Il caso delle dieci mele.

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Era una giornata normale a Sea City, la città dove la gente trascorreva delle giornate in spiaggia e in giro quando c'era e non c'era il sole. Un individuo alto, sulla trentina, stava camminando per andare al lungo mare, ma prima voleva fermarsi per prendere qualche mela dal fruttivendolo. Era molto ambiguo vedere una persona così: aveva un cappotto lungo e viola di pelle sintetica, una tuba nera, degli occhiali con lenti tonde, jeans grigi e una polo gialla. Era molto strano, considerato che era vestito pesante in una giornata d'estate, era fortunato che faceva abbastanza fresco. Tuttavia, la gente non sapeva che quelli erano i suoi abiti di lavoro, un lavoro molto particolare.

Adocchiò le mele: erano sempre meno, nonostante non passava quasi nessuno. Lo stesso per il resto della frutta, anche se si vedeva più sulle mele. L'individuo lo tenne a mente.

"Salve! Che cosa desidera?", disse il fruttivendolo, tra il felice e il preoccupato.

"Vorrei sette mele, per favore," rispose il suo cliente. Dopo una pausa, ci provò, chiedendo: "Scusate, ma perchè c'è sempre meno frutta, ma non vedo quasi nessuno passare di qui?". Il fruttivendolo sbiancò per un secondo. Come mai? Era una domanda troppo esosa per un cliente, oppure era per altro? "Non...non sono affari che ti riguardano!", rispose preoccupato e arrabbiato il fruttivendolo. "Sì che è mi riguarda.", rispose lo strano individuo. Prese dalla tasca un oggetto che fece vedere al fruttivendolo: "Sono il detective Hideyoshi, e questo è il mio distintivo. Se qualcuno vi minaccia o vi ha rubato qualcosa, sono tenuto a saperlo." Il fruttivendolo, con aria sorpresa, disse: "Non c'è stato niente, non si preoccupi..." Il detective ribattè: "Allora devo controllare l'edificio. Permette?" Il fruttivendolo, si sedette e raccontò i fatti al detective: "Ebbene, ha vinto. C'è qualcuno che una volta al giorno, mi ruba della frutta ed esattamente dieci mele al giorno. Sto perdendo un sacco di soldi e presto dovrò chiudere. Se lo assegnerà alla giustizia le sarò veramente grato." Il detective estrasse l'orologio digitale dalla manica del cappotto e disse: "Bene, mi metterò subito al lavoro." Presse un pulsante e si vide uscire dall'orologio un laser verde fosforescente. Lo puntò su tutta la frutta in esposizione, facendo attenzione particolare alle mele. Poi entrò un attimo nel magazzino dietro il fruttivendolo. C'era altra frutta, scaffali di documenti e un tendone che copriva qualcosa. Usò l'orologio per rilasciare un laser color viola, puntandolo su ogni oggetto del magazzino e poi uno color ghiaccio che puntò dappertutto, ma si concentrò principalmente sul tendone. Dopo essere restato lì neanche un minuto, il fruttivendolo diede le sette mele al detective, che pagò e lo saluto dicendo questo come ultima cosa: "Mi troverà qui ancora oggi pomeriggio. Avrò la soluzione al suo dilemma." Il fruttivendolo lo ringraziò comportandosi in maniera ambigua e il detective tornò a casa. Hideyoshi aveva un laboratorio segreto, ma non era un semplice laboratorio. Era il posto in cui creava ogni gadget che gli serviva. Era un detective inventore che, con invenzioni tecnologiche e non, risolveva ogni crimine da quando aveva quindici anni, e anche questa volta avrebbe risolto il caso. Dopo avere analizzato i dati raccolti sulle impronte, video e temperatura dentro e fuori dal magazzino, si mise al lavoro per un altro congegno.

Era ritornato dal fruttivendolo e gli diede un oggetto bizzarro: "Tieni. È una mela, ma in realtà è finta. L'odore e le fattezze sembrano simili alle tue, quindi basta che fai un buco sotto al cartone in uno spazio per la mela sotto e riprendi la situazione." Il fruttivendolo era contrario: "Perchè dovrei rovinare il mio spazio? Inoltre se qualcuno scopre la mela? Se viene rubata?" "Proprio per questo. Anzi, se venisse rubata avremmo già trovato il colpevole." Il fruttivendolo non ebbe scelta e accettò il piano di Hideyoshi.

Era notte fonda, ancora non era successo nulla di eclatante. Ogni tanto Hideyoshi controllava dal suo cellulare se c'erano novità dal negozio, ma poi decise di fare un sopralluogo di persona. Per questa occasione aveva abiti esclusivamente neri e leggeri. Erano le due di notte e qualcosa cominciò a vedersi dal cellulare: una persona che entrava dal fruttivendolo e prendeva un sacchetto di frutta già pronto nel tavolo. Non toccò minimamente la frutta in esposizione del mattino, inoltre costui era tra il felice e il serio. A questo punto non c'era tanto da pensare. Se ci doveva essere un colpevole in questa storia, allora doveva essere lui. O forse no? Il ladro chiuse la porta del negozio a chiave e se ne andò. Hideyoshi arrivò giusto in tempo per vedere la scena e, senza farsi vedere, riprese tutto. Poi lo fermò un attimo. Dopo avere parlato con lui, prese una forcina speciale e scassinò la porta. Non c'era nessuno. L'unica cosa a cui importava per il detective era il magazzino. Si fece luce con l'orologio che era potente quasi come una torcia e vide senza problemi anche nel buio. La prima cosa che doveva assolutamente vedere era cosa c'era dietro il tendone. Era quello che si immaginava. Poi uscì dal magazzino dopo averlo esaminato bene e vide un dettaglio strano. Un calendario con delle date e X sopra ai giorni passati. Per curiosità esaminò il calendario. Ebbe tutti i dati che gli servivano e domani avrebbe arrestato l'assassino.

Arrivò la mattina e ci fu il confronto diretto tra Hideyoshi e il suo cliente. "Ho trovato il colpevole e verrà arrestato tra poco. Nel frattempo, perchè non mi fa entrare un attimo?", disse con un mandato della polizia in mano facendoglielo vedere per bene. Il fruttivendolo non si oppose e Hideyoshi rifece la stessa cosa di ieri sera: scoprì il tendone e vide un frigorifero pieno di mele. "Questo significa che facevi solo finta di non avere le mele, magari per evitare che qualcuno te le prendesse", dedusse di fronte all'accusato. Poi andò dal calendario e prima lo analizzò con un raggio arancione dell'orologio e poi lo lesse: "Tu avevi un debito da gioco che avresti estinto tra due anni con il presunto colpevole che viene sempre a prenderti della frutta. Come mai lui aveva la chiave del negozio? Come mai aveva sempre un sacchetto di frutta pronto? L'ho visto mentre compieva il fatto grazie alla mia mela. La polizia sapeva già tutto e anche il tuo amico ha parlato. Volevi accusarlo di furti che non aveva mai fatto per liberartene, e invece ti è andata male."

La polizia arrivò e portò il vero colpevole in centrale. Hideyoshi, contento e amareggiato, tornò a casa. Pensò di essere stato bravo, ma deve ancora darsi da fare per fermare un pericoloso essere e far trionfare veramente la giustizia.

Scrittobre: 31 storie per ogni giorno di ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora