casa mia e avevo bisogno di risposte"

"E le hai trovate?" proprio in quel momento squilla il mio cellulare, mi scuso e vedo che è il proprietario dell'hotel. Il mio cuore inizia a sbattere violentemente contro la cassa toracica e io mi alzo velocemente per rispondere al telefono, con un'ansia che potrebbe divorarmi.

"Ciao Nelson, ho finalmente recuperato quei documenti"

"Io... davvero? Grazie"

"Figurati! Passa a prenderli quando vuoi, dirò a Valentina di consegnarteli"

"Io davvero non so come ringraziarla"

"Ringraziami trovando tuo padre"

"Come ha fatto a-?"

"Riconosco un ragazzo alla ricerca delle sue origini, un tempo lo ero anche io"

Lo ringrazio ancora e chiudo la telefonata con un gran sorriso. Cesare nota la mia agitazione e mi chiede se va tutto bene.

"Credo di aver appena trovato alcune di quelle risposte"



"E così questo è il tuo nido"

"Già. Benvenuto a casa Venceslai"

Cesare si aggira nell'appartamento che ho preso qui, come se volesse scoprire ogni segreto che potrebbe celarsi fra queste mura. L'ho invitato quasi per sbaglio, non ero sicuro fosse una buona idea, ma eccolo qui, ad appropriarsi della mia cucina come se fosse sempre stata sua e non so bene come spiegarlo, ma sento un calore all'altezza dello stomaco che mi fa paura. È come se vederlo così a suo agio nei miei spazi mi desse quel senso di familiarità che mi mancava e se fossi ubriaco probabilmente gli chiederei di restare qui per sempre.

"Credo abbia usato più tu quella cucina in un'ora che io in un mese"

"Come fai a sopravvivere, dimmi"

Fuga nel passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora