Un coltello rosso sangue

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"Corri! Scappa! Non ti fermare!". Questo continuò a ripetersi Vittoria, una ragazza diciasettenne che stava correndo disperatamente di notte in un bosco profondo. "Se sarà il caso, dovrò difendermi.", disse lei dietro un albero mentre cercò di riprendere fiato. Due tizi la inseguivano armati di pistola, mentre lei aveva solo un coltello rosso sangue che aveva trovato in un pavimento prima di fuggire. Vittoria riuscì a vedere in lontananza una grotta abbastanza grande da nascondere una persona e decise di rifugiarsi lì, per ora. Mentre riprese a correre, cercò di concentrarsi solo a correre, non si era ripresa del tutto dallo shock di aver visto un cadavere nella baracca di legno in cui era. Si ritrovava per terra e si rialzò. Pensò di essere svenuta e non vide bene il cadavere, sapeva solo che era abbastanza grande: quanto una persona adulta. Sentì una, anzi due, persone che si aggiravano nella proprietà. Avendo paura delle conseguenze se l'avrebbero vista di fianco ad un cadavere, lei prese la prima cosa che capitava (un coltello rosso sangue che era per terra) e scappò dalla finestra, visto che era vicina a lei e il salto non le avrebbe causato un particolari danni al corpo. Dopo non molto tempo, le due persone cominciarono ad inseguirla e a spararle dietro. Tutto questo è accaduto in neanche venti minuti.

Finalmente Vittoria riuscì a raggiungere la grotta e a nascondersi dietro una roccia enorme. Armata del suo coltello rosso sangue alla mano sinistra all'altezza della spalla, aspettò i suoi due inseguitori per fargli un attacco a sorpresa. Era indecisa se ucciderli subito oppure catturarne uno mettendogli nella gola il coltello e barattare la vita dell'individuo con la libertà. L'ultima ipotesi fu la più convincente, visto che in un normale combattimento Vittoria poteva essere uccisa da un colpo di pistola al minimo errore. Pensò anche di ucciderne uno, usarlo come scudo umano e poi uccidere l'altro individuo, ma scartò l'ipotesi. Era meglio scappare,in un modo o nell'altro.

Passò un'ora, anche se per Vittoria sarà stata sicuramente la più lunga ora della sua vita. Cosa doveva fare? Cercare aiuto? Parlare a quelle persone? Nascondersi per sempre in quella grotta? No. Lei sapeva cosa fare. Doveva a tutti costi uscire fuori dal bosco e spiegare la situazione al suo gruppo. Nella mente di Vittoria vennero altre domande: chi ha ucciso quella persona? Perchè si trovava svenuta in quella baracca di legno? Che quei due pazzi che la inseguivano fossero gli assassini che cercavano di eliminare un testimone? Che domande, Vittoria sapeva già tutte le risposte.

Vittoria era ancora dietro alla roccia, fino a quando non sentì un fruscìo d'erba da fuori. Cercando di essere più ferma, prese cautamente il coltello e cercò di guardare l'entrata senza farsi scoprire. Era stato uno scoiattolo, molto agitato. Venne verso di lei e cercò di stare nell'ombra. Successivamente cominciarono a venire sempre più animali agitati, come altri scoiattoli, gufi e addirittura lupi.

"Se non faccio qualcosa, potrebbero uccidermi. Non è più un posto sicuro qui.", pensò Vittoria. Questa idea cominciò ad essere sempre più valida sentendo fuori del fumo, quello stesso fumo che stava per riempire la grotta. Doveva uscire lì. ORA. Vittoria stava correndo verso l'uscita, vide un cespuglio in fiamme nei dintorni e poi sentì uno sparo. Qualcuno aveva sparato alla spalla destra di Vittoria. Lei cacciò un urlo disperato e poi perse i sensi.

Al suo risveglio, Vittoria si ritrovò legata, ferita e seduta per terra, a qualche metro dall'entrata della grotta con il cespuglio completamente bruciato. Sentì la canna della pistola puntata alla tempia da una persona e una persona davanti che le puntava una pistola: erano i due inseguitori.

Gli inseguitori erano due maschi, uno alto che sembra avere una ventina d'anni e l'altro più piccolo almeno venticinque.

"Abbiamo il tuo coltello e sei inerme. Ora non sei più un pericolo.", disse l'inseguitore davanti a lei. "Che cosa vuoi da me?", disse Vittoria a fatica, sentendo un dolore lancinante alla spalla ferita. L'inseguitore prese con la mano destra la sua faccia e cominciò a dare forza, facendole molto più male.

"Dì la verità.", disse l'inseguitore in maniera calma. "Quale verità?", rispose lei.

"PARLA!", disse lui, questa volta facendo forza nel suo collo.

Vittoria non parlava e sembrava essere disposta a morire. Avendo capito questo, lui tolse la mano e cambiò strategia: "So che hai ucciso la nostra sorella. Hai rubato un nostro coltello e le hai tagliato la gola. Il coltello è rosso dal suo sangue!", concluse urlando l'inseguitore.

"Io non ho ucciso nessuno! Cosa stai dicendo?", disse Vittoria. L'inseguitore le diede uno schiaffo e sentì premere più forte la canna della pistola, questa volta dietro alla testa.

"Che ci fai con uno di questi coltelli, uguali proprio a quello che abbiamo noi? Che ci fai qui? Questa è l'unica baracca della zona, conosco il bosco come nelle mie tasche e non ti ho mai vista! Le orme lasciate nel fango vicino a casa sono uguali a quelle della tue scarpe! Adesso cosa mi dici?", disse l'inseguitore, adirato.

"Beh, è perchè...", provò Vittoria a temporeggiare. Tuttavia le scuse che faceva non avevano molto senso e aveva perso tutte le sue possibilità. L'inseguitore pensò ad una altra strategia ancora e chiese all'altro di fare qualche passo indietro. " Se parlerai, hai la mia parola che ti lasceremo andare. Sei libera di fare quello che vuoi, ma solo se ci dirai la verità."

"Avete ragione, sono stata io.", disse Vittoria, "ma sono stata costretta! Fuori da questo bosco, c'è un gruppo di persone meschine che ha detto di uccidere una ragazza dell'unica baracca che c'è e toglierla di mezzo. Se non l'avessi fatto, io e la mia famiglia saremmo stati uccisi! Non volevo farlo, credetemi! Sono perfino svenuta dopo averla ammazzata!". L'inseguitore era furioso, ma cercò di calmarsi e disse all'altro di slegarla.

"Dimmi il nome di questo gruppo e ti porteremo personalmente da loro.", disse. Vittoria diede l'informazione e cominciò ad andare.

Provò a muoversi ora che è stata slegata, ma muoversi con la spalla ferita era difficile. Pensò di essere stata fortunata ad aver compiuto la missione, anche se ha rischiato grosso. Ad un certo punto cominciò a sentire degli spari e molto dolore, per poi giacere a terra. Gli inseguitori hanno sparato senza pietà ad una giovane ragazza che, per una notte, era diventata una spietata assassina per difendere la sua famiglia.



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