Da sempre ho voluto diventare un escursionista. Mi sono sempre piaciute le emozioni forti che si ha dopo una grande fatica e sforzo, che ti fa crescere e ti mette in condizione di mettere tutto te stesso. Per questo volevo scalare una piccola montagna, poi un'altra e un'altra ancora, fino ad arrivare a scalare la montagna più grande al mondo. Andai ad un ritrovo di appassionati della città, quel giorno eravamo in quindici. Eravamo in quindici quel giorno. E adesso? ...Scusa. Devo ancora spiegare il resto. C'era tra noi una guida alpina che si era offerta a portarci nella montagna vicina. La Vlad Mountain, altezza 1024 metri. Era perfetta per iniziare la nostra avventura da escursionisti. La guida ci disse cosa portare e di vederci la settimana prossima ai piedi della montagna. Con lei, avremmo avuto la nostra avventura e saremmo tornati a casa...tutti e quanti...in sicurezza. Il mio problema è che sono una persona parecchio emotiva e riesco a ricordarmi dei nomi e le facce delle persone, quindi ho molta più empatia rispetto ad una persona normale. Io, a differenza di altri fanatici dell'escursionismo, mi sono comprato un telefono satellitare. Ho imparato ad usarlo ed ero sicuro che mi sarebbe stato utile, visto che la sicurezza è prima di tutto. Era passata una settimana, presi tutto (cellulare compreso) e cominciai a dirigermi ai piedi della montagna. Non capivo se prendere la macchina oppure andare a piedi. Prendere la macchina era l'ideale, così arrivavo prima e sia per l'andata e sia per il ritorno avrei risparmiato molta fatica. C'era solo un problema: il traffico. Ce n'era parecchio. Visto che non avevo una bicicletta, dovevo andare a piedi e rischiare di andare in ritardo. Dopo trenta minuti di corsa alternata a camminata, riuscì ad arrivare ai piedi della montagna. Nonostante mi fossi svegliato presto per l'emozione, feci ritardo di tre minuti buoni, visto che li vedevo in lontananza. Cominciai a correre, dovevo raggiungerli. Se non fossi riuscito a farlo, sarei stato in seria difficoltà, visto che non avrei avuto il supporto dei miei compagni e della esperta guida alpina. Eravamo d'accordo che chi non era in ritardo avrebbe perso l'escursione, anche chi aveva pagato in anticipo. Non potevo accettarlo, ma il mio incubo diventò realtà: li avevo persi. Tuttavia, non mi persi d'animo e cominciai a camminare. Quanto tempo avevamo di distanza, dieci minuti? Venti minuti? Un'ora intera? non riuscì a trovare una risposta, ma per fortuna il sentiero era dritto. Ad un certo punto vidi una cosa che non avrei mai voluto vedere. Sopra c'era una scogliera con un bivacco, quasi a trenta metri di altezza da dove mi trovavo io e davanti a me...c'era un mio compagno impalato nel terreno. Era un palo verticale, affilato alla sua estremità superiore, sarà stato alto almeno tre metri. Non credo sia stato un suicidio. Chiamai immediamente la polizia, anche a costo di sembrare sospetto. Un mio compagno era appena morto davanti ai miei occhi, e non è stato un incidente...forse. In ogni caso, se gli altri erano in pericolo, volevo fare qualcosa per loro. La polizia era preoccupata e mi hanno riferito di un "impalatore delle nevi", un pazzo serial killer che si aggira nella Vlad Mountain e uccide le persone impalandole. Avrà fatto almeno una trentina di vittime in questa montagna. Perchè quella guida ci ha portati qui? Io non ero a conoscenza di questo fatto, lo sarà stato anche questa guida? Qualcuno dei poliziotti sarebbe venuto qui, tuttavia avevo preferito ad andare nel bivacco. Avevo freddo e ormai ero stanco. Potevo arrampicarmi, ma preferivo fare il sentiero per risparmiare energie. Mi chiedevo perchè il resto dei compagni e la guida non avevano fatto niente per il mio povero compagno rimasto impalato. Ad un certo punto, riuscì ad arrivare vicino al bivacco. Era di legno, con dei pali obliqui che tenevano le pareti, anche se non ne capivo il senso. Tuttavia, aveva un odore assolutamente sgradevole e qualcosa che mi diceva di non entrare, ma dovevo farlo. Presi la maniglia con calma, deglutii, e aprì la porta. Stavo per collassare. C'erano una quarantina di cadaveri impalati, inclusi quelli dei miei compagni restanti, buttati lì per terra. Mi girai indietro e stavo per scappare, fino a che non vidi la guida con un asse di legno che mi diede in faccia con una rabbia inaudita e svenni. Quando cominciai a riprendere i sensi, capii dove mi trovavo: ero legato nel tetto all'interno del bivacco, in centro. Avevo molta, molta paura. La guida poteva essere senza ombra di dubbio il serial killer. Non ci potevo credere, inoltre si sentiva molto bene l'odore di decomposizione. Stare legato e non poter far niente perchè sarei caduto e in ogni caso sarei morto era stata davvero una tortura psicologica per me. "Vedo che ti sei svegliato. Pensavo non fossi venuto per questa divertentissima escursione!", disse il pazzo con una aria contenta. Cominciai ad urlare a squarciagola, non volevo stare lì un secondo di più. "Ah, è stato carino da parte tua portare un telefono satellitare, ma... si è rotto, piccino piccino! Non puoi più fare le feste di compleanno con la po-po-po-li-ziiiiaaaaa!", disse quello che mi fa sempre più convincere che è un pazzo forte. Mi venne un dubbio, e se la guida fosse stata eliminata e lui fosse il vero killer? Provai a chiederlo, ma poi ho ripensato alle sue parole, come del fatto che "era una divertentissima escursione!". Una guida alpina dovrebbe essere preparata a difendersi da molte situazioni pericolose, inoltre non ci sono tracce di sangue nei vestiti, senza contare che era identico alla guida, perciò tristemente conclusi che il killer erano la stessa persona. "Ti ho preparato la pappa! Dì...Aaaaaaaah! Oh! Non puoi più! Non puoi più! KYAHAHAHAHAH!", disse il pazzo dando da mangiare ad un cadavere i pezzi del mio ormai vecchio telefono satellitare. "Ehi tu! Sì, tu! Vuoi mangiare un pezzo...di questo signor telefono? Offro io, offro io!", disse. Io rifiutai e ci manca poco che rimettessi. Ormai stavo finendo tutte le lacrime che avevo. "Dai, a te dò gli avanzi...è rimasto proprio un stuzzicadente enOOOOOOOOrme! Te lo met-to! Te lo met-to! Te lo metto nel-la pan-CIA!", mi disse prendendo un palo. Sai com'è, stava per finire di impalare tutte le vittime che non aveva finito prima, i miei compagni di escursione. Pensavo di essere "il piatto forte", perchè l'avevo scoperto...oh cielo, sto cominciando a parlare come lui. Tuttavia sentivo dei rumori fuori, il pazzo non li sentiva perchè era preparato a mettere bene il palo. "Ci metto un pò perchè sei la mia vittima preferita! Così impari... A FARE IL FUR-BET-TOOO!", mi disse gridando sempre con quell'aria allegra. Tuttavia apparve un miracolo: la polizia arrivò nel bivacco e riuscì a salvarmi. Quell'....essere....tentò di stenderli come aveva fatto con me, ma visto che "aveva fatto pulito dei cadaveri che ingombravano il pavimento, la polizia riuscì a catturarlo sparandogli alla gamba sinistra. Dissi tutto quello che sapevo alla polizia. Avevano visto le mie orme vicino al palo sotto la scogliera e quindi, visto che ero un sospettato, mi raggiunsero appena in tempo. Quel pazzo fu arrestato e voleva uccidere tutti gli esseri viventi e poi uccidersi con le sue mani. Dopo questo trauma credo di non volerne più saperne dei miei sogni e non so se riuscirò mai a riprendermi. #scrittobre #scrittobre2020
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Scrittobre: 31 storie per ogni giorno di ottobre
Mystery / ThrillerOgni giorno di Ottobre, ci sarà una storia basata su un tema diverso.