23. Ti vivo.

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Fisso la frase che contorna la foto: ti amo.
Una risatina esce spontanea, facendo ridere anche lui. La signora deve averci preso per una coppia effettiva. Mi abbraccia, ringraziandomi. Lega, poi, il cordoncino della sfera natalizia sulla testata in legno del letto. Si spoglia, indossando il pigiama che ha nei cassetti della sua vecchia camera. Più che un pigiama potrei giurare di star vedendo una tuta, ma gli sta bene comunque. Traggo dalla mia valigia anche il mio improvvisato, ringraziando la signora delle pulizie tanto gentile da lasciarci usufruire della lavanderia dell'hotel. Mi disfo dei jeans e della felpa che avevo addosso poco fa, cambiandoli con la felpa di Christian, che poi mi ha regalato, e un leggings; l'unico che Dylan ha ricordato di aggiungere all'interno. Lo avviso di star andando a lavare i denti, portandomi l'intimo, quindi mi cimento nella ricerca del bagno che, poi, scopro essere la porta a destra della camera. E' tutto così surreale, il fatto di trovarmi nella sua abitazione natale, nella quale ha vissuto fino a qualche anno fa. Poter percorrere il suo stesso cammino, essere nella camera in cui ha ospitato i suoi vecchi amici, ha pianto, ha riso... Apro il rubinetto, sciacquo lo spazzolino per poi aggiungerci il dentifricio. Spazzolo per bene, sputando successivamente. Avrei bisogno di una doccia, ma sarebbe inopportuno, dopotutto non è casa mia e non vorrei mai arrivasse una bolletta più salata. Bussano alla porta, la apro.

(Lasciatevi trasportare da questa canzone: Vacant - Hiraeth).

«Posso?» chiede, Christian.
Annuisco, parlando a sussurri. E' tardi, Dana e Pami dormono e di sicuro non è nel mio intento disturbarle il sonno. Si fa spazio tra me e il lavandino, spazzolandosi i denti. Mi fissa non appena sputa all'interno della ceramica bianca ovale, facendomi quasi rabbrividire ricordando le serate passate e lo stesso identico gesto, però su di me; su quella precisa parte di me. Le guance mi vanno a fuoco, non appena si asciuga le labbra e getta l'asciugamano con prepotenza a terra. I suo occhi sono saldi nei miei, infuocati e maliziosi. Si avvicina, facendomi arretrare e stampare alle mattonelle gelide. Prende il mio mento tra le dita, portandolo alle sue labbra. Apre il getto d'acqua della doccia, chiudendo, poi, la porta del bagno a chiave. Si spoglia, riducendo il suo pigiama in un ammasso di tessuto nell'angolo. Prende le mie mani, dirigendole verso la molla dei suoi boxer. Li tiro giù, arrossendo ancora, dopo tutto quello che c'è stato tra noi. Fa spogliare anche me, aggiungendo la felpa e il leggings a quelli che erano i suoi indumenti poco fa. Accarezza le mie guance, percorrendo il collo, le clavicole, le braccia e i seni; induriti al suo tocco. Porta due dita alla bocca, bagnandole. Le ritrovo nella parte più sensibile del mio corpo, trasalendo non appena aumenta la densità dei suoi movimenti. Boccheggio, baciandolo. Estrae l'indice e il medio, per poi dirigersi all'interno della doccia. Mi trascina a se, incollandomi alle piastrelle e a lui.

Lo stiamo davvero facendo nel bagno di casa sua, mentre le due dormono al di sotto? Sto diventando matta, ma lui neanche scherza!

Solleva le mie gambe sulle sue braccia, tenendomi saldamente. Ospito quello che è, ormai, il perno del mio piacere, sussultando non appena la presa è decisa, molto di più delle volte precedenti. I nostri gemiti vengono obbligati al silenzio, lasciandoci solo immaginare cosa sarebbe potuto trapelare dalle nostre bocche. Mi libero dalla sua presa, voltandomi di spalle. Avvolge il mio busto con le sue braccia, vagando di volta in volta, per poi contornare il mio collo con il palmo della sua mano, racchiudendolo saldamente. Si dimena dentro di me ancora, ancora e ancora; per poi scostarsi e lasciare che tutto il piacere segua le gocce d'acqua sul piatto doccia. Si insapona, lasciandomi per un attimo stordita. Faccio lo stesso. Strizzo i capelli, dopo aver terminato lo shampoo. Metto un piede sul tappetino al di fuori della doccia, ritrovandomici al suo interno, nuovamente, poco dopo. Fisso i suoi occhi, ora all'altezza del mio ventre, per poi richiuderli immediatamente. La sua lingua manda in tilt ogni mio nervo saldo, rendendomi intoccabile qualche minuto dopo. Tremante dondolo su me stessa, nel tentativo di mantenermi in equilibrio.

beviamoci suDove le storie prendono vita. Scoprilo ora