CAPITOLO 21

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Patrizia agitata si reca in strada per una passeggiata e per smaltire lo shok. Passando per le vie le vecchine sporgevano la testa dai tetti e lei si sentiva giudicata dall'alto.

Si ritrovò davanti alla chiesa del suo cuore. la funzione doveva ancora iniziare e richiamata da una forza maggiore entra nella chiesina.

Si segna e percorre la nave a passi lenti mentre un coro bianco cantava nei pulpiti più alti. Entra nella cabina di legno intarsiato e si inginocchia davanti alle sbarre. "Padre io ho peccato" ammette la donna credente al confessore "ho fatto un torto serio a una amica ma senza volerlo. Cosa si può fare?" Dall'altra parte del muro una voce dice un numero inprecisato di orazioni.

Sconsolata nell'animo e nella mente Patrizia esce di chiesa ammirando la volta celeste e in strada decide che è il momento delle verità. Patrizia è decisa ad arrivare alla fine. Quella sera Patrizia nella sua casa è davanti all'antico telefono e fa come per toccarlo ma titubante ritira la mano. Lo prende di nuovo decisa e lo porta al suo orecchio. Patrizia si spaventa è il telefono a squillare da solo.

"Sono sottocasa  scendi" disse la voce maschile nota. La donna del desiderio si da una sistenata ai suoi capelli splendidi, esce da casa di nonna e  vede il suo vecchio prete. Fanno due passi insieme ignorando una passante fino a arrivare a una panchina e si accomodano. "Sono decisa a dire tutto" dice onestamente Patrizia. L'uomo gli sfiora la gamba perfetta con la mano ardente.. Patrizia cedette e si mette dritta stendendosi nella panchina l'uomo sopra di lei e lei sentiva il suo odore forte.. le fronde nei cespugli si scuotevano alla brezza serale e suonando una dolce melodia

Per sempre timidamente amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora