Mancano 60 minuti.

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La Centrale Nucleare della Città dell'Est. Lavora qui Daichi, un promettente adulto con un dottorato in fisica. Nonostante l'intelligenza, è piuttosto sognatore ed inoltre pensa sempre ad Aiko, una giovane collega di cui è innamorato. In ogni caso rimane una persona molto intelligente che dona l'anima e corpo nel suo lavoro: aiutare la gente a creare energia rinnovabile in un laboratorio al piano terra con altri suoi sette colleghi. In una mattinata qualunque, doveva andare ai servizi come una persona qualunque. Mentre ci andava, sentiva dei rumori che non gli piacevano per niente. Il presentimento che aveva non era per niente buono. Passi. Rumori metallici. Un ansimare di una persona molto agitata. Erano in due, con qualcosa di pesante in mano. Non è una cosa normale nella centrale vedere persone così serie. Daichi corse e si chiuse nel bagno dei servizi, facendo meno rumore possibile. Dove stavano andando quei tizi? Proprio nei servizi dove c'era lui! Vide dallo spioncino due persone con un camice del laboratorio, erano un maschio dall'aria molto importante in mezzo alla stanza e una ragazza molto impaurita vicino alla finestra in fondo, che non appartevano alla centrale con entrambi un borsone in mano, probabilmente lì si trovava tutto ciò che aveva sentito di metallico. Per un pò Daichi non fece niente e rimase a guardare la situazione. Il maschio cominciò a parlare: "Ottimo lavoro, Satomi. Hai creato un Cannone Nucleare perfetto per il nostro piano.". "Pensi che eliminare la Città dell'Ovest sia la scelta giusta?, Ryuunosuke?", disse ancora più impaurita Satomi. Ryuunosuke rispose arrabbiato: "Hai paura ad obbedire ad un ordine del nostro Capo? Pensi che sia ingiusto eliminare una città solo perchè Lui lo vuole? Sai cosa hanno fatto a noi, sai quanto hanno rubato a questa città e adesso pagheranno!". Satomi raccolse tutto il suo coraggio e disse: "Lo so cosa ci hanno fatto, ma non è giusto distruggere una città! Farai inoltre un danno enorme al Pianeta, le radiazioni potrebbero inoltre venire qui! Nessuno sarà al sicuro!". Ryuunosuke rispose in maniera apparentemente calma: "Cosa vorresti fare adesso? Smontare il Cannone Nucleare che abbiamo fatto ed andartene come se niente fosse? Come se fossi l'unica scienziata che abbiamo!". Satomi si pentì di tutto quello che era successo in quella mattina e cominciò a chiedere scusa, però questo gli non stava bene: "Tranquilla Satomi, ora il cannone è in fase di Warm-Up, la Città dell'Ovest avrà ancora 60 minuti di vita. Mi prenderò io tutto il merito e la tua parte di soldi. Addio.". Prese la pistola, dei silenziatori, chiuse la porta e sparò cinque colpi al cuore a Satomi e cominciò a cambiarsi con gli abiti neri. Daichi era shockato da quello che era successo. Un Cannone Nucleare? 60 minuti? Il fatto che appena aprirà la porta non resisterà al fatto di vedere una persona che non può più salvare? In ogni caso doveva andarsene da lì all'istante e correre per fermare il Cannone, ma non poteva perchè quel tizio si stava cambiando mettendosi un abito nero e losco, con una tuba nera e, se si fosse fatto scoprire, avrebbe fatto la stessa fine di Satomi. Cominciava a vedere l'ora: mancavano 49 minuti! Per raggiungere il bagno ci aveva messo circa 10 minuti a piedi, se avesse corso al laboratorio avrebbe perso energie e non avrebbe combinato nulla! Doveva correre al Cannone subito, magari poteva avere almeno 10 minuti di tempo per disabilitarlo! 44 minuti rimasti, Daichi ebbe finalmente via libera. Corse subito per andare al primo piano e raggiungere l'ascensore. Corse corse, fino a quando non si scontrò... con Aiko. "Scusami! Ero distratta!", disse dispiaciuta. Continuò: "Come stai? Il lavoro come procede?". Sembrava che volesse parlare, ma Daichi non aveva tempo e disse in pochissimo tempo un messaggio rapidissimo: "Non posso vai in bagno controlla borsoni ragazza uccisa vado tetto cannone 40 minuti spara città Ovest!" e scappò. Era finalmente al primo piano, ma gli ascensori non funzionavano. Perchè quella mattina precisa non dovevano funzionare? Mancavano solo 28 minuti adesso! Corse subito per andare al secondo piano, ma incontrò tre suoi colleghi. "Dove credi di andare, Daichi?", dissero in coro. "Lasciatemi! Devo andare! Mancano 28 minuti!". Ma loro non desistevano: "Vuoi scappare dopo avere ucciso una ragazza? Tu adesso vieni con noi alla Polizia!" "No! Lasciatemi! C'è un cannone nucleare nel tetto! Dobbiamo fermarlo!" Senti, noi non ci caschiamo." Daichi si mise a piangere. Era disperato, ma doveva difendersi in qualche modo: "Hanno sparato a quella ragazza, non sono stato io! Il colpevole è nel tetto! Loro due hanno costruito un cannone nucleare e vogliono sparare alla Città dell'Ovest distruggendola! Devo fermarla subito!". Daichi cercò di strattonare e liberarsi dai suoi colleghi, ma in tre potevano gestirlo senza problemi: "Mancano 18 minuti! Dobbiamo andare adesso o non ce la faremo mai!" "Chi ti dice che sia vero?" "È la verità! Lì si trova anche il colpevole e l'assassino di Satomi!" "Come fai a conoscere il suo nome!" "Basta! Non ce la faccio più!" I tre colleghi l'avevano perquisito e non trovarono nulla che potesse uccidere una persona. Inoltre se fosse stato colpevole, avrebbe potuto minacciare anche loro. A che gioco stava giocando? "Andremo con te, ma ti terremo d'occhio. Conosco una scorciatoia che ci farà risparmiare tempo.", disse uno di loro ed erano tutti e tre d'accordo. "Mancano 15 minuti per colpa vostra! Sbrigatevi se volete salvare la città!", disse Daichi molto frustrato dal loro comportamento e mancanza di fiducia. Fecero la scorciatoia, una lunga scalinata in ferro che si trovava proprio al secondo piano. Rischioso, ma efficace. Daichi conosceva poco la struttura a differenza degli altri. Pensava che doveva stare al laboratorio e basta, non osservare da vicino tutta la Centrale. Fecero così tre piani in cinque minuti. Un qualcosa in più c'era: un qualcosa simile ad un cannone caricato con energia nucleare. "Abbiamo giusto 10 minuti per disabilitare questo affare! Facciamolo adesso!" Daichi corse verso di esso, ma venne fermato ancora: "Frena, dove sarebbe questo criminale nel tetto! Non c'è nessuno!". Un altro disse: "Ti faremo licenziare e sbattere in galera! Quanto tempo ci hai fatto perdere?". Daichi cercò di rispondere, ma poi si aprì la porta di metallo dall'alto in basso: erano gli altri quattro colleghi del laboratorio! Disse uno di loro: "Ecco chi ha creato il cannone che distruggerà la Città! Siete stati voi!". Daichi stava per avere un esaurimento nervoso, ma poi arrivarono altre sette persone vestito di nero. Due stettero fuori a controllare che arrivasse qualcuno e gli altri cinque vennero dentro alla stanza del cannone, sempre con le pistole a minacciare gli otto membri del laboratorio del piano terra. "Mancano 6 minuti. Adesso voi alzerete le mani e non farete più nulla se non volete morire!", disse Ryuunosuke, parecchio arrabbiato. Daichi l'aveva riconosciuto, però non poteva dire nulla, altrimenti sarebbe stato eliminato come testimone. Mancavano 3 minuti. Ormai era finita. Il loro piano aveva egregiamente funzionato. Ad un certo punto si sentì delle voci da fuori: "Chi sei?" Sono Satomi! Devo parlare con Ryuunosuke!" "Facci vedere la carta che sai." "Eccola!" "...ok, puoi entrare." I colleghi erano visibilmente arrabbiati con Daichi. Chi era Satomi? Non era quella che era stata uccisa? Come faceva Daichi a sapere il suo nome? Che ci faceva lì? Daichi sapeva la risposta. E molto bene, così tanto che non la smetteva di sorridere. "Ryuunosuke. Il Capo ci ha detto di rientrare adesso. Se non riusciamo a venire entro mezz'ora, siamo cibo per cani." "Hmm, va bene. Intanto mancano 100 secondi. la missione qui è completata, ma questi ci hanno visto in faccia." "Il Capo ci ha detto di muoverci!" "Va bene. Li uccideremo la prossima volta. Appena tutti e sette gli uomini in nero se ne andarono, la finta Satomi entrò nella porta e la chiuse più veloce che poteva. Ryuunosuke era fuori di sè: "Ci ha fregati! Satomi l'aveva uccisa io!" e cominciò a sparare alla porta. "Ma come? Era tutto a posto, sembrava proprio lei!", disse uno degli uomini in nero mentre cominciarono ad imitarlo e a sparare alla porta. "Quella stupida e il suo borsone!", disse  Dopo si tolse la tuba: era veramente Aiko! "Puntate il Cannone in alto! Sbrigatevi! Il Warm-Up è quasi finito!", disse preoccupata. "Ma così noi...", disse uno mentre Daichi stava eseguendo le istruzioni di Aiko. "Fatelo! Vi spiego tutto dopo!", urlò. 15 secondi dopo, il Cannone sparò un raggio nucleare in aria. Nel mentre, tutti i nove colleghi scapparono dalla scalinata della scorciatoia e decisero di andare in laboratorio, dove avrebbero potuto parlare per bene. "Ti dobbiamo tutti delle scuse, Daichi.", dissero i membri del laboratorio. Daichi spiegò con calma a tutti come era andata e, alla fine: "Grazie Aiko, siamo tutti salvi per merito tuo. Se non ci fossi stata tu...". Aiko lo corresse: "Io non ho fatto niente a differenza di te. Sei tu ad avere intuito il pericolo. Io sono stata solo fortunata. Ero corsa nel bagno degli uomini, avevo visto i borsoni e decisi di travestirmi  e truccarmi da Satomi, vedere tutti i suoi messaggi e prendere il portafoglio per assomigliarla al meglio. Avrebbe potuto confonderli e farti guadagnare un pò di tempo. Inoltre ho spiegato la situazione alla Polizia e probabile li sta arrestando. È un peccato che sia morta così. Nonostante fosse una criminale, penso che lo era a malavoglia e che fosse una scienziata molto intelligente.", concluse Aiko. Un poliziotto entrò nel laboratorio e disse: "Ci sono qui dentro Aiko e Daichi?" "Sì, siamo noi.", dissero. "Chiunque sia immischiato nell'affare del Cannone Nucleare deve rilasciare una deposizione. Dovete venire con noi nella Centrale di Polizia." Daichi, Aiko e gli altri sette membri del laboratorio vennero con i poliziotti e spiegarono tutto. Oggi, i nove colleghi della Centrale Nucleare sono considerati degli eroi per aver contribuito ad arrestare dei criminali ricercati, indagato sulla morte di Satomi e di avere salvato la città intera, anche se le radiazioni in cielo hanno distrutto qualche satellite artificiale e ci sono state ripercussioni sui dispositivi elettrici di una parte del mondo.

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