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Le vacanze giunsero al termine proprio come erano arrivate e ora mi ritrovavo a camminare per il corridoio vuoto. Neanche corsi sapendo di essere in ritardo, non mi importava di niente.
"Duncan sei in ritardo e si bussa sopratutto" disse la mia professoressa di letteratura appena entrai.
"E quindi?" lei mi fulminó con lo sguardo.
"E quindi conosci la strada per l'ufficio del preside"
Vidi Lana guardami dal suo posto, erano giorni che non ci vedevamo o sentivamo. Mi ero rintanata in casa non volendo sentire nessuno, compresa la mia migliore amica. Prima di uscire incrociai lo sguardo di Nicole e mi montó subito la rabbia e la tristezza.
"Fanculo" sbottai prima di uscire, sentì la professoressa dirmi qualcosa ma continuai a camminare fino all'ufficio del preside anche lì entrai senza bussare.
"Sono arrivata in ritardo e ho risposto male alla professoressa, veda lei quello che vuole fare a me non importa" dissi senza dargli modo di parlare.
"Prima cosa buongiorno e seconda cosa chiudi la porta e siediti" feci come richiesto e mi sedetti davanti a lui.
"Chloe avevi finito l'anno in maniera eccellente, perché stai tornando alle tue vecchie abitudini?" non sembrava arrabbiato, non più di tanto almeno, più preoccupato.
"Con tutto il rispetto, ma non credo siano affari suoi. Se vuole sospendermi, mettermi in punizione faccia pure, ma non mi metteró a raccontarle la storia della mia vita"
"Sai che dovró avvisare tua zia vero?"
Appoggiai la testa sulla poltrona e fissai il soffitto con un sospiro. Qualche giorno prima mi era arrivata una lettera, non avevo detto nulla a mia zia non volevo si preoccupasse, non più di quello che già faceva. La lettera era di mia madre, quella donna che tanti anni prima aveva deciso di abbandonare sua figlia a soli 6 anni senza una spiegazione.
"Secondo lei perché una madre abbandona i figli?" lui fu colto di sorpresa da questa mia domanda che non c'entrava niente con il discorso che stavamo facendo, infatti lo vidi in difficoltà non sapeva cosa rispondere.
"Sai perché la mia lo ha fatto?" domandai senza aspettarmi una risposta "Perché, a detta sua, non era pronta per fare il genitore. Secondo lei è una spiegazione plausibile? Voglio dire, chi è pronto a fare il genitore? Credo nessuno, ma credo anche che quando metti al mondo un figlio, che è sangue del tuo sangue, impari insieme a lui o lei a fare il genitora"presi a parlare "Prenda mia zia, lei si è ritrovata a farmi da madre quando lei se ne è andata e da padre quando il mio è morto. Perché lei non si è tirata indietro? Prendendo una ragazzina con tremila problemi, che fa solo casini? Me lo spiega lei perché io non riesco proprio a capirlo e questa cosa mi fa impazzare"
Lui si alzó dal suo posto e venne verso di me.
"Non so perché la vita a volte ci riserva tutti questi dispiaceri, ma non permettere che questa cosa ti demolisca. Tu sei più di questo, ormai abbiamo un certo rapporto" disse abbozzando una risata che mi contagió "E posso dirti per certo che posso comprendere il peso che hai sulle spalle, non quello che si prova per l'abbandono di un genitore ma per la morte di uno dei due si, e tu hai una forza incredibile. Ho visto come dopo la sua morte hai trovato il modo di andare avanti senza farti seppellire dal dolore, quindi ora ritrova quella forza e vai avanti"
In quel momento bussarono.
"Ora per cortesia fingi che ti abbia sgridata" disse alzandosi in piedi "E che sia chiaro Duncan questo è l'ultimo avvertimento" urló prima di far entrare la prof di letteratura.
"Si, mi scusi" dissi nel modo più falso possibile, trattenendo ovviamente una risata. Restai lì altri 10 minuti sorbendomi la prof che si lamentava e poi finalmente fui libera di uscire. La campanella suonó e tutti gli studenti si riversarono sui corridoi, mi incamminai verso la prossima classe quando Nathan mi placcó a metà strada.
"Ei scheggia" disse con un sorriso.
"Non è per essere scortese, ma sono appena stata dal preside e non posso arrivare in ritardo di nuovo"
"Ti accompagno" disse lui prendendomi sotto braccio "Mi piacciono i tuoi capelli"
"Anche a me"
"Sempre modesta eh?"
"Lo sai" risposi sorridendo arrivando davanti l'aula. Lo salutai ed entrai, mi sedetti al mio banco e aspettai l'inizio della lezione.

Fu durante la pausa pranzo che Lana mi si piazzó davanti pretendendo delle spiegazioni per il mio comportamento, mi afferró per un braccio e mi trascinó con sé
"Ora mi spieghi che diavolo ti sta succedendo" disse entrando in palestra, l'unico luogo in cui in quel momento non c'era nessuno.
"E per Nicole?" mi domandó vedendo che non rispondevo "Se è per lei, credo che si può sistemare la situazione, voglio dire"
"No Lana, sinceramente di avere una relazione o qualunque cosa sia, in segreto non ne ho voglia. Le ho dato spazio, modo di poter pensare a quello che stava accadendo tra noi e ha preso la sua decisione.. È chiaro che non voglia avere una storia con me, punto"
"Non è" iniziò lei ma subito la bloccai.
"Lana ti ricordi quanto tempo sono stata alla finestra ad aspettare che mia madre tornasse? Hai la minima idea di come ci si sente quando ti lasciano? Ti abbandonano? Senza una reale spiegazione? Io si, cazzo. E sono stufa di tutto. Sono stanca di rincorrere persone a cui non frega niente di me, sono stanca di aspettare qualcosa che forse non arriverà mai. C'è stato un momento in cui ho davvero creduto di aver trovato la persona giusta, hai presente? Quella che ti toglie il sonno, che ti fa battere il cuore, che al solo pensiero che esista ti rende felice. Lei era tutto questo e guarda com'è finita" stavo quasi urlando "Poi visto che le cose non succedono mai da sole, chi mi manda una fottuta lettera? 12 anni Lana. 12 fottuti anni sono passati e cosa mi dice? Che non era pronta per essere genitore? Ma mi prende per il culo? Che cazzo li fai a fare i figli se non sei pronta? "
Ed è stato come quando una diga si frantuma in mille pezzi, anni e anni di duro lavoro per non farlo accadere e in un attimo tutto il duro lavoro va a puttane. Iniziai a piangere, erano anni che non succedeva e ora tutto stava uscendo fuori. La rabbia, la delusione, la disperazione, la tristezza tutto uscì fuori in un attimo.
Lana era rimasta spiazzata da quel mio sfogo, e potevo capirla benissimo, anch'io lo ero.
Poi sentimmo un rumore e vedemmo che Allison, Nicole e Nathan erano lì e avevano sentito tutto, mi asciugai le lacrime come meglio potei e mi alzai andandomene.

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