13. Ne voglio altri, per sempre.

118 6 0
                                    

Sono nel tentativo di trovare un escamotage, ma Christian, per fortuna o per sfortuna, mi precede.
«Come facevate a sapere che eravamo qui?» chiede.
«Christian ha dimenticato di disattivare il cerca persone e tu la borsetta.»
Merda.
Beh, era destino andasse così, maledetti cellulari!
Scosto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, osservando Christian. Il riflesso della luna sul suo viso lo rende ancora più bello. Notò un luccichio: ha un piercing all'orecchio. Non ci avevo mai fatto caso.
«Hai un piercing?» chiedo.
Si volta verso di me.
«Mh.»
Sempre bello parlare con te, Christian.
«Azzurra, vorremo chiederti una cosa.» dice Sam.
Christian li osserva, non sembra buon intenzionato.
«Perché non vieni di nuovo al Plan B? È un mortorio senza di te.» dice Daniel.
Noto come tra lui e Christian spunta un'occhiataccia.
Ma che hanno questi due?

Non sono certa di poter avere a che fare con Christian proprio ora, dopo quello che stava per accadere. Mi meraviglio del mio autocontrollo, sarei potuta crollare da un momento all'altro.
«Dai, Azzu.» prova a convincermi Dylan.
Leggo il labiale che ripete le parole che ha appena pronunciato. L'affitto è il punto principale per il quale ho accettato il lavoro lì e sento di dover continuare.
«E va bene.» dico.
Sorridono tutti, eccetto, ovviamente, Christian.
Si schiarisce la voce, per poi parlare.
«Da quando gestite voi il locale?» chiede.
Zittiamo tutti. Avevamo dimenticato che colui che deve approvare il mio rientro è effettivamente Christian. Nella mia mente già ho l'immagine di una mini me che sta facendo le valige, pronta per partire verso un qualsiasi luogo che abbia gli affitti a 50€ mensili.
«Ne riparleremo, per ora ti tengo in prova.» dice.
Cosa? In prova?
«Vorresti dire che lavorerò gratis? Christian, andiamo! Hai visto che me la cavo, che prova dovrei fare?» chiedo.

«Forse hai dimenticato che mi hai lasciato una settimana senza un componente dello staff: tu. Ho dovuto riorganizzare tutto e senza neanche un preavviso. Non mi fido di te, Azzurra. Hai lasciato a tuo piacimento il lavoro e questo non è ciò che io cerco. Ho bisogno di serietà e tu non ne hai dimostrata minimamente.» dice.
Devo ammetterlo, ha ragione. Ma non è tutta colpa mia, però.
«Okay, su questo hai ragione. Ma cosa potevo fare se tu mi hai dato-» mi interrompe.
«Ne riparleremo.» ordina.
Decido che è meglio porre fine a questa discussione, quindi resto in silenzio. Ho bisogno di tornare a casa, anche se preferirei restare con lui, come prima, da soli.
«Chris.» chiama Ryan.
Christian sbuffa.
«Domani alle 07:00, puntuale.» mi dice.
Mi volto verso Ryan, mimandogli un 'grazie' con la bocca. Fortunatamente non ho restituito la divisa di ricambio che ho, o almeno non ancora.
«Direi di andare. Siete d'accordo?» chiede Sam.
Annuiamo tutti.
Vedo Dylan venire verso di me.
Si schiarisce la voce.
«Ehm... Azzu. Ryan ed io andiamo a prenderci qualcosa al bar. Quindi...» dice, grattandosi dietro la testa.

No! No, Dylan! Non puoi farmi ritornare in auto con Christian!
«Ma sei fidanzato, Dylan! Se le persone lo andassero a dire a-» mi zittisce, mettendomi l'indice sulle labbra.
Lo guardo stupita.
«Ho tutto sotto controllo, okay? Ti prego! Ti prego, ti prego!» mi prega.
Sospiro.
«E va bene!» alzo le mani.
«Sì!» esclama.
Mi abbraccia, continuando a ripetere che senza di me non sarebbe nulla. Come sai abbindolarmi tu, nessuno mai, Dylan. Prendo la mia borsetta dalle sue mani, quindi lo saluto.
Mi volto verso Christian, mentre gli altri si incamminano verso le loro auto.
«Cosa?» chiede.
«Devi accompagnarmi a casa, Dylan va a bere con Ryan.» spiego.
Resta in silenzio per qualche secondo. Sospira.
«Andiamo.» ordina.
Lo seguo, ma il suo passo è sempre più veloce del mio. Le sue lunghe gambe non mi aiutano, a momenti ho il fiatone. Arriviamo all'auto. Entriamo e allaccio la cintura. Christian ci mette un po' a partire, ha una mano sul volante e l'altra sulla chiave.
«Qualcosa non va?» chiedo.
Mette in moto. Non mi parla.
Ricominciamo? Ma perché è così complicato questo ragazzo?!

☾ ☾ ☾

(Ascoltate "The Night We Met - Lord Huron.)

Arriviamo fuori casa mia, spegne l'auto. Tolgo la cintura. Sospiro.
«Christian, possiamo parlarne?» chiedo.
Si gira verso di me.
«Di?» chiede.
«Quello che vuoi.» dico.
«Okay.»
Restiamo in silenzio. Sospira.
«Scusa.»
Lo guardo.
Christian che si scusa?
«Ho sbagliato, okay? È che nessuno mi mette testa come fai tu e questa cosa mi fa impazzire! Ho sbagliato a dirti quelle cose.» dice.
«Accetto le tue scuse. Bastava dirmelo prima, comunque. Non sapevo di darti così fastidio.» dico.
Siamo in silenzio per un po'.
«È ancora valida la cosa delle birre?» chiede.
Sorrido.
«Sempre.»
Scendiamo dall'auto, apro la borsetta prendendo le chiavi. Christian è dietro di me. Apro il protone, saliamo in casa.
«Fa come se fossi a casa tua, anche se credo sia molto più bella della mia.» dico.
Ha le mani nelle tasche del giubbotto di pelle nero.
«Non è male, dai.» dice.
Mi segue in cucina.
Apro il frigo, prendendo due birre. Prendo l'apribottiglie, quindi le apro entrambe.
«A te.» dico.
«Grazie.» dice, prendendo la birra.

☾ ☾ ☾

«Okay, è l'ultima questa.» dice.
Rido.
Ci siamo bevuti una confezione da sei birre. Abbiamo cominciato a parlare e siamo arrivati ad averne consumate tre a testa.
«E va bene! Se insisti.» dico.
Ride.
«E poi? Che successe?» chiedo.
Beve un sorso.
«Ci cacciarono da scuola, sospensione di tre giorni e stavo per perdere l'anno, però, grazie ai voti che avevo, sono riuscito a scamparmela.» spiega.
Rido.
«Avete fatto tutto quel casino per niente, mi stai dicendo?» chiedo.
«Sì, è stato devastante.» ride.
Ci guardiamo negli occhi. Che bel colore ha. Ho voglia di accarezzargli i capelli, immergermi nel suo profumo, baciargli il collo.
Ma cosa pensi? Azzurra, possibile tre birre ti facciano andare nel pallone?
«Io devo andare. Domani ti voglio alle 07:00.»
Dice.
Viene verso di me, poggia la birra sul bancone al quale sono appoggiata.
«Sì, giusto. Grazie per-»

Un bacio.
Mi sta baciando.
Ci stiamo baciando.
Le sue mani sono calde sulle mie guance, le sue labbra morbide e bacia da Dio.
Sì, ora va meglio. Me lo meritavo, su!
Ci stacchiamo. Ne voglio altri, per sempre.
I suoi occhi guardano i miei. Sento di avere un mancamento, non avevo fatto caso al mio cuore che martellava all'impazzata.
«Devo andare. Scusa.» dice.
«Sì, certo.» dico, schiarendomi la voce.
Prende il suo giubbotto dal divano, quindi si dirige verso il portone.
«A domani.» dico.
Mi guarda per poi diventare invisibile una volta chiuso il portone.
Ma cosa è successo?


•︴ Spazio autrice ︴•
Ed eccoci al tredicesimo capitolo, piccole lune.☾
Allora? Siete felici del bacio tanto atteso? Spero vi abbia regalato delle emozioni e sarei davvero tanto felice di leggervi!
Vi ricordo di mettere una stellina nel caso vi piacesse e di scrivermi cosa ne pensiate, lo apprezzerei tanto.♡

Buona lettura♡

beviamoci suDove le storie prendono vita. Scoprilo ora