cap.11

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"BUON ONOMASTICO!"
Provenì dalla cucina, una voce che conoscevo.
Mi incamminai verso la cucina, nel frattempo mia madre e mia sorella ridevano ed io mi stavo innervosendo sempre più.
Arrivai in cucina ma non c'era nessuno, così urlai 'HEY?' E un altro 'heyy' mi arrivò in risposta, ma era un sussurro e non riuscivo a riconoscere la voce.

Nella mia testa era tutto un miscuglio.
Così cercai di correre per vedere chi ci fosse dietro quella voce e riuscii nel mio intento.
Dietro quella voce c'era proprio...

"Niall?" Dissi confuso guardando sorpreso il mio migliore amico che se ne stava sulla soglia della porta sorridendo; gli andai in contro abbracciandolo scompigliandogli quei capelli biondi che pian piano stavano sbiadendosi rivelando sempre di più il suo colore naturale, un castano cioccolato.
"Come stai Harry? Da quanto non ci vediamo."  Disse col respiro affannoso
"Si hai ragione però potevi venire a trovarmi" mi incappucciai tra le sue spalle, mi staccò e guardandomi negli occhi disse "lo so Harry e mi dispiace, ho avuto faccende più gravi da risolvere; con Josh e.." i suoi occhi rabbuiarono, capii tutto.
"Louis." Accennai io e lui acconsentì con la testa.
"Harry è più complicato di quello che pensi, quando tu sei andato via e Louis è restato li abbia"- la voce di mia madre si intromise nel discorso- "Ne parliamo dopo Harry, goditi il rientro. Più tardi verrà anche Josh magari possiamo parlarne assieme." Concluse Niall.
Con un po' di nostalgia nel petto, andai da mia madre per capire ancora di chi fosse questa villa e perché mi avesse portato qui.
"Allora Harry, questa è casa tua. Tua e anche"-un po' di speranza si accese nel mio corpo fin quando- "anche di Josh e Niall" finì Gemma. Il mio cuore fece un sussulto, Louis mi aveva abbandonato? Era cosi che doveva finire? Senza l'ultimo abbraccio, un saluto?
Alcune lacrime bagnarono le mie guance e non lasciai finire il discorso perché corsi via da quelle mura, catturai il cellulare posto nelle mie tasche dei pantaloni e chiamai l'unico numero che non avrei mai pensato di chiamare.
Zayn.
"Ehm.. si Harry cosa vuoi?"
Dubitai che nessuno sapesse niente di questo incidente quindi continuò.
"Harry che cazzo succede? Sento i tuoi singhiozzi da qui cosa c'è?"
"L-L-lou-Louis.." cercai di dire.
"Che ha fatto? Harry cazzo se mi dici che ti ha fatto del male e che ti ha fatto soffrire lo ammazzo!" Urlò dal cellulare con tutta la rabbia che potè.
"Nick.. lui mi ha stu-stupra.. stuprato ed io sono stato in ospedale per tanti mesi. Louis non è mai fatto vivo. Adesso sono uscito e lui non c'è." Ancora più lacrime si riversavano mentre tutti i bambini della zona mi guardavano. La rabbia aveva preso il sopravvento rispetto la  vergogna e non mi importava di cosa avessero potuto pensare, al momento il mio unico pensiero fisso era lou.
"Non ti preoccupare Harry, adesso devo andare. Gliela farò pagare" fu l'unica cosa che disse prima di riattaccare.

                                   ___

Oscurò la notte ed io ero ancora per la strada girovagando un po' quando un'auto familiare mi si accostò di fianco, girai la testa; erano Josh, Niall e Liam.
"Hey.. ti va di entrare? Non ti porteremo a casa. Faremo un giro, mangeremo qualcosa e parleremo di Lou. Possiamo spiegarti tutto." Finì Liam.
"No grazie, sto bene anche da solo." Feci spallucce continuando a camminare mentre loro mi seguivano di fianco.
"Quando finirete di pedinarmi me lo dite eh!" Esclamai con voce frustrata.
"Harry sali immediatamente cazzo, non farmelo ripetere." Esordì Niall con fare minaccioso.. non l'avevo mai visto così quindi entrai senza fare storie.
"Harry dobbiamo parlarti di Louis, penso tu questo lo abbia capito."
"Si e non mi interessa"
"Harry non è qualcosa di brutto e di irrisolvibile." Disse Josh difendendo Louis, inevitabile.
"Non ho voglia di ascoltarvi. Non ho voglia di parlare di Louis. Volevo solo che almeno avesse avuto le palle di lasciarmi, dirmi che non mi amava più, o anche dirmi che non sarebbe più riuscito a toccarmi dopo quello che è accaduto quella notte. Ma non mi sarei aspettato che sarebbe andato via, senza scrivermi, niente messaggi, chiamate, niente. Io non parlo di una persona che non ha avuto le palle di dirmi in faccia che per lui non sono più un cazzo di niente!" Scoppiai in un pianto pesante, il 3 da oggi.
Niall mi abbracciò e mi sussurrò 'non è come pensi, Harry. Ti prego ascoltaci. Poi, se la penserai ancora così, potrai dirgliele in faccia queste parole."
"No Niall, come faccio a dirgliele in faccia se nemmeno so dove sia, non so nemmeno se sta bene e adesso non voglio nemmeno più saperlo. Per me non esiste più, come lui mi ha cancellato per mesi e mesi dalla sua vita anche io farò lo stesso."
"Harry Lou è andato a risolvere il tuo" josh tappò la bocca di Liam.
"Che cazzo fai?" Ringhiò Josh a Liam, il quale quest'ultimo abbassò lo sguardo sentendosi in colpa.
"Cosa vi sta succedendo?" fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Il silenzio incombò nella macchina, decisi di zittirmi e decidemmo di andare a mangiare un panino.

Assolti nei pensieri  nessuno parlò per tutta la durata del tragitto e per tutta la cena.
Mi sentivo in parte responsabile, forse era qualcosa di davvero importante che avrebbe potuto sistemare tutto.
Ogni tanto Josh, che purtroppo era seduto di fronte a me, messaggiava qualcosa sul suo cellulare e nel mentre lanciava qualche occhiata su cosa stessi facendo. Era agitato mentre le sue dita si muovevano su quello schermo.
Decisi di non farci caso, tornammo in auto e andammo a casa.

Mia madre e Gemma tornarano a casa e quella notte, fu una delle mie prime volte, fuori dall'ospedale, in cui dormii da solo e con tanta rabbia e frustrazione in corpo, tale da farmi dormire poco e male.

Stanza 258-la storia Continua. |Larry Stylinson| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora