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Purtroppo quel giorno riuscì a passare poco tempo con Nicole, anzi quasi niente. Anche perché dopo le lezione avevo gli allenamenti, mentre lei aveva quelli di pallavolo quindi mi accontentai di vederla da lontano anche se il coach con i suoi esercizi al limite del legale me lo rendeva impossibile.
"Duncan muovi quelle gambe, devi correre non passeggiare" mi urló, inutile dire che lo guardai male.
"Coach se vuole mi faccio asportare la milza va bene?" lo provocai.
"Se correresti come provochi gli insegnanti saresti la più veloce del mondo"
"Chloe" mi si affiancó una compagna.
"Che c'è?"
"Evita"
"Ma è lui a provocarmi"
"E tu non dargli corda"
"Non ci riesco" Lei rise.
"Allora ti piace essere torturata"
"Almeno così mi tolgo lo sfizio e gli rispondo" lei scosse la testa divertita senza aggiungere altro.
Da quando ero entrata in squadre le mie compagne non facevano altro che vedere il braccio di ferro con il coach, avevano più volte provato a farmi tacere ma inutilmente.
Spostai lo sguardo verso la squadra di pallavolo e vidi Nicole parlare con alcune ragazze, era così bella, forse si sentì osservata e alzó lo sguardo regalandomi un sorriso magnifico che ricambiai che subito si spense quando il coach mi richiamò.
"Vuole che corra? Bene segna il tempo" dissi innervosita dai suoi continui richiami, feci uno scatto in avanti e iniziai a correre così veloce che quasi non toccavo terra. Superai tutte le mi compagne che quasi non si accorsero di me, ormai ero anche stanca, ma cercai di non pensarci e continui a correre fino a completare il giro proprio davanti al coach.
"Prima che muoia d'infarto, che dice poteva andare?" domandai al coach, avevo il fiatone e le gambe mi bruciavano per lo sforzo fatto, ma dovetti provocarlo lo stesso. Avevo le mani sulle ginocchia e lo sguardo basso per riprendere fiato, quando lo rialzai vidi la faccia del coach stupita e tutta la palestra che mi fissava.
"Perché tutti mi fissano? Mi si sono strappati i pantaloni?" dissi guardandomi confusa.
"Tutto ti guardano perché hai appena stabilito un tempo straordinario, quasi non toccavi terra" disse lui senza parole. Strano, lui che non sapeva che dire.
"Solo per la faccia che ha ne è valsa la pena"
"Questa te la congedo, ora fila nello spogliatoio per oggi hai finito"
"Non me lo faccio ripetere" dissi facendolo ridere, andando poi verso lo spogliatoio non prima di aver salutato Nicole da lontano che aveva la stessa faccia stupita del coach.

Persi circa mezz'ora sotto l'acqua, essendo la prima a cambiarsi ne approfittai. I miei muscoli imploravano pietà e non potevo dargli tutti i torti, finì la doccia e mi iniziai a cambiare e subito dopo iniziarono ad arrivare le ragazze.
Ero seduta sulla panca, mi ero appena infilata i jeans e ora mi stavo mettendo le scarpe quando sentì due mani sulle spalle avvolgersi sul mio collo e subito riconobbi l'odore di Nicole.
"Questo si che è più rilassante della doccia" mormorai.
"Come facevi a sapere che ero io?" domandó lei ridendo sporgendosi oltre la mia spalla.
"Riconoscere il tuo odore ovunque" questa frase la fece talmente tanto imbarazzare che tornó con la testa dietro le mie spalle. Il suo tocco mi metteva la pelle d'oca ed essendo senza maglietta era abbastanza evidente.
"Ti va di uscire con me?" domandai quando si staccó da me.
"Niente ricatti oggi?" mi prese in giro, poi vedendomi mezza nuda spostó lo sguardo imbarazzata. Che tenera.
"Nicole mi hai già vista in costume, non devi sentirti imbarazzata" le sussurrai per non farmi sentire dalle altre.
"Ei Duncan ma che addominali hai?" mi voltai verso la voce alle mie spalle e riconobbi Lola, anche lei nella squadra di atletica.
"Se il coach se la prendesse con te li avresti anche tu" dissi facendola ridere, poi tornai verso Nicole che aveva cambiato sguardo.
"Vado a cambiarmi" disse senza darmi la possibilità di rispondere o chiederle qualcosa. E mo che avevo fatto?
Finì di vestirmi e l'aspettai, vedendo che sembrava non tornare mai la andai a cercare tra le varie file di armadietti e la trovai infondo a tutto che si metteva le scarpe.
Mi sentì e alzó lo sguardo.
"Se ho fatto qualcosa di sbagliato, scusami" dissi subito. Nicole tornó a guardare le scarpe e io mi avvicinai a lei, ma non troppo. Lei si alzó di scatto, quasi facendomi venire un colpo, e mi sbattette contro gli armadietti non riuscì neanche a formulare una frase che il suo corpo e le sue labbra erano contro le mie, in un bacio quasi possessivo. Era forse gelosa? Mi morse il labbro e trattenni un gemito a malapena.
"Nessuno deve guardarti in quel modo, hai capito?" disse contro le mie labbra, riuscì solo ad annuire perché prese subito a baciarmi il collo e poco dopo a succhiarlo. Poi si staccó di colpo mentre protestai.
"Ok ora possiamo andare" disse guardandomi, afferró lo zaino e si incamminó come se non mi avesse appena sbattuto contro gli armadietti e ficcato la lingua in gola.
Dio quella ragazza mi avrebbe fatto impazzire.
Prima di uscire mi guardai allo specchio per caso e notai una grossa chiazza rossa sul collo.
"Ma che?!" borbottai toccando quel punto.
"Così sanno che non devono provarci, ora andiamo" disse tranquillamente Nicole afferrandomi la mano è trascinandomi fuori, mentre un sorrisetto di puro stupore si dipingeva sulle mie labbra.

Resta Qui Con MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora