Il Castello del Gentiluomo

12 1 0
                                    

Tramontopoli è un paese tranquillo, tuttavia Armando non può più starci a causa dei suoi studi universitari, perciò doveva trasferirsi a Specchiopoli, la città dove si sarebbe trovata la sua università di scienze umane.

Dopo qualche settimana di studio, decise di fare un giro nel posto, ma ancora non sapeva che sarebbe stata una giornata che gli avrebbe cambiato la vita.

Vide un castello alquanto bizzarro. Aveva soltanto una torre che faceva da entrata ad esso.

Armando decise di provare a dare una occhiata sul posto.

Non aveva un ponte, ma si trovava in una collinetta ed era in uno spazio molto grande ed aperto, perciò fece il tragitto in bici e ci mise una decina di minuti per raggiungerla.

Davanti al castello, Armando si chiese se era meglio entrare oppure no. "Entra pure", sentì nella sua testa, ma non aveva ancora preso una decisione.

"Sul serio, entra!", sentì ancora nella sua testa. Che fosse telepatia oppure una allucinazione causata dal troppo studio? Armando, vinto dalla curiosità, decise di entrare.

Ci fu un gentiluomo di mezza età che sembrava aspettare che Armando entrare, visto che era dietro alla porta. L'atrio era molto grande, quasi quanto una casa intera. Armando e il gentiluomo parlarono per un pò di tempo e lui ebbe la libertà di esplorare il castello. In cinque ore riuscì ad esplorare solo una piccola parte di essa. Ad un certo punto, Armando trovò un libro di psicologia che gli interessò e voleva studiarlo per bene. Il gentiluomo gli diede il permesso e Armando andò a casa a studiarselo per bene, così per gli esami di domani sarebbe stato più preparato.

Il giorno dopo, nell'università, Armando parlò con un suo amico della sua avventura passata, ma loro dissero che il castello non aveva una torre, bensì diciassette torri ed era molto più piccolo di come l'ha descritto. Una persona che passava di lì che ha sentito la conversazione disse che l'intero castello era soltanto una casa a forma di castello. Armando propose a loro di andarci insieme nel pomeriggio e accettarono. Armando vide un castello molto più piccolo con tre torri, l'amico un castello enorme con le quattro torri classiche e l'altro una torre unica grande quanto due grattacieli.

Ci fu di nuovo il maggiordomo che li fece entrare tutti e tre. Loro chiesero del castello, perchè videro diversamente la struttura e lui rispose: "ognuno di noi, ogni giorno, vede questo castello in una forma diverso. Non è un castello come tutti gli altri. Rappresenta il nostro animo e la nostra anima, sia all'interno all'esterno. Questa è la mia casa, il mio padrone l'aveva costruita per un esperimento, ma prima che possa essere terminato, sparì. Ecco perchè sono qui. Inoltre, mi disse di fare entrare chiunque fosse interessato al castello perchè è giusto che ognuno veda sè stesso da una altra prospettiva." Parlarono ancora per un pò e i tre compagni si congedarono da quella bizzarra abitazione. Il giorno dopo, Armando ebbe un esame di psicologia. Per qualche motivo, quel libro che prese dal castello conteneva tutte le risposte alle domande, perciò lo passò con facilità. Voleva riferire questo fatto al gentiluomo al più presto. Questa volta il castello era a forma di ciambella. Il gentiluomo lo fece entrare ancora e Armando gli parlò della giornata trascorso e come quel libro gli abbia permesso di andare con gli studi.

"Il libro non ha fatto nulla, tu hai fatto tutto da solo. Il libro non è mai esistito.", disse il gentiluomo. "Anche questo castello sparirà come il suo padrone, e io con lui, tra non molte ore. Per questo ti chiedo di andartene, se vuoi continuare a seguire i tuoi sogni e finire i tuoi studi." Armando non capiva le parole del gentiluomo, ma lui non voleva dire più di quello che aveva detto. In ogni caso, Armando lo ringraziò e se ne andò. Tuttavia, prima di andarsene, sentì un dolore alla schiena: sembrava un pugno particolarmente potente che lo fece svenire.

Armando si ritrovò a casa sua, nel letto a dormire. Visto che era mattina, era giusto il tempo di andare all'università. Fece le sue lezioni come sempre, ma si chiedeva se il castello era effettivamente scomparso o no, così decise di controllare finito le lezioni.

Era tutto vero: il castello era scomparso. E con lui, il gentiluomo. Armando a questo punto non capì se stava sognando o meno, perciò andò a casa. Vide che il libro preso dal Castello era ancora lì, sulla scrivania. Questo sembrerebbe provare che effettivamente Armando non ha sognato, ma sarà vero? Quel castello era reale oppure no? Temo che non lo sapremo mai. #scrittobre #scrittobre2020


Scrittobre: 31 storie per ogni giorno di ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora