Il risveglio il giorno dopo è strano, mi sento, non so, più leggero ma al tempo stesso strano, come se avessi subito un'intrusione nella mia vita ma non volessi scappare via.
Cesare sta preparando la colazione e ancora una volta sono contento che qualcuno sappia come muoversi in questa cucina. Io mi sto facendo una doccia e per la prima volta dopo tanto tempo mi ritrovo a cantare, proprio dove e come ho iniziato: nella doccia. È strano ma è bello cantare dopo tutto questo tempo in cui mi ero rifiutato di farlo, forse mi mancava più di quanto pensassi.
Quando torno in cucina vedo che Cesare ha preparato i pancakes e io sorrido come un bambino la mattina di Natale.
"Non mi merito un bacino per tutto questo?" mi chiede ed è così strano pensare che ora se voglio posso baciarlo o abbracciarlo, è una strana sensazione, non pensavo che ci sarei riuscito dopo Gianluca. Eppure ho un ragazzo nella mia cucina che mi prepara da mangiare e con cui ho fatto sesso, e non so bene come comportarmi. Non è che ora stiamo insieme o cose del genere, quindi non so cosa posso fare o meno. Per fortuna ci pensa lui a togliermi dall'imbarazzo approfondendo il bacio e lasciandomi senza fiato, ancora una volta.
"Dovresti pensare di diventare un cantante sai?"
"Oddio, mi hai sentito?"
"Già, ma non devi vergognarti, sei davvero bravo! Non sapevo sapessi cantare così"
"Diciamo che è una cosa che mi sono lasciato dietro insieme alla mia... vecchia vita" dico, ancora un po' imbarazzato all'idea che mi abbia sentito cantare come un idiota.
"E' davvero un peccato" e ha ragione, lo è davvero, cantare era una delle poche cose che mi faceva sentire completo. Ma ormai ho deciso di smettere, quindi cambio discorso.
"Non voglio assolutamente cacciarti, ma stamattina pensavo di passare dall'hotel a ritirare i documenti che mi ha lasciato il proprietario, quindi..."
"Quindi ti accompagnerò. Avevo detto che ti avrei aiutato o sbaglio?"
"Ah, si, certo, se vuoi... va bene" e gli sorrido, perché so che sta cercando di prendere su di sé un po' dell'ansia e del dolore che mi porto dietro e non potrei essergliene più grato.
Dopo esserci preparati e dopo qualche altro bacio... approfondito, lasciamo l'appartamento per dirigerci all'hotel. È strano portare qualcuno in uno dei posti che era di mia madre, uno dei posti che mi parla di lei. Cesare si accorge che sono pensieroso e mi prende la mano e io guardo prima lui e poi le nostre mani intrecciate con l'espressione di chi ha appena visto un fantasma.
"Ti dà fastidio?"
"No, no, solo che... non pensavo..."
"Vedo che stai pensando troppo e volevo darti una distrazione" fa il presuntuoso ma ho capito che lo ha fatto per tranquillizzarmi e per questo gli sorrido complice. Camminiamo per le strade di Bologna mano nella mano e sembriamo due fidanzati e io vorrei davvero chiedergli se questo ha un significato, se lui pensa che stiamo insieme, se lui vuole che stiamo insieme, ma ora ho altro a cui pensare e decido di rimandare questa discussione.
Arrivati all'hotel lui mi aspetta fuori e mentalmente lo ringrazio. La ragazza alla reception sembra ricordarsi di me e infatti mi dice "Ciao, sei qui per i documenti che ti ha lasciato il signor Morelli?"
"Sì, in realtà sì, grazie"
"Ecco a te. Buona giornata" e ora ho in mano dei fogli con sopra dei numeri che mi guardano attraverso l'inchiostro, mi fissano prepotentemente, è come se mi urlassero: ehi, uno di noi è tuo padre! Esco dall'hotel che mi tremano le mani e per fortuna Cesare è qui fuori. Mi prende le mani e mi fa sedere sul marciapiede lì accanto e io non riesco nemmeno a formulare un pensiero, la paura mi sta invadendo: paura di fallire, di non trovarlo, di aver fatto un buco nell'acqua. Paura di trovarlo. Cosa gli dirò? Come farò a spiegargli tutto? Vorrà vedermi o mi crederà pazzo? Forse ha una vita perfetta e non vuole qualcuno che gliela rovini, forse non mi avrebbe mai voluto comunque e mia madre ci aveva visto lungo.
Cesare prende i fogli dalle mie mani e io mi volto a guardarlo, cerco disperatamente qualcosa nel suo sguardo a cui aggrapparmi.
"Ehi, fai un respiro profondo. Sei sulla buona strada, sono sicuro che lo troverai e so per certo che non riceverai una porta in faccia. Non sarà facile, dovrai dire a un uomo che sei suo figlio, ma ti ascolterà e ti accoglierà, ne sono certo" e io mi butto tra le sue braccia, perché ciò di cui ho bisogno ora è scomparire, nascondermi, e ho bisogno di qualcuno che mi tenga stretto e mi dica che andrà tutto bene.
Non so per quanto tempo rimango attaccato a lui ma mi serviva proprio, mi ha aiutato a ritrovare la lucidità e ora sono pronto a continuare la mia ricerca. Il suo telefono squilla e mi desta dal silenzio in cui sono caduto, mi allontano da lui e inizio a dare un'occhiata a questi contatti. Non sono tanti, vedo un fioraio, un fotografo, un dj, un designer... chissà quale di loro sarà mio padre. Se solo ci fossero anche i nomi...
"Scusami, era Tonno, mi rimproverava di essere sparito"
"Ha ragione, ti ho rubato ai tuoi amici"
"Tu non hai rubato niente a nessuno, sono io che ho scelto di passare del tempo con te e ne passerei anche altro insieme, ma non voglio sentire Nicolas lamentarsi quindi pranzerò con loro. Dovresti venire con me"
"Non voglio impormi con i tuoi amici, che appunto ti hanno chiamato per stare con loro"
"Veramente è stato Tonno a dirmi di invitarti. Non gli ho detto ancora nulla ma credo abbia capito che... insomma..."
"Ora sì che non voglio vedere i tuoi amici" gli dico ridendo "ma sul serio, non è necessario che mi inseriate nella vostra amicizia"
"Guarda che non lo facciamo mica perché siamo caritatevoli, ci è piaciuto davvero passare del tempo con te l'altra sera e i ragazzi volevano rivederti. E poi che pensi? Che io sia stato con te perché mi facevi pena?"
"No, non è quello che intendevo."
"Allora fai meno storie e vieni a pranzo con noi. Se ti fa piacere puoi chiedergli che ti trattino male così non penserai che sono gentili perché vogliono davvero essere tuoi amici"
Ora mi sento un idiota totale, come al solito non sono capace di tenere la bocca chiusa e mi lascio scappare anche i commenti più inappropriati. Mi alzo da terra e Cesare inizia a camminare, ma io lo afferro per un polso.
"Mi dispiace. Non volevo rifiutare la loro accoglienza e soprattutto non volevo sminuire quello che... c'è stato tra di noi, perché è stato fantastico e non tornerei indietro e sono felice di passare del tempo con te!"
Cesare mi guarda, come al solito mi sento nudo di fronte a quegli occhi e non riesco mai a capire a fondo cosa stia pensando, ma poi vedo l'ombra di un sorriso e tiro un sospiro di sollievo. Mi si avvicina e mi lascia un bacio dolce, delicato, così diverso dai baci che mi ha dato fino ad ora, forse addirittura più bello. "Sei un idiota" mi dice e io mi metto a ridere per poi spingerlo via e mentre ci dirigiamo verso il ristorante mi sento come un ragazzino con la sua prima cotta ma è così bello che vorrei saltellare per strada.
Eccomi qui, con un capitolo un po soft un po di transizione
Che bella che è la nuova coppietta vero? E Nelson è sulla strada giusta per trovare suo padre!
Also, prendetevi cura di questa canzone perché donandovela è come se vi stessi donando una parte del mio cuore
A presto
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Fuga nel passato
FanfictionAU! Quando la vita che conoscevi si sgretola in mille pezzi, non resta altro da fare che tornare alle origini per ritrovare te stesso e la tua verità. Questa è la storia di una fuga, di una ricerca, di una rinascita, di una sorpresa, di un nuovo ini...